mercoledì 28 luglio 2010

Shardana: non ancora certezze scientifiche

di Vitale Scanu

Nonostante le intensissime relazioni commerciali tra le sponde del vicino Oriente e la Sardegna attraverso la civiltà minoica e micenea, i fenici e i greci, non esistono a tutt’oggi citazioni dirette, esplicite, riguardanti la nostra isola, ma solo una sovrabbondanza di “riferimenti” indiretti, i più aderenti dei quali restano le citazioni tante volte ricorrenti nella Bibbia, di Tarsis, dei “re di Tarsis e delle isole” (assonanze con Tharros, con Tirsos...).
Ancora, molti studiosi ritengono quasi certo un riferimento alla Sardegna negli sharden (lettere di Amarna, geroglifici, stele di Nora), il gruppo etnico facente parte della coalizione dei “popoli del mare” (gli omerici “pelasgi”) che attorno al 1200 a.C. sciamarono, per ragioni misteriose, in vaste regioni dell’Attica, dell’Anatolia, del vicino Oriente e dell’Egitto, lasciandosi dietro distruzione e paura.
Il dott. Alexis Martin, dell’università californiana di Berkeley, è un’autorità di fama internazionale in fatto di documenti sull'Oriente antico. Questo equivale ad avere, nelle sue parole, le informazioni più aggiornate. Ha lavorato anche in Sardegna, a Nuoro e a Bonorva, con gli archeologi dell’università della California, sotto la direzione di Leonora Gallin, e ha approfondito le datazioni e il percorso commerciale dell’ossidiana verso la Corsica e il sud della Francia. In particolare, per trent’anni ha studiato le fonti linguistiche riguardanti la storia preromana della Sardegna e consultato i documenti del primo medioevo degli archivi giudicali di Oristano, allo scopo di evidenziare forme e parole prelatine della lingua sarda. Al dott. Martin ho posto il quesito a sapere se esistano evidenze dirette ed esplicite riguardanti la Sardegna nei documenti delle antiche civiltà del vicino Oriente. Così mi ha risposto.
In riferimento a fonti scritte dell’antico Oriente, mi devo limitare a darle un aiuto solo sui testi cuneiformi, perché non sono uno specialista su documenti egizi. La mia specializzazione è sulle fonti cuneiformi mediorientali e anatoliche. Queste fonti includono quelle urrite e ittite (luvian areas), quelle dei testi cuneiformi provenienti da Ugarit e quelle più recenti di Ebla. Se informazioni riguardanti la Sardegna verranno alla luce, dobbiamo presumere logicamente che esse proverranno da tali fonti. Al momento, l’unica evidenza che lega queste zone orientali al Mediterraneo occidentale è solo indiretta, e riguarda analogie linguistiche (parole mutuate da tali lingue, toponimi) e stilistiche (archeologiche, analogie strutturali, artistiche, sepolcrali…): To date, the lone evidence which links these Oriental zones with the Western Mediterranean is ONLY INDIRECT, consisting of linguistic (loanwords and toponymic) and stylistic (archeologic, structural analogies, artistic, sepulchral carvings etc.). Finora non si sono trovate in queste fonti cuneiformi riferimenti diretti alle isole del Mediterraneo. Tuttavia la ricerca continua.
"La serie degli idronimici (nomi riferentisi all’acqua) elencati anni or sono da Leopold Wagner nel suo noto Dizionario della lingua sarda e nel suo libro La lingua sarda, oggi dev’essere ampliata a includere un gran numero di similari idronimici e parole omologhe urrite e del protoorientale caucasico di recente indagato, che da molti specialisti è la famiglia alla quale verosimilmente appartiene la lingua urrita. Il parallelo che si scopre tra gli elementi del sardo e quelli urriti-caucasici sono impressionanti nella loro trasparenza. Secondo me, l’analisi della loro struttura morfemica dimostra che la somiglianza non è da attribuire a semplice coincidenza. Questa concordanza tra toponimi di attinenza idronimica e tante parole che Wagner sottolinea nella lingua dei Sardi suggeriscono un legame… con le regioni levantine degli Urriti e di Ugarit (sulla costa libanese dirimpetto a Cipro).
“Da non dimenticare i riferimenti indiretti, geografici e storici, ai grandi porti di Oristano (Tharros) e Bosa, nella costa occidentale della Sardegna, che figurano tra i più importanti del mondo antico, nei quali le navi provenienti dall’Oriente e dirette alle coste metallifere della Spagna hanno fatto tappa per almeno quattromila anni. Il grande porto e la città di Ugarit erano tra i maggiori centri di lingua urrita durante il periodo dei mitanni. Ambedue le lingue semitiche, l’ugaritico e l’urritico, hanno evidentemente viaggiato con gli uomini del mare provenienti da Ugarit. Le tavolette di Ugarit indicano che le lingue del Mediterraneo erano parlate anche dai mercanti e commercianti dell’occidente
”.
Di questi interscambi culturali e linguistici con le civiltà del vicino Oriente potrebbe essere un esempio icastico la nota struttura del monte d'Accoddi, unico monumento in occidente che ci parla nel linguaggio delle ziqqurat di Ur (2550 a.C.). I casi sono due: o genti sarde sono emigrate attorno al IV millennio a.C. in Mesopotamia, o genti mesopotamiche sono arrivate in quei tempi remoti fino in Sardegna, talmente implicito, atipico ed esclusivo è il concetto architettonico e cultuale che presiede alla costruzione pre-nuragica del monte d'Accoddi.
"Shardana: i popoli del mare" e “I principi di Dan”. Già alla loro uscita (rispettivamente 2002 e 2006) i libri di Melis suscitarono interesse. Anch'io li ho letti con grande curiosità. Però mi permisi di notare, ancora nel 2002, che un conto è enumerare assonanze di nomi, parallelismi culturali, somiglianze artistiche impressionanti, indizi glottologici, elementi mitologici... nel trattare una materia tanto remota e opinabile qual è il campo della preistoria e della protostoria della Sardegna, e altro è la realtà accertata con metodo scientifico. Restano semplici ipotesi, solo indizi, anche se di grande valore probativo. Oltretutto, osservavo, nelle citazioni mancano spesso i nomi degli autori o i luoghi delle opere citate... che rendono le pur meritevoli opere del Melis alquanto malferme scientificamente, pur solleticando molto l'orgoglio sardo. Sembra di leggere pezze d'appoggio ottative per una tesi precostituita: vedi l'addomesticamento di passi scritturali che costituiscono grossa difficoltà esegetica perfino per gli esperti biblici. Vengono in mente le famigerate Carte di Arborea, con il loro corteo di figuracce storiche, del ridicolo disastroso rimediato dagli storici sardi e delle smentite umilianti.

