venerdì 2 aprile 2010

Ecco perché i nuragici non possono essere gli SRDN delle cronache egizie

di Mauro Peppino Zedda

Sul finire del XIV sec. a.C. nel nuraghe Arrubiu di Orroli un alabastron peloponnesiaco del TE IIIA:2 veniva rotto nello strato di fondazione del nuraghe (Lo Schiavo e Sanges 1994). Il reperto rappresenta, allo stato attuale degli studi, il più antico manufatto di provenienza egea rinvenuto in un contesto nuragico (Cultraro 2006).
Una testina d’avorio raffigurante un guerriero miceneo datata tra il TE IIIA:2 e il IIIB realizzata in Grecia è stata ritrovata a Decimoputzu (Cultraro 2006).
In quel di Antigori (Sarroch) un’articolata stratigrafia documenta materiali micenei compresi tra il TE IIIB e il IIIC:1 corrispondenti al periodo tra il 1250 e il 1140 a.C.
In Sardegna relativamente a quanto edito sino al 2005 si sono ritrovati materiali micenei in una ventina di siti (Lo Schiavo 2003; Cultraro 2006).
A Kommos (Creta) in un contesto del TM IIIB, sono state rinvenute ceramiche di impasto prodotte in Sardegna nel BR (Cultraro 2006).
A Cannatello (Sicilia) è attestata la presenza ceramiche prodotte in Sardegna nel BR e BF (Albanese Procelli 2006).
Nel poliandro Su Fraigu di San Sperate è stato ritrovato un sigillo vicino-orientale del XIII sec. a.C. (Lo Schiavo 2003).
Il punto di irradiazione della ceramica grigio ardesia (che si inquadra cronologicamente nel BR nuragico; Campus e Leonelli 2000; Lugliè 2005) è stato individuato nella costa anatolica e nel Dodecaneso (Cultraro 2006; Benzi 1992).
Le analisi chimiche eseguite sui lingotti di rame ox-side ritrovati in Sardegna e nel resto del Mediterraneo attestano che provengono dalla miniera di Apliki a Cipro (Gale 2003).
Nel BF le spade, le fibule, le asce, denunciano influenze sia iberiche che levantine (Lo Schiavo 2003; Lo Schiavo 2004).
Se non conoscessimo l’esistenza degli shardana attraverso le fonti egizie, avremmo preso atto delle influenze culturali egeo-anatoliche e ben difficilmente avremmo posto quelle influenze in connessione con la denominazione del nome dell’Isola.
Ma la questione non è eludibile. É doveroso cercare di capire se i nuragici fossero o non fossero gli shardana citati nei testi egizi.
Lilliu ha sostenuto che lo fossero, la gran parte dei suoi discepoli sono amorfi alla questione (come su tante altre), salvo Ugas che sostiene con forza l’idea che i nuragici siano gli shardana. Lo inviterei a riflettere su uno scritto di Lucia Vagnetti: «Moreover, in regard to the identification of the Sherden with warriors of Sardinian origin, a further difficulty arises from the almost complete lack of evidence for armor and weapons in Sardinia in the local Middle and Late Bronze Ages. Although this is admittedly an argumentum ex silentio, it is surprising that, if the Sardinian of the 14th century were renowned warriors enlisted in the service of Egypt, no trace of weaponry has been preserved in their supposed area of origin. If the warrior status had a particular importance for the Nuragic people, it should be visible in tombs» (Vagnetti 2000).
Mi pare che queste ragionate considerazioni oltre alla questione shardana, chiariscano che le terrificanti armi nuragiche del BM e BR sono esistite solo nella fantasia di Lilliu e continuano ad esistere in quella ancora più fervida di Ugas.
Recentemente Lo Schiavo ha timidamente proposto che i Tursha siano arrivati nel Nord e gli shardana nel Sud dell’Isola (Lo Schiavo 2003). Ma non è entrata nel merito della questione. Sembra che le poche righe dedicate all’argomento siano finalizzate a specificare che prende le distanze da coloro che individuano i nuragici negli shardana citati nei testi egizi.
