Sono passati due mesi dal sequestro, ordinato dalla Soprintendenza archeologica ad Allai, di un certo numero di reperti che sarebbero riconducibili agli Etruschi. Ed è passato un mese dall'annuncio, fatto da Luigi Sanna, della scoperta nei pressi del nuraghe Lugherras di due scritte con molta probabilità del periodo nuragico.
Sui due ritrovamenti c'è silenzio. Qualche giorno fa ho salutato con contentezza l'annuncio che finalmente è cominciato il lavoro di restauro delle statue di Monte Prama. Trentaquattro anni dopo la loro scoperta, però. Un tempo enorme anche per chi fosse ben disposto a capire la prudenza di chi sovrintende a queste cose.
Le due scoperte, quella di materiale forse etrusco nelle vicinanze di Allai e quella di due massi con iscrizioni forse nuragiche vicino al nuraghe Lugherras, sono in grado di cambiare le nostre conoscenze sul rapporto tra sardi e etruschi e sull'ingresso dei sardi antichi (1200/1300 a.C) nella civiltà della scrittura. Gli archeologi della Sovrintendenza sono abituati a lavorare in silenzio (e non è detto si tratti di una cosa buona), ma spesso lo fanno come chiusi in una torre di avorio da cui escono solo per comunicare risultati ai loro simili, quasi che la gente come voi e me debbano accontentarsi di pagare, attraverso le tasse, i loro stipendi.
Tutti, ma soprattutto chi ha passione per la storia del nostro passato, abbiamo il diritto di aver risposte alle domande suscitate da notizie di nuove scoperte. Come quelle di Allai e di Perdu Pes vicino a Lugherras, per dire. Su quest'ultima, doveva esserci un mese fa la presentazione delle scritte trovate in una capanna da due signore di Paulilatino e studiate dal professor Luigi Sanna. La presentazione non c'è stata e, anche a non voler pensare male, qualcosa è successo che la ha impedita. Un peccato.
Secondo Sanna, le scritte sono di tipo protosinaitico, come lo sono, in parte almeno, le scritte trovate in un grande sito archeologico a Glozel, piccolo villaggio francese nei pressi si Vichy. A dimostrazione che tutto il mondo è paese, anche Glozel, i suoi tesori preistorici, è al centro di feroci scontri fra archeologi: gli uni sicuri di trovarsi di fronte a materiale autentico, gli altri pronti a giurare che si tratti o di falsi o di cose senza grande interesse. Ne discutono da 84 anni. Sanna, che ha visitato il museo del villaggio (riaprirà ad aprile), si è applicato alla decifrazione delle tabelle scritte. (E come lui una quantità di altri epigrafisti di varie parti del mondo). Nel sito del Museo è in questi giorni comparso un apprezzamento per un libro (I segni del Lossia Cacciatore, edito da S’Alvure, 2007) e il testo di una conferenza fatta da Luigi Sanna a Sassari. "Vedi un po' come spesso bisogna andar fuori per aver credito" ha scritto in una amara lettera che pubblico nel mio sito.
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