31 commenti:

  1. Visto che parliamo di una storia datata oltre 3500 anni è lecito non aspettarsi una verità scientifica ma solo delle ipotesi plausibili, ricercate con metodo scientifico. Ciò non riguarda solo la storia della Sardegna o dei sardi o degli shardana, ma tutte le storie dei popoli antichi. Abbiamo accumulato montagne di libri con dati errati, trascrizioni approssimative, versioni differenti scritte da autori antichi ma una realtà archeologica sulla nostra storia l'abbiamo: tutti gli archeologi sono concordi nel giudicare "sardi" i nuraghe costruiti nel Bronzo. Partendo da questo dato incontrovertibile e scientifico, le strade si dividono fino ad ipotizzare teorie che contrastano su cronologia, tecnica e funzione. Se alla sovrabbondanza di "riferimenti" indiretti si somma questo dato inconfutabile (e osservabile giorno e notte da millenni passeggiando lungo i sentieri dell'isola) si ottiene una civiltà da esplorare ma certamente grandiosa.

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  2. Scusi signor Scanu, non ho capito cosa c'entri la questione delle false carte d'Arborea con le sviste presenti nei libri di Melis.
    Mi paiono due questioni assai diverse.
    Vista la sua erudizione nell'esaminare la bibliografia presentata da Melis le chiedo se anche lei ha già pubblicato qualcosa a riguardo della questione dei popoli del Mare.

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  3. Credo che la questione Shardana sia molto complessa e ben lontana dalla sua soluzione scientifica, se anche essa esiste: purtroppo riguarda un movimento "storico" ben preciso, e tale fenomeno è qualcosa che in archeologia preistorica è molto difficile da individuare.
    E' infatti possibile che dal punto di vista materiale tale movimento abbia lasciato pochissime tracce - come peraltro sembrerebbe anche nell'ipotesi che effettivamente sia avvenuto. Le coincidenze o assonanze linguistiche sono un indizio, ma non sicuramente una prova scientifica. Occorre stare all'erta - parlo da archeologo naturalmente - e cercare di non assumere posizioni faziose nell'analisi dei dati.
    Concordo con te che la questione shardana non può essere risolta certo in stile "Melis".
    Certo si possono apprezzare il suo interessamento e la devozione alla causa, però sinceramente non trovo giusto che qualcuno possa scrivere tranquillamente quello che gli pare senza alcun controllo contando sul fatto che adesso in Sardegna "i cattivi archeologi" sono oggetto di profonda critica.
    L'ambiente "accademico" o specialistico in generale - non parlo di quello sardo ma di quello mondiale - è un ambiente che garantisce che non si scrivano boiate proprio perché tutti si controllano a vicenda, perché c'è un sapere condiviso da tutti che certo deve sempre andare avanti e quando viene "colpito" per essere cambiato questo viene fatto con gli occhi puntati addosso in modo che tutti possano essere d'accordo.

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  4. Se l'ambiente accademico è tale, come dice G. D. Castangia che è nel ramo, che non si possono scrivere boiate senza pagare dazio, posso pensare anche che le cose nuove se le possano permettere solamente quelli che hanno già un bel nome nel giro?
    E che quelli senza nome si guardino bene dal dire o scrivere cose che possano apparire boiate, indipendentemente dal loro valore intrinseco?
    Qui sta l'inghippo e non lo scopro certamente io.
    Quanto a un passaggio del signor Scanu che mette in relazione Monte d'Accoddi con le zigurat mesopotamiche, la fregatura sta nel fatto che Monte d'Accoddi, ad una più attenta e recente datazione, risulterebbe di almeno 5 secoli più antica. E il rebus si complica, ai miei occhi naturalmente, come per uno che tentava di decifrare una scritta procedendo da destra a sinistra, ma poi gli dicono che potrebbe leggersi anche da sinistra a destra.
    Come a dire, non da oriente a occidente, ma da occidente a oriente.
    E gli archeologi, buoni o cattivi che siano, sono come un paleontologo di fonte a un mucchietto di ossa: che siano il resto di un pasto, si può anche ipotizzare, ma è difficile dire se sia stato l'orso a mangiare il lupo o il contrario.
    A proposito, ma se lo studioso americano è rimasto a Wagner per la linguistica sarda, non è come citare Erodoto per parlare del Rinascimento?

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  5. @Francu Pilloni
    Non volevo dire esattamente che solo chi ha un nome può scriverle, sarebbe una cosa stupida e fuori luogo - per me. Chi ha un nome deve continuare a mantenerlo non certo camparci sopra...
    Volevo dire che se ad esempio io scrivo delle cose nel mondo scientifico sono sottoposto - o dovrei esserlo - a un controllo di qualche tipo. Può essere il peer reviewing, può essere un convegno, in cui mi si chiede conto in diretta di quello che dico con tutti gli altri specialisti di fronte a me etc.. che poi questo a volte si trasformi in un "chi se la canta se la sona" ne sono ben consapevole avendolo vissuto in prima persona, ma questo non va scambiato per quella che è l'idea che ci sta dietro. E cioé che uno deve fare il possibile per rendere condivisibile quello scrive, ma attenzione: NON TANTO LE SUE TEORIE QUANTO I DATI! Qui siamo a un livello purtroppo dove molti dei dati stessi non sono "ammissibili" come prove, cosa che peraltro ho contestato varie volte in questa sede anche a Gigi Sanna. Con le teorie certo si può ragionevolmente azzardare qualcosa, ma sempre avendo come riferimento dei dati che dobbiamo almeno poter considerare sicuri.