Tra gli studiosi della preistoria del Mediterraneo la gran parte condivide e opera sulla scia della proposta di Sandars. Tra questi mi pare che la proposta più verosimile sia quella di Giovanni Garbini che individua nei fabbricatori della ceramica micenea l’insieme dei popoli del mare. Per lui le popolazioni egeo-anatoliche che arrivarono in Sardegna e si mischiarono con i nuragici bisognerebbe definirle come sarde-micenee, secondo gli altri (Lo Schiavo et Al. 2004; Ruiz-Galvez et Al. 2005; Cultraro 2006) erano cipriote e levantine.
Secondo me i nuovi arrivati si stabilirono in insediamenti costieri e da lì prese inizio una rete di rapporti economici infarciti da scambi culturali e matrimoniali. Con la mia proposta l’entità numerica delle genti egeo-anatoliche arrivate in Sardegna potrebbe essere inferiore a quella presupposta da altre ipotesi. Gruppi allogeni che conservano la propria identità negli insediamenti costieri, mantenendo stretti rapporti con la madrepatria, hanno una capacità di influenzare tecnologicamente e culturalmente gli indigeni in misura ben maggiore di quella che avrebbero degli allogeni mescolati con gli indigeni.
L’immigrazione ipotizzata da Garbini o dalla Lo Schiavo avrebbe nuragizzato gli allogeni piuttosto che produrre i cambiamenti che caratterizzano il BF della Sardegna.
Quei sardi citati nelle fonti egizie si stabilirono in Calaris&Company e meticciati con ilienses e balari, giocarono un ruolo di primissimo piano nei traffici del Mediterraneo occidentale.
Dopo questo tortuosissimo escursus, mi piace aggiungere che riconoscerei volentieri i nuragici come corrispondenti agli shardana se si riuscisse a spiegare in modo verosimile le seguenti obiezioni:
dove sono i resti che testimoniano la tecnologia del bronzo nel BM;
dove sarebbero le armi in stile nuragico;
come si spiega che a partire dal XIII sec. a.C. la Sardegna diventa un ponte tra l’Occidente e l’Oriente del Mediterraneo;
in che modo può essere motivata l’assunzione di metallurghi orientali a partire dal XIII secolo a.C. ;
come mai le spade votive delle fonti sacre sono modelli di spade micenee;
se l’Isola veniva denominata Sardinia già dall’epoca nuragica, come mai gli storici greci fanno “confusione” sul suo nome.
I nomi vanno e vengono. Interessante al riguardo il modo col quale vengono definiti e si riconoscono i barbaricini, cioè i più vicini discendenti dei nuragici.
Così come i barbaricini hanno accettato quel nome in quanto abitatori della Barbagia, non deve stupire che la totalità degli abitanti dell’Isola divennero sardi in quanto abitanti di Sardinia.
Nei tempi della conquista romana gli indigeni mastruccati ilienses, balari e corsi discendenti dei costruttori dei nuraghi, culturalmente appartenenti alle genti europee e mediterranee che tra il V e il II millennio a.C. hanno cavato, lavorato, sollevato, trasportato, innalzato, colossali macigni per costruire “macchine astronomiche” con funzioni funerarie o sacrali, divenivano agli occhi degli storici romani i sardi pelliti e in altre occasioni (più appropriatamente) ilienses, balari e corsi.
Quanto scritto sopra è stato estratto dal 19° capitolo di Archeologia del Paesaggio Nuragico.
Ora aggiungo la seguente questione se i nuragici fossero stati gli shardana citati dalle cronache egizie , dove sarebbero gli elementi che attesterebbero due secoli di rapporti (tra il XV e il XIII sec. a.C.) tra le due regioni?
É evidente che gli Shardana giunsero nel Isola che poi da loro prese il nome nel XIII sec. a.C.

