di Michele Tzoroddu
Ad una distanza temporale di tremila anni dagli attacchi delle navi sardiane all’Egitto dei faraoni, il pomeriggio del 7 di ottobre del 1571, si consumò la prima grande sconfitta dell’Impero Ottomano ad opera della metà del mondo, occidentale, che ad esso si opponeva, prendendo corpo nello scontro navale che ebbe come teatro l’arcipelago delle isole Curzolari e che passò alla Storia con il nome di battaglia di Lepanto. Della parte turca era comandante Alì Pascià, mentre il principe Giovanni d’Austria, figlio dell’im¬peratore Carlo V, era comandante della lega cristiana. Così recita il cronista spagnolo dell’avvenimento: «En la galera de su Alteza, yuan quatroziẽtos arcabuzeros sacados del tercio de Cerdeña», «nella galera di Sua Altezza stavano quattrocento archibugieri presi dal reggimento reclutato in Sardegna».
Il principe austriaco aveva avuto modo di conoscere le peculiari caratteristiche dei Sardi, nelle operazioni che lo videro contrastare per mare le forze dei Musulmani d’Africa e, memore della loro insuperabile perizia, li volle con sé sulla Reale nel frangente, più critico ed importante della sua vita, che avrebbe contribuito a portarlo sui libri di storia. (CONTINUA)
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