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  6. Ci saranno certezze scientifiche sugli Shardana? No! Mai. A meno che la questione non diventi una "legge" come quelle di Volta Gay-Lussac (volevo ricordarne altre due ma la decenza me lo impedisce, roba da papiri di noi vecchi goliardi fuori dal tempo) e di tante altre che regolano la chimica e la fisica.
    La questione degli Shardana è collaterale a quella della Sardegna: sempre, "ex oriente lux" (legge fisica, a meno che la terra non cominci a girare all'inverso)?
    Mai nulla dall'occidente?
    Sono sempre le navi provenienti dall'oriente che fanno tapa e, quindi, niente di strano che il luvio lo si trovi a piene mani in ogni angolo della Sardegna.
    Siii...sapevano fare i nuraaaghi (che un pochino qui, un pochino lì, hanno cercato di rifare, senza riuscirci) ma non sapevano fare altro; scrivere non ne parlamio, forse non sapevano neanche parlare. E' evidente che il percorso commerciale dell'ossidiana lo facevano i marinai dell'Anatolia centrale.
    Dov'è la "legge"? A parte quella del Menga?

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  7. "Il parallelo che si scopre tra gli elementi del sardo e quelli urriti-caucasici sono impressionanti nella loro trasparenza. Secondo me, l’analisi della loro struttura morfemica dimostra che la somiglianza non è da attribuire a semplice coincidenza . Questa concordanza tra toponimi di attinenza idronimica e tante parole che Wagner sottolinea nella lingua dei Sardi suggeriscono un legame… con le regioni levantine degli Urriti e di Ugarit (sulla costa libanese dirimpetto a Cipro). "

    Non sono un linguista e dunque non saprei se, quanto e quali teorie del Wagner siano superate.

    Ma qui Alexis Martin sembra si riferisca ai toponimi di fiumi tout court senza lasciarsi andare ad indagini etimologiche più complicate e controvertibili. Giudico in modo sbagliato?

    sarei felice se l'autore dell'articolo postasse i nomi degli idronimi a cui lo studioso si riferisce. m'interessa soprattutto perchè si riferiscono all'elemento acqueo, non per altro.

    Infine sempre Martin parla d'indizi sovrabbondanti . Certo a sommare quest'ultimi di natura archeologia, analogie strutturali, artistiche, sepolcrali…(ma a cosa si si riferisce?) ai lessemi che non possono essere una coincidenza, si potrebbe dire che l'autore o pecca di scarso coraggio o di eccessiva prudenza nel trarre la conclusione definitiva.

    E cioè che in un modo o nell'altro in Sardegna, ex oriente lux o occidente lux, nuragici e shardana s'incontrarono e magari si fusero. nel XII, XIII...chissà nel XIV ? anche stabilire se s'incontrarono prima o molto dopo cambia molto....

    Articolo interessante, comunque. Sarebbe stato ancor più completo se l'orientalista avesse anche fatto un piccolo accenno al termine Sisara.

    perchè le teorie di Ugas saranno senza dubbio la schiuma e la lordura della produzione accademica isolana, però tra le "coincidenze che non possono essere un caso" non potrebbe annoverarsi anche che il termine Sisara sia...in relazione al monte Sisara (con alcuni nuraghi in quel d'alguer) e magari al termine Sessar del nuraghe aido entos?

    Se Vitale Scanu porgesse queste domande allo studioso lo ringrazierei. Se non altro, quando ne parla uno specialista si può affermare che non siano "coincidenze casuali", se ne parla uno come Ugas mi sa che son mere coincidenze e rozze fantasie nazionaliste...; figurarsi se ne parla un ignurant come me...è, "attentato!".. come da famoso sketch...di Zelig.

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  8. Onestamente, scusate la franchezza, a me pare che le affermazioni di tal Martin (non so chi sia)siano un pò sospette. L'impressione é che parli da "terzo", da "altro", ma per conto di qualcuno che sta qui nell'isola. Se così fosse, sarebbe comunque un bel progresso, perché mi pare che nelle sue affermazioni ci sia un tentativo di riallacciare i rapporti cun una consistente parte di studiosi non accademici, ma comunque portatori di nuove idee tutt'altro che pellegrine, e di cui, forse ci si vuole in qualche modo appropriare, in versione riveduta e corretta. Io posso concordare solo sul fatto che gli studi di Melis sono scarsamente scientifici, che ha la tendenza a trarre conclusioni sulla base di raffronti linguistici poco verosimili (é famoso "monte d'Akkad" per Monte d'Accoddi), etc. Ciò non significa, tuttavia, che le sue idee siano da buttare, sebbene debbano essere verificate più scientificamente. E inoltre, l'aver riportato in auge la questione Shardana é un grandissimo merito che é suo e solo suo. Quello che non capisco é perchè l'assenza di fonti storiche "dirette" dovrebbe lasciare tutto nell'incertezza perpetua. Se così fosse, perché questo discorso vale solo per noi sardi? Perchè non vale, ad esempio, per le stesse origini di Roma? Quand'ero bambino mi hanno riempito la testa (i libri di scuola su questo punto calcavano decisamente la mano) sulla storia dei due gemelli abbandonati alla corrente etc etc, quando era chiaro che erano tutte balle, scopiazzate dalle vicende di Sargon, Mosé etc etc? Dove erano le prove "dirette" per scrivere queste "boiate" sui libri di scuola? E che dire delle origini di Roma da Enea (inventate di sana pianta da Virgilio) che nell'Eneide rende contemporanei la guerra di Troia e l'esistenza di Cartagine (con Didone regina)? Badate bene, questa é un'osservazione che ho tratto da L. Melis. Eppure a scuola ci hanno fatto la testa a brodo su queste invenzioni. A me pare che, quando si vuole, si prende tutto per oro colato, quando non si vuole allora, bé.. mancano le prove dirette, incontrovertibili, quelle che tagliano la testa al toro. Ma cosa si vorrebbe? Trovare un testo in geroglifico che dice testualmente: dicesi Shardana un popolo, i cui discendenti, nell'anno 2010 dopo Cristo abiteranno la Sardegna? Temo che questo non sia possibile.
    Si dice poi che nella Comunità scientifica ci si controlla a vicenda, per cui non é possibile dire "baggianate". A mio parere questo é vero solo in parte. Io capisco che con il progresso delle conoscenze la cronologia venga continuamente revisionata, ma non capisco le affermazioni di certi caposcuola accademici, che nessuno si sogna di controbbattere. Una per tutte la destinazione militare dei nuraghi che, a mio modo di vedere, é particolarmente opinabile, ma che circola da troppo tempo senza prove concrete. Potrei continuare, ma sono solo un dilettante che a volte ha difficoltà anche ad esprimersi. Un appassionato come me ha bisogno di certezze. Purtroppo l'archeologia ufficiale non é stata mai in grado di darne. Gli studiosi indipendenti qualche certezza (vera o presunta invece la danno). Non meravigliamoci allora del loro successo. In fondo coprono un buco lasciato dall'Accademia, svolgendo un ruolo molto importante nell'attuale società sarda.

