Non era poi così male il fisco degli "odiati borboni", visto con gli occhi sbalorditi di chi ha assistito in questi giorni al tentativo del ministro Visco di mettere alla gogna gli elettori che lo hanno mandato a casa. Il fiero soldato giapponese che conduce la sua guerra pur sapendo che è finita, ha, come sapete, promosso o autorizzato (il che è lo stesso) la pubblicazione della dichiarazione dei redditi 2005 di tutti i contribuenti.
Se l'iniziativa non fosse stata bloccata, l'anno venturo avrebbe fatto seguito la dichiarazione dei redditi del 2006 (Anno I dell'Era Visco) e gli elettori avrebbero visto come il suo pugno di ferro aveva funzionato.
Certo, nella iniziativa del Robespierre foggiano ci sono tutti gli aspetti oscuri denunciati in questi giorni: la sollecitazione dei più bassi istinti del guardonismo italiano; il rischio che la criminalità (non quella mafiosa, chiaro, che non ha bisogno di questa pubblicazione per sapere dove colpire, ma quella piccola e media sì) trovasse nei tabulati spunti interessanti per le sue azioni; la rivincita della "casta", costretta per legge a rendere pubblici i propri redditi, sui cittadini che l'hanno criticata e condannata; la rivalsa degli sconfitti del 13 aprile sugli elettori che li hanno bocciati.
Ma questi sono, tutto sommato, peccati veniali, bagatelle. Quel che è peggio, molto peggio, è il concetto del mondo, la weltanshaaung, che sottende il provvedimento. I cittadini sono, in quanto tali, tutti dei malfattori. Sta a loro l'onere di dimostrare che non lo sono. Le cartelle delle tasse, molto spesso inique e sbagliate, sono la traduzione fiscale del famoso detto: "Quando ritorni a casa, picchia tua moglie. Tu non sai perché lo fai, lei sì". Il braccio violento di questo concetto del mondo è, e non può essere altrimenti, lo stato di polizia fiscale, una sorta di "Terrore rivoluzionario" che l'antico Robespierre esercitò attraverso la ghigliottina e che il moderno giacobino, essendo la ghigliottina illegale, ha esercitato attraverso non solo le cartelle delle tasse, ma anche - per fortuna solo come tentativo - la pubblica gogna.
Tentativo solo in parte bloccato, va detto. Certi giornali, coscienti che tette, culi e altri oggetti di guardonismo vendono bene, hanno preso a pubblicare i tabulati che avevano scaricato prima che il Garante bloccasse il sito dell'Agenzia delle entrate. Se è vero che l'onanismo rende ciechi, temo a breve l'insorgere di una piccola epidemia di cecità.
Insomma, aridatece Franceschiello.
Ti consiglio di leggere anche il blog di Antonio Sechi sul come in un piccolo paese è vissuto questo provvedimento.
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