30 commenti:

  1. Complimenti per l'Aricolo anzitutto, sempre stimolante.

    Parto dalla fine, poi riprendo i punti che per te occorre spiegare circa l'autoctonia dei Shardana, ed infine ricritico le tue tesi.

    Purtroppo e lo ammetto in chiaro, non posso ribattere quanto vorrei e potrei, vista la deplorevole attività di divulgazione; deplorevole perchè tendente a divulgare i contenuti dei forum, piuttosto che di libri introvabili in Sardegna, che invece sarebbe encomiabile.

    quindi dal basso all'alto del tuo articolo:

    giacchè sei solito rispondere a domande con altre domande, credo che non ti dispiacerà se farò altrettanto.

    Quindi alla tua domanda circa gli influssi egizi in Sardegna rispondo che anche la tua teoria soffre del medesimo problema e per me, in misura ancor maggiore:

    se infatti i shardana sono anatolici del dodecanneso perchè quando giungono in Sardegna, non portano con se u briciolo di cultura egiziana nell'isola? la loro origine anatolica li avrebbe dovuti esporre ad un ben più alto influsso che non la loro autoctonia occidentale, ti pare?

    veniamo ai punti che occorrono per dimostrare l'autoctonia:
    - armi in stile nuragico: da iroxi sino alla daga di Olmedo, passando per le daghe de Su Mulinu, San Cosimo, Siniscola, forse anche quelle di Ottana. eran armi a base semplice, senza lingua da presa, ritrate anche nelle statue stele menhir, quelle di derivavione Iroxi con influenze sia iberiche che italiche. A codolo e di derivazione italica quelle di Siniscola.

    -metallurgia del bronzo: c'era ed era custodita nei nuraghi, in cui infatti sono stati rinvenuti depositi di asce, probabilmente tesaurizzati: le asce eano anche lingotti. Del resto scompare del tutto, e non solo in Sardegna ma pure in Corsica, l'industria litica.

    Ovviamente dobbiamo pur prendere in considerazione come la conoscenza della metallurgia del bronzo medio sia inficiata da reperti fuori contesto e dal ri-fonditura pratica largamente attestata in tutte le culture.

    a queste tue richieste:
    - dal XIII sec. a.C. la Sardegna diventa un ponte tra l’Occidente e -l’Oriente del Mediterraneo;
    assunzione di metallurghi orientali a partire dal XIII secolo a.C. ;

    non rispondo anche se posso. Le mie idee divergono dalle tue ma ti assicuro che sono del tutto verosimili e non fantascientifiche; inoltre devo studiarle meglio; e questo periodo è quello ch è.

    Noto cmq che la tua prospettiva ex-oriente lux ti impedisce anche solo di prendere in considerazione altre strade.

    le spade votive modelli di spade micenee? cioè del rapier? perchè facevano modellini di spade micenee, inutilizzabili, mentre di spade micenee vere e proprie non se ne trovano affatto? strano per dei conquistatori od estranei che come minimo dovevano prendere precauzioni verso eventuali contrasti con gli indigeni; o si fidavano tanto ciecamente dei nuragici da giungere disarmati in Sardegna e poi cercare armi nell'atlantico od in Italia?

    il nome dell'isola: anche su questo non rispondo, ma ho pure risposto altrove e fin troppo.

    Segue....

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  2. Sui reperti orientali nel bronzo recente in Sardegna abbiamo credo gia discusso, essi non forniscono prove di insediamenti permanenti di genti stranire ma di contatti. Ho gia citao il Pallottino.

    Gli argomenti che il Pittau utilizza per confutare l'invasione e la colonizzazione fenicia nell'età del ferro, a maggior ragione credo si possano utilizzare per confutare l'eventuale colonizzazione nel bronzo recente, che sarebbe provata, da tali reperti.

    Tutti i siti che hai citato, sono di cultura nuragica. le ceramiche di Kommos, sono definite nuragiche non modelli di ceramiche anatoliche fatte in sardegna; discorso che si fa per la sola Mic IIIc e mi pare per alcuni cocci ciprioti.

    Che nel sud sardegna ci fosse una maggiore apertura agli influssi esterni è documentato in tutte le epoche.
    Anche Hoskin (e tu certo lo saii meglio di me) nel su stele e stelle (se ricordo bene) spiega il più eterogeneo costume d'orientamento delle tombe dei gigani, con una maggiore esposizione agli influssi esterni.

    del resto, la spaccatura nord sud a cui corrisponde la diversa tipologia di ceramica,nell'isola, è gia segnalata (lo dico per chi ritiene baggianate la questione circa gli orientamenti) dalla questione scala in andito (nord) scala in Sala (sud).

    Una nota: i colonizzatori shardana giungono in Sardegna per profittarsi delle loro risorse minerarie e portano con se lingotti in rame piuttosto che rapier micenei?

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  3. dimenticavo:
    quando si parla di influssi (egei, atlantici e via dicendo) nelle spade non si deve utililizzare l'influsso per provare che le armi furono fatte altrove, e che la sardegna fsse priva di capacità in tal senso.

    Anzi il fatto che in Sardegna si copiassero,misceland diversi influssi (gia provato nella spade iroxi) è segno di grande intelligenza, perchè ci si appropria di vlta in volta alle armi più tecnologicamente avanzate.

    oltre a iroxi un discorso di questo genere si può fare per le carps'e tongue.
    Quindi l'ipotizzato influsso levantino nelle spade votive, assente in tutto il resto dell produzione sarda, di marca italico atlantica, andrebbe pesato meglio.

