giovedì 14 aprile 2011

Curioso, i neolitici sì, i nuragici no

di Stella del Mattino e della Sera

I suoi silenzi, perché in fondo che mi ha detto? L'Antico viene, si beve un paio di caffè, si chiude nel silenzio, ma in fondo che sa scrivere non me lo ha mai mostrato. Sa neppure leggere secondo me. Sa neppure navigare, arriva e basta. L'ossidiana dei neolitici viaggiava in lungo e in largo, verosimilmente non da sola: “In Emilia, nell'insediamento neolitico di Pescale (Modena), della cultura dei Vasi a Bocca Quadrata e della Lagozza (IV millennio a.C.), si raccolsero ben 950 frammenti di ossidiana sarda: forse a testimonianza della presenza di un centro di smistamento del pregiato materiale proveniente dall'isola” (P. Melis, 2000).
I neolitici navigavano di sicuro, perciò; sui Nuragici ancora si discute (a ragione secondo me). Idem con la scrittura: i graffiti su roccia, ceramica e robe così del neolitico fanno vedere che gli Antichissimi un codice almeno lo avevano, a “visual communication system” lo chiamerebbe Atropa. Io ho scoperto un documento che taglia la testa al Toro: una placca di scisto, dice E. Contu (1964) trovata nella tomba dei vasi tetrapodi di Santu Pedru. “Notevole è anche un frammento di scisto (20; tavv. XLVI 20, LIX, 20) di forma pressoché ellittica, in cui si notano alcuni segni graffiti a zig-zag.”. Non spiega perché sia notevole, però lo è.
Dott. Gigi in fondo cosa hanno lasciato i Nuragici? un paio di segni qua e là, sui lingotti ciprioti o “egei in generale”. Dei segni proprio uguali non si trovano nei sillabari dell'epoca, ma chi se ne frega, si vede che i Nuragici copiavano male, ci sarà una spiegazione scientifica no? La conosceva quella specie di testa di torello su un lingotto da una collezione privata ritrovato nei pressi del nuraghe Sant'Antioco di Bisarcio (Ozieri). Il Lilliu la definisce lettera minoica T con valore metrico e parla del XIV sec. a.C. Come T ha le corna un po’ troppo all'insù, ma fa uguale. Neppure il Toro di Luce hanno inventato i Nuragici: già quelli di Ozieri facevano anse di vaso a forma di testa di toro con un sole in testa, lo sapeva?  

Caro collega Stella, ti ringrazio per la souplesse con cui parli della vita nel fortino in mezzo al deserto dei Tartari. Si sa, fuori di lì i Tartari vivono, si agitano, amano, assediano, fanno scorribande; un giorno o l'altro daranno assalto al fortino, ma dentro le alte mura la vita continua come se la cosa non avesse grande importanza. Un comune amico mi avverte che domani alle 17.30 nella Fortezza Bastiani della Cittadella dei Musei a Cagliari, il tenente Drogo inaugurerà, per nome e per conto della Soprintendenza, la mostra "Parole di segni. Iscrizioni fenicio-puniche dai musei della Sardegna". Ci saranno, oltre alla Stele di Nora, "il più antico testo articolato in lingua fenicia della Sardegna", anche "alcuni reperti di eccezionale interesse presentati per la prima volta al grande pubblico". 
Riporto le parole del giovane tenente Drogo, conscio pare che i Tartari siano vicini e che lo faranno eroe: "La mostra costituirà l'occasione per affrontare sia sul piano scientifico che su quello divulgativo il tema dell'inizio della scrittura in Sardegna: il materiale epigrafico sarà analizzato dal punto di vista della differenza tra i supporti scrittori e da quello delle tecniche di scrittura, sul versante alfabetico come su quello linguistico, con particolare attenzione alle motivazioni del messaggio scritto, alle sue occasioni, ai contenuti e ai destinatari. L'obiettivo dell'esposizione è quello di aprire, anche se in modo virtuale e mediato dai reperti in mostra, un "dialogo" con l'antichità e le sue parole". 
Io spero che qualche Tartaro assediante riesca ad entrare nella Fortezza Bastiani e a decriptare per noi il messaggio che il tenente Drogo sta lanciando agli assediati. [zfp] 

6 commenti:

  1. Questo Antico che fa? Arriva, non per mare, forse per il traffico di questi giorni o perché non sa navigare e il mare gli mette paura, si beve qualche caffè e niente, se ne sta lì, “stantariolato e fatto”. Fatto? Attenzione a quando va via, che non incocci in qualche pattuglia e non gli facciano gli esami. Come si fa a dargli un’età? Ha forse stampigliata da qualche parte la data di preparazione? Sicuramente, quella di scadenza: “Fino a quando serve”; eppure la sua sola presenza serve alla nostra Stella, “or da coppa e or da ciglio”, diciamo più terra terra, per un verso o per l’altro, a chiarire i rapporti fra la civiltà di Ozieri e quella nuragica. A meno che non sia un iPad, camuffato da antico che arriva dal futuro e non dal passato, nella disponibilità del nostro Astro del ciel.
    Ma sicuro che è così! La nostra Stellina bara al gioco, conosce in anticipo le scoperte del futuro e le utilizza per farci rimanere di caca. Da buon giornalista non svelerà mai le sue fonti. Mi sa che dovrò denunciare per Insider trading il nostro “Stedhu de Obresci” alla Consob Archeologica.

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  2. 'Assediati' dici, Zua'? Sono già morti. E sanno di esserlo. Caspita se lo sanno! E si disperano nell'impotenza. Ma tentano ugualmente di parlare dalla tomba nella speranza che qualche anima pietosa (ma chi?) passi e confabuli ancora con loro. 'Fenicia' la Stele di Nora? Solo 'flatus mortis'. Respiro animalesco di zombi. Senza 'stelle del mattino' nè della sera. Buio- buio, totale - totale o (come diceva alla fine del suo geniale poemetto quel raffinatissimo poeta bosano (Baldino) nel suo 'Sa giorronada 'e conchiattu')'su nudda nieddu', il 'nulla nero' ( ma in italiano l'espressione non rende per niente il valore funereo della doppia cacuminale).
    Lo conosci o Elio, il capolavoro di Baldino? Ci sarebbe voluto lui e lui solo per rendere tutto il grottesco dei 'feniciomani' defunti.

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  3. Sono troppe le cose che non conosco, Gigi, quasi tutte. Ho chiesto aiuto direttamente a Bosa per sapere come “Conchiattu” passasse le sue giornate. Aspetto fiducioso.

    Cosa vuoi che ti dica, Atropa, non riesco a mandare un commento se non lo faccio precedere in quel modo. È come se mi costringesse a bussare. Sarà il mio computer o l’elettronica in genere che vuol mantenere le distanze? Tu che te ne intendi, mettici una buona parola.

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  4. Per giunta è dispettoso: questa volta non mi ha fatto fare il giro di prova.

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  5. Io sgridarti? Vai pure a quella farsa funerea di zombi. Ma stai attenta perché sempre zombi sono. E aspettati per quell'affronto e per la sola insolenza di esserci (io non l'avrei detto della partecipazione) qualche altra vigliaccata nella tua università. Io mi godo ancora lo 'stato nascente' dei miei corsisti, il loro sorriso, la loro gioia di aspirare ad un evento straordinario, il loro desiderio generale di sentirsi uniti, al di là di tutto e di tutti,per proclamare una semplice e celata verità: la storia scientifica della Sardegna dell'età del bronzo e del Ferro attraverso la scrittura.
    Il vecchio è ormai battuto e precipita nella voragine del niente. C'è chi nasce e c'è chi muore. Com'è naturale che sia. Ci sono coloro che puzzano di cadavere e coloro invece che vedono il mondo con stupore, come gli occhi dei bambini nei primi mesi ed anni della loro vita. Comunque, tutto nella norma dai tempi dei tempi. Lo 'stato nascente' proprio perché bellissimo ed inarrestabile ha sempre, piccolo o grande che sia, i suoi zombi invidiosi che camminano come camminano e grugniscono con la bocca fetida, assetata di sangue. Di quello che essi non hanno più.

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  6. Stella del Mattino, Stella della Sera, non mi rimane che ritrattare. Sarà la tua ubiquità, sarà l’artrosi cervicale che non mi consente rapidi movimenti di aggiustamento visivo per seguirti da oriente a occidente, sta di fatto che, a una veloce lettura, non avevo colto l’essenza del tuo ragionamento “sghembo” e dire che il cavallo è il pezzo che più mi piace degli scacchi. Per me è colpa grave, direi, imperdonabile.

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