lunedì 1 novembre 2010

Lo tsunami provocato da un meteorite? Possibile, parola di geofisico

E se a distruggere la civiltà nuragica, intorno al 1200 aC, fosse stato uno tsunami provocato da un meteorite? L'ipotesi, da verificare con studi interdisciplinari, è stata avanzata questa mattina a Milis dal professor Stefano Tinti, ordinario di geofisica della Terra solida all'Università di Bologna. Tinti studia da trentanni gli tsunami ed è presidente del “Gruppo di coordinamento per l'implementazione del sistema d'allerta tsunami nella zona EuroMediterranea”, organismo dell'Intergovernmental Oceanographic Commission.
A Milis, nel palazzo Boyl, si è inaugurata la mostra “Preguntas, la Sardegna domanda” in occasione di un convegno che ha questo sottotitolo: “Il Sinis, Sardara, la Marmilla, Barumini & C. Una mostra documenta decine e decine di nuraghi nel fango fotografati dal cielo da Francesco Cubeddu. Cosa accadde? Come avvenne?”. Oltre al prof Tinti e ad altri scienziati, è intervenuto Sergio Frau, autore, come è noto, di Le Colonne d'Ercole, il libro che cerca una risposta alla domanda se sia la Sardegna del Tramonto mediterraneo l'Isola di Atlante.
La mostra, che resterà aperta sino al marzo dell'anno venturo, precede l'illustrazione dei risultati del chek up degli specialisti che avverrà il primo aprile 2011 sempre nel palazzo Boyl di Milis. Alle preguntas poste oggi, corrisponderà allora la Beridade, una autobiografia della nostra terra attraverso le ricerche sul campo e le analisi di laboratorio. Sara una risposta ad un'altra domanda che si sono posti Frau e i ricercatori: “È una Pompei del mare la Sardegna delle coste e delle piane?”
Dopo anni di dibattiti e di scontri intorno alla ipotesi della Sardegna Isola di Atlante, avanzata dal giornalista sardo-romano, prima rifiutata persino con un disonorevole documento firmato da oltre duecento studiosi, e oggi sempre più accolta fra le cose possibili, si comincia, insomma, a fare sul serio. E alla ricerca di una risposta interdisciplinare parteciperanno équipes di scienziati. La Regione sarda pare molto interessata a questa ricerca, appoggiata dall'Assessorato del turismo e benedetta stamattina dal presidente della Commissione cultura del Parlamento sardo, Attilio Dedoni.

5 commenti:

  1. Ho sempre difeso Frau dagli attacchi delgi ARCHEOBUONI e CATTEDRATICI. Ma nel mio ultimo libro dedico un'intero capitolo a dimostrare che QUESTO TSUNAMI e la conseguenza fine della Civiltà sarda non può essere avvenuto in data STORICA come il 1200 ... nessun popolo antico lo cita. Eppure è citato lo tsunami di Santorini, che è addirittura precedente.
    Frau ha una scelta: spostare quella data INDIETRO di 8000 anni. Allora si, sarebbe credibile.

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  2. L'argomento merita ben altro che un semplice commento.
    Fermo restando i meriti di Frau per l'imponente lavoro, per ora mi limito a dire che l'ipotesi Tsunami mi sembra il punto debole della sua ricostruzione storica. Tra l'altro vedo che l'ipotesi dell'immane maremoto causata dall'esplosione vulcanica sottomarina tende a spostarsi verso la presunta caduta di una meteorite.
    Ho la netta impressione che su questo punto abbiano ragione gli "archeobuoni" di Leo, naturalmente senza giustificare la famosa raccolta di firme.
    Faccio una semplice considerazione, dovuta ad una constatazione personale: come mai nelle aree interessate dal presunto riempimento di fango si rinvengono quasi in superficie le tracce delle capanne del Tardo Neolitico ricchissime di frammenti di ossidiana?