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  4. Infine la iper citata, Sandars era proprio colei che negava qualsiasi cnfonto tra spade egee e dei popoli del mare. Più attinente è i discorso di Drews, ma Mauro drews non ha proprio voglia di prenderlo in considerazione.

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  5. ehhh! Una volta scrivere di shardana suscitava critiche e ilarità... ora tutti li infilano nei loro scritti, ARCHEOBUONI, CATTEDRATICI e perfino out-siders... le cose sono cambiate. OGGI sacrivere di shardana FA VENDERE.... che poi uno faccia copia incolla da due otre scritti senza una logica... fa niente. Meglio che essere FANTARCHEOLOGI DI STAMPO SARDISTA CON PULSIONI INDIPENDENTISTE!... :-)

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  6. Caro Leo,
    anzitutto un saluto e un augurio di serena Pasqua a te e i tuoi cari ma...rispondi nel merito. Zedda ha proposto interessanti riflessioni. Io seguo logiche differenti ma ho apprezzato l'articolo e risponderò con le solite osservazioni di carattere logico e archeologico. Non puoi sempre riproporre questa storia dei fantarcheologi, diventa noioso leggerti sempre in questa veste.
    A Zedda faccio osservare che siamo alle solite, trite e ritrite proposte che non tengono conto della civiltà che i sardi hanno elaborato nei secoli precedenti.
    Non è utile citare studiosi che ignorano quale sia l'evoluzione degli studi e degli scavi che trattano il periodo XVI-XIII a.C.
    Sant'Iroxi è deliberatamente relegato in un cantuccio.
    I nuraghe si continua a non menzionarli.
    Tutto ciò che è ceramica (cioè dati archeologici) non viene minimamente considerato.
    Si appiccicano dati e teorie che trovano riscontro solo fuori dell'isola per tentare di dimostrare che i shardana arrivarono in armi in Sardegna, la conquistarono e imposero il proprio governo. Come se architetture, sepolture, metalli, ceramiche e attività commerciali siano da cancellare o ignorare.
    Ho risposto con argomentazioni complete nelle settimane precedenti e oggi mi trovo a dover riprendere gli stessi discorsi.
    Mi dispiace Peppino ma non sei convincente.
    Comunque Buona Pasqua.

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  7. BEH! A dir la verità, io non la ripropongo. Rimarco il fatto che la RIPROPONGONO continuamente: ARCHEOBUONI,CATTEDRATICI, OUT.SIDERS... anche fra i presenti frequentatori di questo blog. Come dire... faccio dellautoironia... invece che stare apropagandare i meiei libri, come fanno altri. Sempre qui presenti nel blog.
    quanto ai shardana che arrivano nel XIII sec.... beh! Non è il caso di prendersela troppo! capita a tutti di sbalgiare STRADA e EPOCA! I shardana lessero male le istruzioni dell'ORACOLO... che fu naturalmente GIUSTIZIATO subito dopo... Tranquilli! pare che comunque i shardana riuscirono a invertire in tempo la rotta e raggiungere TUTTI GLI ALTRI Popolidelmare che andavano VERSO ORIENTE!
    Kum Salude! e, anche se la VERA PASQUA (quella scientifica) è già passata, AUGURI DI CUORE A TUTTI... persino a chi mi dà del FANTARCHEOLOGICIO ecc... ecc...
    leonardo

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  8. A Montalbano e Dedalonur, direi citate un solo, dico un solo oggetto che i nuragici avrebbero preso in Egitto e portato in Sardegna nei tempi compresi tra il XV e il XIII secolo a.C.

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  9. Dedalonur scrive: "i colonizzatori shardana giungono in Sardegna per profittarsi delle loro risorse minerarie e portano con se lingotti in rame piuttosto che rapier micenei?"
    Come ho scritto nel libro citato erano a "caccia" di stagno atlantico, e gli insediamenti di Calaris & Company gli sevivano come base d'appoggio.

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  10. dedalonur scrive: "Quindi alla tua domanda circa gli influssi egizi in Sardegna rispondo che anche la tua teoria soffre del medesimo problema e per me, in misura ancor maggiore:

    se infatti i shardana sono anatolici del dodecanneso perchè quando giungono in Sardegna, non portano con se u briciolo di cultura egiziana nell'isola? la loro origine anatolica li avrebbe dovuti esporre ad un ben più alto influsso che non la loro autoctonia occidentale, ti pare?"