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  9. Secondo me invece Vitale Scanu è una identità fittizia dei soliti farabutti.
    Qualcosa i puzzava proprio a causa delle affermazioni su Monte Akkoddi per cui stamattina con un poco di tempo in più sono andato a cintrollare nel sito dell'università di Berkley
    http://www.berkeley.edu/search/index.shtml?q=Alexis+Martin&cx=005819902514904969462%3Ag_ef7-0cl6u&cof=FORID%3A11#911

    si parla di una Alexix martin della scuola di giornalismo. insomma siamo alle solite. I soliti burloni e dispensatori d'insulti, i nipotini di Stalin...vogliono farci perdere tempo e farsi qualche risata grazie a scherzi dalle gambe troppo corte.

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  10. Se così fosse non mi meraviglio. Mi domando solo come facciano a ridere con simili azioni. Stanno soltanto accelerando lo scavo della loro fossa. Chiediamo al Castangia. Conosce un suo collega di nome Vitale Scanu?

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  11. @ DedaloNur e maimone
    Temo che DedaloNur abbia ragione e che l'eventuale troll abbia di che gioire nell'aver ingannato la buona fede mia e del sito degli emigrati sardi Tottus in pari che ha pubblicato lo stesso articolo. Ciascuno si diverte come può e come la propria intelligenza gli consente di fare.
    Io, per conto mio, prima di pubblicare, ho cercato tracce di Vitale e ne ho trovate diverse, forse tutte prefabbricate per ingannare la buona fede mia e vostra. Vedrete che prima o poi verrà allo scoperto qualcuno che sghignazzerà per lo scherzo.

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  12. @ Pintore

    Mi pare di capire che Lei non sia in contatto con il Vitale Scanu autentico. che è questo:
    http://www.antikitera.net/libri.asp?ID=283
    http://www.cinemecum.it/newsite/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=137&Itemid=435
    lo hanno preso di mira (probabilmente) perchè autore di un libro esecrabile (senz'altro fantarcheologico e all'Indice ) come Tarsis.

    Questa gente se la prende anche con chi non la cerca come il vero Vitale Scanu....magari frustrata per la chiudura del loro sciocco e infamante blog.
    e commettono pure fatti illeciti. C'è stata un appropriazione indebità del nome (Artt 6,7 cod civ).

    Saranno anche frustrati per gli sfottò di cui sono oggetto.
    Non possiamo farci nulla se il loro blog è oggetto di lazzi vari nel WEB a causa della sua ridicola ferocia.

    http://www.irsonline.net/forum/viewtopic.php?f=1&t=6175&sid=a488d9188deed6e5ed66c6036f16b89c

    agli animatori di quella cloaca massima: Che ci guadagnate?

    prendersela con chi ha semplicmente scritto un romanzo non farà che aumentare i meritati insulti, la voglia d'ignorarvi e di disprezzarvi... ed aumenterà anche la vostra frustrazione, sì, perchè credo che tutta la vostra vigliaccheria non riesca a soffocare la consapevolezza che simili atti non si fanno... chè son contro la morale e la convivenza civile.. Perchè abbruttirvi sino a questo punto?

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  13. Il silenzio dell'autore dell'articolo sembrerebbe confermare i sospetti di DedaloNur, Maimone e Zuanne, tuttavia alcune proposte mi sembrano meritevoli di approfondimenti.
    Inizio proprio dai riferimenti indiretti contenuti nella Bibbia su Tarsis e che conducono alla Sardegna; in realtà questi riferimenti costituiscono uno dei punti d'inizio del mio lavoro tendente a dimostrare come le antiche fonti parlassero della civiltà nuragica pur conoscendola con nomi e circostanze diverse, tanto è vero che identifico Tarsis nella regione di Cagliari. Conto sull'ospitalità di Zuanne per presentare in futuro un articolo su tale argomento.
    Invece, la definizione dei Popoli del Mare come "gli omerici Pelasgi" mi sembra decisamente azzardata, in quanto il poeta si limita a segnalare l'esistenza di alcuni insediamenti pelasgici in terra greca e in Anatolia senza intervenire sulla loro origine. Inoltre, l'approdo dei Pelasgi in terra greca avviene in un periodo in cui i PdM devono ancora formarsi come coalizione-i.
    E' vero che i Pelasgi sono identificabili con i Nuragici e che questi ultimi, col nome SRDN, facevano parte dei PdM, ma a tale ipotesi conducono altri autori e l'archeologia.
    Osservo con piacere che si cominciano a definire "quasi certi" i riferimenti alla Sardegna degli SRDN dei testi egizi e della stele di Nora. A proposito di quest'ultimo reperto archeologico sardo, ora confermato dal rinvenimento nell'Isola di altri reperti che riportano la scritta SRDN, ho sempre pensato che se fossero stati rinvenuti altrove, per esempio in Anatolia e in lingua luvica, nessuno avrebbe osato mettere in dubbio l'ovvia conclusione: ovvero che gli Sherden provenivano dall'Asia Minore!

