giovedì 19 maggio 2011

La lingua sarda e gli ectoplasmi autoassolutori

di Roberto Bolognesi (*)

Mi è venuto un dubbio.
E se a convincere il Prof. Maninchedda ad evocare l’ectoplasma dell’On. Lupinu non fosse stata un’improvvisa fregola primaverile, con annessa nostalgia e solidarietà tra filologi dell’università italiana di Sardegna, ma qualcosa di molto più concreto?
Internet est peus de su tzilleri de bidda: prima o poi si viene a sapere tutto. Guardatevi il seguente passo tratto dal Piano triennale per la Lingua Sarda (piano triennale limba-2011).
- Finanziamento alle Università di Cagliari e Sassari per l’espletamento di corsi universitari.
Le due Università di Cagliari e Sassari destinatarie del finanziamento di cui sopra, affiancate o coadiuvate, ove lo ritenessero opportuno, da consorzi interuniversitari, istituti, fondazioni, associazioni, enti pubblici, agenzie formative o enti di formazione, centri studi, dovranno programmare corsi di formazione con un’attività didattica che fornisca agli insegnanti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria una serie di conoscenze culturali, scientifiche, linguistiche, didattiche e di competenze operative di base per usare la lingua sarda in forma veicolare nello svolgimento di attività e discipline previste dai curricula scolastici e per sviluppare una solida competenza plurilingue e pluriculturale negli allievi.”
Notate quell’ “usare la lingua sarda in forma veicolare”: complimenti all’Assessore Sergio Milia!
In quel sintagma, c’è contenuta tutta la questione. E cioè la fine dei soldi facili per i burloni sassaresi che spacciavano per corsi di cultura sarda i corsi sulle erbe medicinali e sulla filosofia (im)morale, rigorosamente in italiano. Adesso li dovrebbero tenere in sardo!
Anche il Clan dei Sassaresi, per poter accedere ai finanziamenti per la tanto detestata limba (Pecunia non olet!), dovrebbero organizzare dei corsi in cui si usa il sardo come lingua veicolare. Ce li vedete questi Sardi-che-parlano-male-l’italiano esprimersi in quella lingua che loro rifiutano per l’orgoglio di sentirsi Sardi-che-parlano-male-l’italiano? Pecunia non olet, ma vale anche Lavorare stanca!
Questi esperti di necrologia del sardo non si sono mai presi la briga di imparare a parlarlo. Ti sanno sciorinare le etimologie più fantasiose –e inutili– ma non lo sanno parlare.
Ecco da dove viene questa foia da riesumazione delle proprie autoassoluzioni (“Sono casi paradigmatici di questa tendenza quei dibattiti pubblici in cui si alzano impetuose le richieste alla scuola o all’università di intervento a difesa del dialetto, spesso proprio da parte di persone che, autodefinitesi dialettofone, confessano poi – a chi perfidamente lo domanda loro – di rivolgersi ai propri figli in italiano.”): “Non all’università italiana di Sardegna bisogna rivolgersi per i corsi di sardo, ma alle famiglie!
Perché allora si debba lasciar ingozzare di euroziminu  l’accademia cionfraiola di Tatari Mannu per i suoi corsi di italiano, proprio non si capisce!
E ancora meno si capisce il silenzio assordante del Comitadu pro sa Limba Sarda su questa questione.
Maninchedda riesuma un attacco perfido alla LSC, oltre che pieno di menzogne, ma su comitadu si nd’abbarrat kietu. Non sarà mica che “l’essere schierati a destra o a sinistra” è un’anacronismo soltanto quando si tratta di criticare la sinistra?
Io non ho mai mostrato nessuna pietà nei confronti della sinistra italiana, quando si è trattato di scegliere tra noi sardi e loro. Non posso dire la stessa cosa per i miei amici di destra, quando si tratta di cantarle ai nemici della limba schierati partiticamente dalla loro parte.
(*) Dal suo blog


Che nell'articolo dell'amico Roberto Bolognesi ci sia una punta di malignità è possibile ma assai poco probabile. Per una serie di ragioni che elenco brevemente:
  • La disattenzione delle Università di Sassari e di Cagliari nei confronti della lingua sarda sta in alcune cifre che già ho pubblicato (Lingua sarda e Università. Numeri da spavento) l'8 luglio 2008: hanno dovuto restituire allo Stato e alla Regione un fracco di euro non spesi per la promozione del sardo, veicolare e no, per cui li avevano ricevuti. 
  • Prima di lasciare il suo posto di assessore, Lucia Baire tentò di tagliare gli stanziamenti per il sardo, conservando 800 mila euro alle università, premiando un lavoro non fatto. Su Comitadu pro sa limba sarda protestò e in un incontro con la Commissione bilancio, fu assicurato dal presidente Paolo Maninchedda che i tagli non ci sarebbero stati e che i finanziamenti alle università sarebbero stati tolti. I tagli al sardo furono ridimensionati, ma le università continuarono a ricevere gli immeritati finanziamenti. 
  • Si segnalano master universitari di lingua sarda fatti in italiano. In uno di essi, un docente (pagato) si lasciò scappare: "Fattemi parlare in francese, in inglese, in tedesco, ma non in sardo. Non lo conosco".
  • Il Piano triennale di cui parla Roberto è stato approvato dall'Osservatorio della lingua sarda, dall'Assessore ma non ancora dal Consiglio regionale. A quel che si sa, le pressioni di una parte dei linguisti e non solo loro perché sia cancellato l'obbligo dell'uso veicolare del sardo sono fortissime e non è detto che siano anche resistibili, visto che la politica è nello stesso tempo proponente e legiferante.

Detto questo, caro Bolognesi, non mi pare generoso da parte tua criticare tanto aspramente Su Comitadu pro sa limba sarda: non mi pare che abbia mai, nel passato, dato prova della parzialità di cui lo rimproveri. [zfp]

3 commenti:

  1. A dolu mannu, amus depidu isetare sa provocatzione mie, innanti de bier custa denuntzia de ZF Pintore. Sa mia est solu amargura.

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  2. @ Roberto

    Pro nàrrere su beru, Robe', custas matessi cosas las apo naradas medas bias in sos artìculos meos. E però tenes resone: cheriant bogadas a campu totora, sena pensare chi su naradu siat finas lèghidu.
    Ma pagu contat, frade meu: su fatu istat chi sa tropa tataresa tenet pesu mannu e siat in s'Universidade e siat in sos àmbitos polìticos. E Milia, tataresu issu puru, non credo chi at a poderare sas pressiones. De gosi o de gasi, cantu bi pones chi su pessu de impreare in s'universidade su sardu veicolare no at a colare?

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