    E no che non mi pare , non mi pare proprio! quei quattro gatti di shardana che arrivano in Sardegna nel XIII secolo è possibile che l'Egitto non videro mai!
    Viceversa se i nuragici fossero gli shardana non si capisce come i due o tre secoli di frequentazione dell'Egitto di oggetti egizi nella cultura materiale nuragica non se vede neanche l'ombra!

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  11. Vorrei segnalare a Zedda che i commerci del Bronzo erano internazionali. Le merci viaggiavano in lungo e in largo per il Mediterraneo (e non solo) e i lingotti ox-hide (tra l'altro con evidenti segni impressi) mi pare che fossero vere e proprie monete (talenti) dell'epoca.
    ...inoltre da dove provengono i corridoi ogivali che troviamo presso gli Ittiti?
    Sai che il metallo viene continuamente fuso per ottenere altri oggetti?
    Tu stesso citi il vaso dell'Arrubiu...come vogliamo considerarlo?
    Le navi che solcavano il Mediterraneo escludevano la Sardegna dalle rotte?
    Che materiali vorresti trovare? Come distingueresti un manufatto sardo da uno orientale? Conosci le ceramiche delle facies Sant'Iroxi, Sa Turricula e Monti Mannu? Quelle ingubbiate e scure?

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  12. Vorrei tornere sulle supposte armi nuragiche del Bronzo Medio, ho citato un passo di Lucia Vagnetti, penso che sia noto che è la maggiore archeologa italiana nell'ambito della miceneologia, che è in stetto contatto con la Lo Schiavo della quale penso che si sappia che è nota come la maggiore esperta di bronzistica.
    Stai Tranquillo Dedalo che se nel bronzo medio il bronzo era comune come pensi tu nelle tombe di giaganti (ovviamente in quelle inviolate) lo si troverebbe in gran copia!
    Non so se domani potrò rispondere ad eventuali altre osservazioni, se non potrò domani lo faro martedì prossimo!
    Bona paska a tottusu!

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  13. Caro MOntalbano, quando entità statuali orientali avevano bisogno vitale di forti approvvigionamenti di stagno , vanno prenderselo anche nell'Atlantico (attraverso anche il Rodano), la Sardegna diventa uno scalo strategico di fondamentale importanza.
    Comunque sia se mi citi un solo reperto egizio trovato in un contesto nuragico compreso tra il XV e il XIII sec. a.C. sarei pronto a prendere in considerazione l'ipotesi (nuragici = shardana) del tuo maestro (mio amico) Giovanni Ugas, se ne trovi più d'uno allora diventerebbe una ipotesi verosimile, ma se non ne citi alcuno è infondata!

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  14. Al venditore di frottole che strilla slogan, gli faccio notare (a lui beniteso, i lettori ben lo sanno quanto e più di me!) che piuttosto che a un uomo di scienza assomiglia a un venditore ambulante di cianfrusaglie!

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  15. Ecco, questo è Zedda! Il livello intelettuale si desume dalle sue colorate espressioni.
    A proposito di venditori di cianfrusaglie. dal suo scritto si desume che anche i SHARDANA erano venditori di tale merce (secondo zedda). Infatti i LINGOTTI OXIDE che per zedda sarebbero cirpioti, si trovano presso le MINIERE DI RAME della sardinia. Curioso che, con tanto rame presente in sardinia, i Shardana spacciassero quello cipriota per RAME ESTRATTO da Raminosa o da SOLKY... Curioso davvero!
    A proposito invece di reperti egizi: di sicuro nelle mie conferenze ne mostro MIGLIAIA reperiti in sardinia e spacciati (naturlamente) per "EGITTIZZANTI".
    Lo scatto rabbioso del Zedda è fuori posto. Io non mi riferivo (solo) a LUI, quando scrivevo di ARCHEOBUONI e CATTEDRATICI che USANO il nome SHARDANA en passant per vendere i loro libri. O forse Lui si è immedesimato negli OuT.SIDERS? beh! Forse...
    CAMOMILLA! CAMOMILLA!
    Siamo fra gente civile, perbacco baccone! ... Il linguaggio scurrile non si addice a chi si RITIENE fonte di scienza e di sapere.
    E poi ci sono delle signore...
    Kum Salude
    leonardo