    @ Giandaniele Castangia

    a proposito del controllo "vicendevole" tra accademici le ricordo che questa sorta di reciproca valutazione delle opere vigeva già nei tempi antichi e in particolare tra i Greci, proprio per questo è possibile utilizzarle come preziose fonti di informazioni.

    Giuseppe Mura

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  14. Alexis Martin non esiste.
    Non conosco Vitale Scanu.
    Ma non trovo affatto divertente tutto questo.

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  15. Si parla di Melis...

    - se ne parla per dire che (alo solito) NON è scientificamente propositivo. Ma il (archeo)buon CASTANGIA non è aL di fuori di ogni sospetto, infatti trattasi di archeobuono e ormai anche i bambini sanno che per loro Melis è come il fumo negli occhi. Quindi ci sta tutto, ci siamo abituati.

    - Se ne parla per dire che tutto sommato ha avuto il merito di RIPRORRE PER PRIMO la questione SHARDANAdimenticatra dai tempi di Carta Raspi (dopo il fallito tentativo di Vacca). Il (nonarcheo)buon MAIMONE...

    - NON se ne parla riguardo SISARA, che invece è SOLO una teoria di Melis e di cui UGAS è assolutamente all'oscuro. Mentre il suo collega ZERTAL conosce Sisara grazie a Melis che ne scrisse nel 2005 e ne parlò con lui a Cagliari... DEDALO: capito mi hai?
    Ecco, mi preoccupa quanto ha scritto DEDALO, ceh anche senza volerlo sta compoprtandoisiu nel modo in cui temevo. Di melis si scrive e si parla solo pER DIRE CHE LE SUE TEORIE NON SONO SCIENTIFICHE.
    Non se ne parla riguardo a teorie riprese (più o meno legalmente) da altri. Come nel caso di SISARA.
    perchè non si parla di teorie secolari o MILLENARIE ERRATE smascherate da Melis?
    - L'ORIGINE di Romolo, smascherata da Melis
    - L'origine di cartagine e la favola insostenibile delk viaggio di Enea(come precisato da Maimone.
    - L'identità di Mose e la falsa storia delle sue origini, smascherata dopo 3500 anni. (il fiume che scorre al contrario).
    - L'errore di trascrizione della Bibbia in greco che traduceva YAM SUPH (paludi) con Mar Rosso. Tesi Riconosciuta questa anche da Padri della Chiesa in quel di Roma e Vaticano, con cui Melis è in contatto.
    ... e tante, tante altre "Intuizioni" forse poco scientificamente descritte, ma sicuramente REALI.
    nessuno ha mai pensato al fatto che Melis, oltre a scrivere LIBRI DI DIVULGAZIONE, ha avrebbe deciso di Portare le prove scientifiche in DIVERSE PUBBLICAZIONI, invece che tutte insieme in un GROSSO MESSALE?
    Kum Salude
    SHAR...

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  16. Conosco un VITALE SCANU che scrive per la mia casa editrice.
    Potrebbe essere lui.
    Se lo fosse posso aggiungere un'altra CATEGORIA DI DENIGRATORI DI MELIS: gli Scrittori di ROMANZI!
    Vitale ha infatti scritto TARSIS, un ROMANZO in cui include anche COSE DI MELIS... ma questa ormai non è una novità. Scopro a cadenza settimanale ormai i libri sui SHARDANA anche con FOTO oltre che teorie dei miei libri. Spesso senza neanche citarmi in bibliografia. magari citano SERGIO ATZENI che, con tutta la stima, è anch'egli un romanziere (Lo era).
    Salude
    leonardo

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  17. Riguardo AN, paiono dissoltisi nel buio da dove son provenuti. Qualcuno è sicuro che li han chiusi per consumo e spaccio di droghe? A ogni modo paiono non demordere. Il portinaio Boicheddu mi spamma: "Calma, non siamo morti, diciamo che siamo in animazione sospesa.ARCHEOLOGGIA NURAGGICA È USCITA UN MOMENTO.TORNIAMO SUBITO". O ancora: "Hanno ammazzato ArcheoloGGia NuragGGica
    È nata….NURAGGICA FENICE.Clicca e leggi". Io clicco e non esce un tubo. Penso che se non trovano uno spazio qualcuno bisogna che li aiuti ci sia. Penso con dispiacere a Desi Satta e a non poterla più leggere. Uno strazio.

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  18. @ Leo...non capisco i tuoi problemi.

    Capisco il tuo rammarico per non esser riconosciuto come chi ha per primo intuito qualcosa su Sisara e ne ha parlato. che sia fondata o meno è pur sempre una primogenitura.

    Ma io cosa posso farci e che c'entro? Perchè mi metti in mezzo?

    Ora mi sembra assai più importante preoccuparsi (e seriamente) di tizi che si appropriano dell'identità altrui per infamare la gente! garantiti dal loro vigliacco anonimato Ugas, te e chi non la pensa come loro riceve gragnole d'insulti vari e questo è insopportabile.

    Qui si era espressa solidarità alla "Desi satta" per attacchi ricevuti di dubbio gusto. Lei per tutta risposta ha continuato per la sua strada di cui fu per primo, vittima Gigi Sanna.