    Giuseppe Mura

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  3. Se ci leviamo dalla testa che il primo di aprile ( ma guardate un po' che giorno) del 2011 sarà il giorno della "verdad", magari "a las cinco de la tarde" (d'altra parte i punti di domanda del post tendono ad escluderlo), molte cose lasciano pensare che la civiltà nuragica sia venuta giù per "arrepentza" e non per morte naturale.
    Quei bronzetti che parlano di cose antiche che si fa fatica a ricordare, quei modellini di nuraghe che non si riesce più a costruire, quella capacità di dominare gli eventi, anche colle armi, persa nelle brume del tempo. E' una strana sensazione che ti prende a leggere i bassorilievi di Medinet Abu e i geroglifici del faraone e i carri a buoi con su donne bambini , fermati nell'entroterra libico. E un "popolo rosso" che torna ad affacciarsi dopo secoli sulle sponde di un'antica patria. E il "Sardo-punico" Ampsicora che va verso i Sardi pelliti a rivendicare antiche parentele.
    Sensazioni, appunto. La verità è una donna nuda in fondo a un pozzo.

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  4. @ Elio
    Più che di repentino crollo della civiltà nuragica parlerei di cambiamenti. L'archeologia non evidenzia, nel periodo interessato, aspetti particolarmente distruttivi dovuti ad eventi bellici o cataclismi naturali.
    Se inseriamo la civiltà nuragica in un contesto globale mediterraneo, al di là dei conflitti in Oriente, le fonti greche, iittite, ebraiche ed egiziane registrano la diffusione di gravi epidemie di peste o di vaiolo che creano abbandoni e spopolamenti.
    Anche in Sardegna si registra contemporaneamente l'abbandono di numerosissimi siti, qualche incendio e molte ricostruzioni. Non escluderei che anche l'Isola sia stata interessata dalle stesse epidemie, vista l'intensità del traffico marittimo esistente nel tempo.

    Giuseppe Mura

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  5. DUE DECADIMENTI si registrano nella grande civiltà esistente nell'isola e che appena da dieci anni cominciamo a chiamare con il suo nome Vero: SARDANA.
    - Nel 1200 a.C., i geologi registrano un fenomeno di INNALZAMENTO DEL MARE di 2.50 m. in tutto il mediterraneo, con conseguente PENETRAZIONE del mare stesso per 30 Km nell'entroterra, con tutte le conseguenze che si sanno: MALARIA, ACQUE E CAMPI AVVELENATI, STRUTTURE semisommerse, porti inutilizzabili... e conseguente CARESTIA. I Popoli dell'Occidente (PdM) si riversarono in Oriente e là si insediarono con nomi diversi: PHILISTEI, LIDY, TIRI, FRIGI, LICI, JUDEI, DANITI, ISRAELITI...

    - Nel 900-800 a.C. circa, sotto la PRESSIONE ASSIRA, questi popoli si mossero verso Occidente... tornando CASA! Con i nomi che la CUltura Classica ci ha propinato: ETRUSCHI, FENICI, CARTAGINESI,SIKULI ...
    --
    Per quanto riguarda la DECADENZA dei Shardana, è presto detto: IL MONOPOLIO DEL BRONZO che avevano detenuto per secoli, cominciò a contare sempre meno per la SCOPERTA di grosse quantità di FERRO nell'Isola d'Elba da parte dei TURSHA/ETRUSCHI, che fino ad allora avevano accettato i RE SARDI.
    Certo, le città shardana esisteranno ancora e ancora saranno POTENTI... tanto da prendere a CALCI l'Impudente MALKO sbarcato con i suoi 80.000 ... anche con Cartagine vi fu in seguito PARITA' di scambi e parità di dignità di ALLEANZA.
    Copn i Romani sappiamo anche che non fu facile come ci hanno fatto credere, ma alla fine essi la spuntarono al contrario di tutti gli altri. IN PARTE, ma riuscirono a entrare nelle città shardana della costa... E I SHARDANA?
    Lo dice anche LIVIO: si rifugiarono all'INTERNO presso i cugini SARDI PELLITI... o se preferiamo... i NURAGICI!
    Kum Salude
    leo

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