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  16. Il comico Melis non conosce la cronologia dei reperti egitizzanti, peccato che Phoinix potrebbe dirti (ma forse fa bene a non perdere tempo con te) che quegli oggetti sono di epoca fenicia! 700 (circa) anni dopo la citazione degli shardana nelle cronache Egizie.
    Qunado dici "questo è Zedda" si certo sono uno che oltre a pensarlo ha il coraggio di dire che Melis sia un venditore di fumo(ne ho le prove), nei tuoi discorsi non tieni in considerazione l'unico dato certo (sino a prova contraria) della 'archeologia, la sequenza culturale (stratigrafica) della cultura materiale!

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  17. Melis scrive: "Infatti i LINGOTTI OXIDE che per zedda sarebbero cirpioti, si trovano presso le MINIERE DI RAME della sardinia."
    in primis quei lingotti non si trovano in miniere, ma la cosa più importante e che l'analisi chimica di quei lingotti dimostra che provengono dalla miniera di Apliki in Cipro.

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  18. @ Zedda
    Il rame sardo è di qualità più pregiata di quello cipriota. Non possiamo escludere che nella fitta rete di scambi con il vicino oriente ci fosse la possibilità di importare rame rosso (quello cipriota) in cambio di rame buono. Ho letto qualcosa in merito alla qualità e alla composizione, e proverò a cercare gli articoli per essere più preciso, ma il dato che hai sottoposto è certo. Al contrario di bronzetti e navicelle che sono realizzati con lega di rame sardo e stagno britannico.

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  19. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  20. @ Zedda:
    sui reperti egiziani mancanti in Sardegna,come su altre faccende, credo che Ugas abbia preso un abbaglio. Del resto Lui come tutti quelli che citi ha dato per scontate troppe cose.

    ma chi come te usa il suo errore, senza riconoscere che la prova da te pretesa dovrebbe essere presente in modo equidistante ed obiettivo, anche nell'ipotesi in cui i Shardana provenissero dall'anatolia, credo che stia ragionando in modo assai parziale e poco obiettivo: ovvero sta solo facendo ragionamenti di comodo a supporto delle sole sue tesi.

    anzitutto, che c'entra che fossero 4 gatti?

    ammesso e non concesso che lo fossero (in realtà non sappiamo neppure questo), questi 4 gatti, avrebbero inondato la Sardegna di reperti egei, dato il nome all'isola, influenzato l'intera cultura nuragica, insegnato ai nuragici a navigare come a trattare i metalli, senza lasciare un misero coccio egiziano, o al più un coccio anatolico influezato dalla cultura egizia?

    poi scrivi:
    quei quattro gatti di shardana che arrivano in Sardegna nel XIII secolo è possibile che l'Egitto non videro mai!

    ma il XIII secolo, se non erro, non è proprio il periodo di massimo contatto tra Shardana ed egiziani?

    Mauro, per favore...


    P.s. io ipotizzo un motivo al fondo di questa (presuntissima) lacuna; ma certo non la butto qui sul blog.
    Potrebbe non valere nulla, ma non la voglio trovare nei forum Liber altrui.

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  21. Mauro scrive:
    Stai Tranquillo Dedalo che se nel bronzo medio il bronzo era comune come pensi tu nelle tombe di giaganti (ovviamente in quelle inviolate) lo si troverebbe in gran copia!

    non sono tranquillo affatto. Nel V sec aC gli ateniesi si facevano seppellire senza armi e senza corredo, forse che ne erano privi?

    i nuragici per di più avevano tombe collettive, le quali hanno una implicita ideologia egualitaria, quindi non deve stupire se si facessero seppellire (in generale) pure con poca ceramica. A meno che non deponessero le loro offerte nel bancone sedile dell'esedra (e tu di questo Piccolo particolare non tieni alcun conto) ma di tutto questo, naturalmente avanza poco o nulla, a prescindere che le tombe siano violate o inviolate nella camera sepolcrale.

    Sai benissimo, perchè l'ho visto citato nel tuo libro quale sia la posizione di Renfrew. Come lui ormai la pensano in molti. Vernant parla addirittura di politica della morte .

    nel tuo libro dici che i criteri di Renfrew non siano validi per la Sardegna e non spieghi il perchè.
    Pure qui, dunque colgo una certa vena d parzialità nelle tue posizioni.

    certo che la cultura nuragica agli esordi non aveva una metallurgia sviluppata come quella orientale, ma questa situazione è più o meno di tutto il bacino occidentale.