    Come ben sai Leo sono in disaccordo con te, e pure ho dubbi verso quanto afferma Gigi Sanna anche se spero che arrivi a dimosratre quello che vuole.
    ciononostante l'ho difeso e lo rifarei ancora.

    tu invece, di andar contro a costoro... mi accusi o hai delle preoccupazioni intorno a me su non so cosa..

    Per ritornare al vero problema..

    Se fossi nei componenti della Cloaca massima e mi guardassi allo specchio mi vedrei come un centauro.
    ma non mezzo cavallo e mezzo uomo. Soltanto mezzo sciacallo e mezzo coniglio.

    alcuni giorni fa per puro caso son capitato nell'ennesimo attacco personale rivolto ad Ugas da Desi Satta. Non lo avevo ancora letto. Cercavo informazioni sui libri di una certa autrice e su google mi è apparsa quella discussione. Per fortuna c'è stata gente come Mauro che ha difeso veementemente Ugas,.(anche se Mauro è in disaccordo con Ugas..).

    Leo non credi che tu, almeno sotto questo profilo, non dico delle idee e delle primogeniture, non ti debba sentire un poco più solidale con Ugas?

    Loro, chiunque essi siano, contano su queste divisioni

    Per quanto mi riguarda spero in vita mia di non incontrare mai gente di tal stampo. Purtroppo non conosco la loro reale identità...altrimenti farei di tutto per aiutare il destino a non farmeli avvicinare.

    Identificateli; non per fargli chissà chè, ma solo per aiutarmi-aiutarci ad evitarli.

    non vi pare questo un punto su cui essere un po più uniti nonostante le differenze di idee?

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  19. Forse qualcuno degli archeoasinis si è accorto che la gaglioffagine dei suoi compari aveva oltreppassato ogni limite e ha deciso di darci un taglio.

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  20. Dedalo, è chiaro che non posso accusarti di un bel niente... ormai ci conosciamo da anni. Io ho semplicemente preso atto di quanto hai scritto. Dove aPPARE che i tuoi riferimenti a SISARA sono per UGAS.
    E questo NOn è giusto.
    Ugas con SISARA c'entra comew i cavoli a merenda. Non perchè io non lo possa vedre o altro... io ce l'ho solo contro chi ce l'ha con me.
    MA UGAS CON SISARA non c'entra per niente! Lui non ne ha parlato mai! Manco nell'intervista relatuiva a Zertal e Al Awaht ... ese lo ha fatto è persona poco sincera e ... ma non lo ha fatto.
    Che ci si scordi che io molli l'OSSO così facilemente. Quello che è MIO lo difenderò anche contro chi mi è amico o parente... :-)
    Sono quanrant'anni di studi e di errare per siti. Altro che stare dietro banchi e scrivanie!
    SISARA l'ho identificato io e con lui ho idnetificato la cittadelloa scavata da Zertal (Al Awaht) con AROSETH GOIM... è SCRITTO!
    Kum Salude
    leonardo


    Articolo interessante, comunque. Sarebbe stato ancor più completo se l'orientalista avesse anche fatto un piccolo accenno al termine
    SISARA.

    perchè le teorie di
    UGAS

    saranno senza dubbio la schiuma e la lordura della produzione accademica isolana, però tra le "coincidenze che non possono essere un caso" non potrebbe annoverarsi anche che

    il termine SISARA

    sia...in relazione al monte Sisara (con alcuni nuraghi in quel d'alguer) e magari al termine Sessar del nuraghe aido entos?""

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  21. Caro Leo...

    Ho nominato Ugas proprio in conseguenza del trattamento di cui è stato recentemente oggetto e per provocare l'Articolista. Ho solo simulato e come altre volte ho fatto finta di non capire certe stolide ironie. tanto era pure troppo tardi per controllare e caracollavo per il sonno.

    Nominare Ugas m'è parsa la cosa migliore che potessi fare per provocare almeno una seconda risposta all'articolista (ed infatti mi sono pure autonominato.. e non ho coinvolto persone terze come te..)
    volevo vedere sino a che punto si spingeva "Vitale scanu".
    Purtroppo non è servito a nulla e l'Anonimo imbecille s'è guardato bene dallo scrivere qualcos'altro.

    Che Ugas non ti abbia citato nel suo libro è tutto un altro paio di maniche e francamente non c'entra nulla con questa discussione.
    Gli accademici citano gli accedemici. un Dilettante per sperare d'esser citato deve almeno sforzarsi di giocare al gioco e alle regole degli accademici. ed anche i questo caso non deve contarci assolutamente. non deve scrivere e studiare con questa vana speranza.

    Per di più tu hai sempre giocato con regole tutte tue e questa è senz'altro stata la tua forza. Non te la prendere, ma visto che insisti, tu hai mai citato i vari autori che prima di te han parlato di Shardana? Che io ricordi, pochi...; cistati per es. il Pittau che anche nel 1980 identificava i shardana con gli antichi sardi di fronte all'IIPP?

    Tu non puoi o non vuoi citare loro per fare il tuo gioco. loro non possono citare te e non lo vogliono perchè fanno gli accademici.

    questo è tutto...in amicizia e con la solita franchezza.
    Comunque sia è tuo merito aver fatto diventare popolare il tema dei Shardana e questo te l'ho sempre riconosciuto.

    ciao e no t'aorkada!

