Bachisio Bandinu e Salvatore Cubeddu, in questo bellissimo saggio che si legge come un appassionante romanzo, si cimentano con la "Fenomenologia di Renato Soru". Non danno giudizi sul presidente della Regione sarda, che una pessima subalternità anche semantica chiama "governatore", ma lo descrivono, seguendo le tracce del suo pensiero politico e culturale e delle sue azioni.
Ne esce un ritratto originale che, se mette a pensare i suoi avversari troppo sicuri di una sopraggiunta sua impopolarità, è destinato a creare più di una preoccupazione nei suoi, spesso inconsapevoli, alleati di centro sinistra. Certi, questi ultimi, di potersi sbarazzare, una volta terminata (naturalmente o prematuramente) la legislatura, di questo "curioso" e unico fenomeno politico. E un po' imbarazzante.
Le scelte affrettate nel circondarsi di consiglieri culturali pescati nel mondo del vetero marxismo e del neo giacobinismo sardo, lo scontro con un industrialismo imposto che intuisce corpo estraneo eppure necessitato a tentar di salvare, la tentazione di razionalizzare la Sardegna come si trattasse di un'azienda, la sua partecipazione ideale ad una cultura indigena che vorrebbe trasformare in motore di crescita e che, invece, politica e intellettualità disprezzano.
Queste alcune delle linee guida dello studio di Bandinu e Cubeddu della fenomenologia di Renato Soru. Al di là di una qualche simpatia per gli aspetti identitari dei suoi pensiero e azione politica, non c'è, dicevo, alcun giudizio politico né assolutorio né sanzionatorio, come è ovvio in un saggio di tanto respiro. "Soru e il sorismo" è edito dalla Casa editrice Domus de jana.
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