di Carlo Carta
Caro Signor Pintore,
sull'operato di Renato Soru lasci giudicare al Popolo Sardo! Le analisi politiche qui da noi sono così complicate, così drogate, così artificiali... La nostra classe politica è la lapalissiana dimostrazione che il peggior nemico della Sardegna sono i sardi! Invidiosi come siamo, si bisticcia su tutto. Sulla lingua, sul falso mito delle Gens Barbarie, mai domi e così inespugnabili. Pronti a tifare "is strangiusu", quando costruiscono e violentano il nostro territorio. Pronti questi sardi a "bantai" i forestieri, a stendere lo zerbino per rinnovare il falso mito dell'ospitalità.
Questa è l'Isola dei falsi miti! L'ospitalità, l'impenetrabilità delle zone interne da parte dell'invasore romano, il primato della lingua logudoresa sul campidanese (come può una lingua parlata dalla maggioranza dei Sardi esser considerata minore?); il falso mito dei cavalieri del nord Sardegna a danno dei cavallerizzi del Campidano (vedasi il mitico Azarael di Serrenti) . Finiamola una volta per tutte nel raccontarci barzellette!
Mellus Soru! E ci podis contai, c'adessi su bincidori de is prossimasa votazionisi!
Caro Signor Carta, si decida: deve essere il popolo sardo a eleggere il nuovo presidente, o lo ha già fatto lei in sua vece?
(gfp)
Caro Signor Gianfranco,
RispondiEliminami permetta una precisazione. Non ho mai detto di avere una verità in tasca, ma lasciamo entrambi che sia il Popolo Sovrano a giudicare gli anni di Governo perpetrati da Renato Soru. Se vuole le dico dove ha già vinto Soru! Il Governatore ha vinto nel risvegliare in tutti noi quella coscienza identitaria, quell'orgoglio di popolo, quel desiderio di chiarezza e trasparenza, quella voglia di dedicarsi a se stessi e di dedicarsi agli altri. Ci ha risvegliato quel senso sopito e sottostimato di essere Comunità Sarda. Ma quando mai prima, ha sentito parlare qualcuno dei vantaggi derivanti dall'Insularità? Questo nuovo concetto di Indipendenza, di R.evolution ossia di una evoluzione della Rivoluzione, che passa dalla difesa dell'ambiente per approdare alla riscoperta e valorizzazione delle nostre risorse archeologiche, monumentali, enogastronomiche. Prima erano parole vuote, oggi invece hanno un senso! Siamo Sardi e non vittime perenni di questa o quella colonizzazione. In un recente convegno tutti gli intervenuti si lamentavano di questo o quell'invasore. Ci son passati tutti: Punici, Romani, Vandali, Pisani, Spagnuoli, Piemontesi, Maurreddusu, Tabarchini,Veneti, Patulcensi e potrei veramente continuare all'infinito. Vi faccio una domanda, ma i loro eredi sono veramente meno Sardi di noi? C'è veramente qualcuno che possa qui da noi ritenersi, parafrasando Benito Urgu "Sardo, Sardo"? C'e uno più Sardo dell'altro? Mah..non credo.
Ed allora, se mi permette, io guardo avanti e per la prima volta, con Renato Soru, nonostante la crisi, vedo un futuro interessante per i Sardi e la Sardegna. Insomma indietro non si torna, perchè dietro non c'è il mare, ma il baratro!
A si biri mellus
Carlo Carta