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  22. Concordo sul fatto che con Leo il tema degli shardana sia diventato popolare in Sardegna.
    Ma non credo che dal punto di vista scientifico abbia aggiunto qualcosa di rilevante.
    Mi spiego meglio, l'idea che gli Shardana arrivino dal vicino oriente nel 2300 è stata teorizzata da Raffaele Sardella.
    Lilliu e Patroni che ritenevano che gli shardana fossero i nuragici li vedevano di stirpe occidentale (e su questa scia continua muoversi Giovanni Ugas).
    Pittau vide l'arrivo degli shardana nel XIII secolo e una loro fusione coi nuragici.
    Nello studio di Pittau vi era una cotraddizione di fondo se gli shardana arrivano nel XIII secolo, non è giusto chiamare gli indigeni precedenti a quel tempo come sardi. Io i nuragici li ho definiti ( nel mio ARCHEOLOGIA DEL PAESAGGIO NURAGICO) come ilienses , balari e corsi (ritengo che vi siano eleementi di natura archeologica, storiche e linguistiche per giustificare l'esistenza di tre popoli nuragici). Pittau (in privato e anche su questo blog) ha acconsentito con me sul fatto che è erroneo definire i nuragici precedenti il XIII sec. come shardana, lui dice che bisognerebbe definirli come pre-sardi.
    Dunque è vero che Melis ha contribuito a rendere la questione shardana popolare.
    Ma la sua proposta (nuraghi costruiti tra l'8500 e il 3500 a.C., arrivo degli shardana nel 2300) è indimostrata e alquanto inattendibile.
    Se si dimostrasse che la lingua precedente al latino fosse la sumero-accadica avrebbe ragione Raffaele Sardella non certamente Leonardo Melis.

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  23. @ Dedalo

    Il problema è stabilire che cosa intendiamo per "dilettantismo". Ora solitamente dilettante è colui che agisce mosso da una tesi precostituita (solitamente esplosiva), sorretta da scarsa competenza, e con limiti bibliografici evidenti. Siamo sicuri che coloro che oggi stanziano in ambito accademico non siano ammantati proprio da qualcuna di queste stesse caratteristiche che solitamente attribuiamo agli amateurs? E che invece tra gli amateurs non si annidi qualcuno portatore di idee giuste e ben provate?. Vedi il discorso mira a stabilire alla fin fine, una cosa di cui spesso trasversalmente qui si è discusso: "qual è il grado di onestà tra gli studiosi sardi accademici?". Vogliamo aprire un dibattito? O temiamo che ci si possa chiudere questo spazio,aprendolo?

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  24. Il successo di Leo ha posto l'Accademia di fronte a scelte dolorose e che comunque pretendono molto coraggio. Dopo Leo sui Shardana è stato un pullulare di domande e aspettative che l'Accademia è incapace d'arginare con risposte convincenti. Le opzioni base se ci pensate sono 3 soltanto:
    1 che i shardana non abbiano assolutamente nulla a che fare con la Sardegna. Questa spiegazione necessita coraggio perchè bisognerebbe spiegare alcune coincidenze, come il nomen SRDN, o perchè no, la presenza Pheleset in Sardegna. Soprattutto bisognerebbe andare contro alla totalità della dottrina internazionale che relaziona i Shardana con la Sardegna in origine perchè li identifica in un modo o nell'altro con i nuragici,o come migrazione levantina successiva al 1200 a.C.
    2 che i shardana siano comparsisuccessivamente al 1200 che dunque non siano originariamente sardi ma un popolo migratore. Questa soluzione richiede coraggio soprattutto da parte degli archeologi sardi pittosto che da quelli internazionali. perchè son loro che dovrebbero supportare questa ipotesi con prove materiali, e con una cesura mentre parlano da vari dcenni di sostnziale continuità della cultura nuragica dal bronzo medio al primo ferro, in cui semplicmente s'innestano apporti culturali levantini grazie ai rapporti con gli egei.
    Credo che solo in pochi ancora si rendano conto dell'immenso coraggio dimostrato da Bernardini e degli sviluppi futuri a cui ha aperto..
    3) la tesi che richiede più coraggio e quindi più debole è quella di Ugas e a cui pertanto sono ormai affezionato. Voglio che non si spenga.
    per quali motivi richieda più coraggio è sotto gli occhi di tutti.
    oltre ai grandi problemi archeologici (che ci sono anche per le altre ipotesi..)Vi sono i pregiudizi e dogmi ex-oriente lux, le idiosincrasie ideologiche che suscita.

    In realtà ci sono anche delle soluzioni di sintesi delle opzioni 2 e 3 ma non siamo maturi per esse, per cui son contento che la dialettica si svolga ancora su questi capisaldi.

    Ora il punto è che nessuno vuole esporsi più di tanto. Soprattutto non lo vogliono fare gli accademici. ogni scelta presenta più problemi che soluzioni. Per questo l'azione di Leo è stata tanto invisa ad alcuni quanto salutare per noi tutti.

    @ Illiricheddu...
    La sua linea di principio è senz'altro giusta. D'altronde altrove gli eretici sono visti come qualcosa di salutare. qui qualcuno imita i tempi di Giordano Bruno. Perchè se no Zedda trovò porte chiuse qui...e porte aperte altrove?

    Però discutere dell'onestà intellettuale degli archeologi...è inutile e anche dannoso. Tanto volenti onolenti si finisce con il far di tutta l'erba un fascio..perchè purtroppo si deve generalizzare per non colpire e citare direttamente in causa i singoli. Io sarei costretto a fare così perchè non conosco personlmete in singoli archeologi. Sarebbero parole al vento.

    Il dilettante deve fare l'uomo contro...che nopn vuol dire il bastian contrario o il disprezzatore di un intera classe di professionisti. Deve fare l'uomo contro come l'intendeva Montanelli.

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  25. Ho dimenticato un post scriptum. A memoria ricordo che nell'alrticolo di Desi Satta (contro ugas), vi fossero scritte più o meno queste parole:

    il problema shardana è un poblema marginale nel mondo accademico. utile per comprendere l'intrecciarsi delle culture nell'età del bronzo e basta.

    più o meno così stava scritto.
    queste sono le frasi che andrebbero commentate. Una persona che quasi senz'altro ha agganci con il mondo accademico (sennò perchè parlerebbe così?) o che adirittura ne fa parte...

    dice che il problema shardana sia di poco conto...

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  26. Effettivamente oggi non é facile distinguere tra "accademici" e "dilettanti". I primi dimostrano un certo pressapochismo (é innegabile), gli altri una certa professionalità. Il tutto si mischia in qualcosa di inestricabile. Ho appena terminato di leggere un libro di Zoroddu dal titolo: i fenici non sono mai esistiti, dove gliele dà di santa ragione ai "cercatori di cocci" (termine da lui impiegato per indicare gli archeologi)

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  27. @ Maimone

    attento Maiomone, non fare l'errore di tacciare di "pressapochismo" tutto il mondo accademico, così rischi di scoraggiare anche i pochi...coraggiosi. D'altra parte qualcosa si sta muovendo, anche una piccola breccia può essere sufficiente a far crollare una grande diga. Oggi, ad esempio, leggevo uno di quelli più "resistenti", il quale, per giustificare il rinvenimento di ceramiche nuragiche disseminate lungo le antiche rotte mediterranee, afferma che le lasciarono i Nuragici che salivano a bordo delle navi orientali.
    Insomma, ammette che gli antichi Sardi navigavano, ma a bordo delle navi altrui! Abbi pazienza, sicuramente i Nuragici rinunceranno anche alla nave-stop e saliranno finalmente a bordo delle loro imbarcazioni.
    Quanto ai "dilettanti" (perdonami ma io la penso così) quanto propongono ha il diritto di essere valutato in base al contributo di idee e al grado di scientificità, non per la fervida fantasia degli insulti rivolti a terzi. Ritengo che sia fiato (anzi scrittura) sprecato; io personalmente mi annoio a morte quando leggo pagine intere dedicate agli improperi.
    A si biri

    Giuseppe Mura

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  28. @ Giuseppe Mura

    Mi dispisce se ho dato questa impressione, ma non era mia intenzione. Quando parlavo di "pressapochismo" degli accademici mi riferivo a certuni che traggono conclusioni campate in aria, non suffragate dai dati di scavo. Diciamo che spesso si danno a conclusioni di fantasia, talvolta più fantastiche di certi autori indipendenti. Tu stesso ne fai un esempio nel tuo intervento. Idem per quanto concerne i cosiddetti "dilettanti". Siccome da loro ci si aspetterebbe opere da dilettanti, appunto, é piacevole constatatare che spesso non é così. Io credo che i due tipi di studiosi si integrino in modo proficuo quando hanno svolto il loro compito con serietà e preparazione. Se invece non lo hanno svolto come si comanda, allora sono da rigettare entrambi.
    Insomma, il fatto che sia un accademico non lo salva dalla stroncatura. Anzi...

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  29. Leonardo Melis ha scritto 5 libri

    dedicati alla storia dei shardana e dei popoli del mare, con
    - tre quattro edizioni e ristampe per ognuno dei titoli, Oltre alle - 9 ristampe di "Shardana i Popoli del Mare" ... che ha anche
    - l'EDIZIONE FRANCESE... beh!

    Tutto questo per scvrivere SOLO CHE I SHARDANA ARRIVANO NEL 2300 in Sardinia! Teoria oltretutto presa dal compianto Sardella???

    MAh! La TIRRIA fa scrivere anche queste cose (la TIRRIA è l'INVIDIA SARDA, che è più micidiale di quella italica!).
    Intanto Melis dice che gli URIM (i PdM)
    - uscirono da UR intorno al 2000 a.C....
    - ne ricostruisce il tragitto (i tragitti), ne identifica gli eredi, idntifica i costumi e le armi...
    - le tracce del linguaggio...
    - la presenza idntificata di alcuni personaggi come SISARA, NEB.KA.SET/MOSE...
    -L'identità di alcuni faraoni dei PdM
    -Il legame storico con personaggi della Storia
    - Le affinità dei shardana con altri popoli europei mediterranei e orientali
    - Ne scopre i documenti scritti (Pozzomajore...)
    - scopre sigilli e documenti riferiti a loro (sigillo di SHEMA, Testo assiro su guardia del corpo shardna presso i re Sennakerib e Sargon I)
    - Ne identifica i tessitori di BISSO e TINTORI DI PORPORA e architetti nella tribu di Dan...

    CINQUE LIBRI! Fossero anche romanzi... qualcosa ci sarà pure di NUOVO! Di esagerato forse, ma sempre NUOVO! DISCUTIBILE e PROBABILE... come si è spesso verificato (vedi SISARA).
    KUM SALUDE
    LEONARDO

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  30. X il gestore del FORUM:
    MODERARE il linguaggio di certa gente non sarebbe male... del resto NESSUNO (a parte la Banda Ainis) qui ha mai usato TERMINI al limite del PENALE. Se la cosa continua, poichè NON sono mai io a cominciare la diatriba, ma SOLO un personaggio che lo ha anche dichiarato a chiare lettere "che perseguiterà Melis fino a...).
    Vorrei che una volta tanto il GESTORE prendese seriamente in coinsiderazione il fatto che UNA persona continua a stuzzicare CHI non ha nessuna intenzione di abbassarsi a diatribe di cortile. Ilo sottoscritto, Le poche volte che risponde si vede appostrofato con termini ai limiti della LEGALITA e della DECENZA.
    CaRO pINTORE,comincio a essere stanco di questa situazione. Questo è un forum di amici (fino ad ora tale lo ritengo). Ma se uno non può scrivere senza essere cointinuamente PROVOCATO da una persona con PROBLEMI SUOI PERSONALI a me ignoti... Beh! Vorrà dire che a te poco importa di avere un FORUM moderato (non volgio dire che A TE POCO IMPORTA che ci sccriva io).
    Sono stanco di questo MOLESTATORE e penso di avere altro da fare che rispondere a queste provocazioni.
    Kum Salude
    leonardo

    RispondiElimina
  31. Caro Leo,
    in effetti lo è, un blog di amici (anche se con incursioni di persone che tanto amiche non sono). E proprio per questo, solo chi si sente offeso ha il diritto di chiedere a chi lo modera di cancellare le offese, senza sentirsi accusare di censura.
    Prendo atto che ti sei sentito offeso e che, in tutta legittimità, non intendi più esserlo. Cancello tutto ciò che riguarda il brutto episodio

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