    In oriente invece si attraversano alti (grande produzione) e bassi (misera produzione).

    tu glissi costantemente sull'assenza dell'industria litica . Se non avevano armi e utensili n metallo, dove sono i pugnali e le asce d'ossidiana e di selce, pietre d cui la sardegna ha abbondanza, ma di cui secondo te si priva pur non possedendo metallurgia?

    e questo a fronte del fatto che la sardegna entra ben prima dell'età nuragica nell'età dei metalli.

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  22. Nel sotterrare (momentaneamente) l'ASCIA DI GUERRA SHARDANA BIPENNE, auguro a tutti una feLice Pasqa manna, anche se è festeggiata CINQUE GIORNI DOPO quella effettiva, che cadeva MARTEDI.
    QUE VIVA EL PUBLO SARDO ET SHARDANA!
    Kum Salude e PETZA 'E ANJONI! eT BINU NIEDDU A TOTTUS!
    LEONARDO

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  23. Caro Dedalonur io non credo che la tesi (shardana arrivati in Sardegna nel XIII sec. a.C.) che condivido sia vera! la ritengo semplicemente assai più veritiera dell'ipotesi contraria.
    Se i nuragici fossero stati gli shardana nei secoli a cavallo tra il XV e il XIII la cultura materiale nuragica dovrebbe presentare delle presenze (non solo egizie) ben diverse da quelle riscontrate finora!
    Viceversa l'arrivo di SRDN (shardana, o sardiani, o sardi) nel XIII, che si attestano in punti strategici (Calaris, Sarrock, Nora Sulci, e poi Tharros e Bosa) e intessono rapporti coi nuragici e che usano i loro approdi come base per raggiungere lo stagno atlantico mi pare assai più verosimile.
    Comunque, questa tesi è valida siono a prova contraria, se tu hai delle obiezioni inedite che possono far pendere la bilancia da altra parte, vedremo e valuteremo ma ti confesso che ritengo che la questione della assenza di cultura materilae egizia nel contesto materiale nuragico del II millennio a.C. è un fattore discriminante difficilmente eludibile!

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  24. Caro dedalonur, relativamente ad altre obiezioni che mi hai fatto che riguardano la struttura sociale del mondo nuragico piuttosto che la questione nuragici/ shardana, si potrebbe aprire una discussione, magari aprendo un un apposito articolo lo vuoi fare tu? Per sarebbe meglio prima di aprire una discussione sulla struttura sociale sviscerare a dovere la questione della funzione dei nuraghi (e mettere una pietra tombale sulla teoria del nuraghe fortezza) , cosa ne dici?

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  25. In proposito ricordo che il 18 Aprile a Santa Vittoria di Serri ci sarà il prof. Ugas che descriverà la sua ipotesi della società nuragica, divisa in cantoni tribali. La proposta vede l'evoluzione da regni tribali ad aristocrazie giudicali.

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  26. e se mettessimo da parte per un attimo la diatriba Shardana=nuragici SI, NO... e le datazioni shardana/arrivo in sardinia...
    per la CAUSA COMUNE alla maggioranza di noi partecipanti (Dedalo, Zedda, Montalbano, Sanna, Poddighe, Losi, illiricheddu...) Causa COMUNE contro il GOLFO DEI FENICI.
    personalmente attaccherò con violenza questo OBROBRIO a Oristano alla conferenza di presentazione della ZIGGURAT e del DOCUMENTO di pozzomajore.
    So che altri di voi stanno girando anche loro per conferenze (Montalbano, mauro ecc..)... che ne dite se UNIAMO (momentaneamente) le nostre forze per una CAUSA COMUNE indirizzata alla CONDANNA di questo OBROBRIO?
    Kum Salude
    leonardo

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  27. gianfranco ti ho inviato il PEZZO...

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  28. Io ho già firmato la petizione e, a suo tempo, inviai un articolo sul forum di Leonardo (ti ricordi? mi pare che ci sia ancora). E' sconcertante che si cambi il nome di una località sarda, qualunque sia il motivo. Il Golfo di Oristano deve rimanere con quella denominazione e, semmai, si dovrà istituire un "parco dei Fenici" fra le località di attrazione turistica. Quest'ultimo, a sua volta, dovrà essere inserito all'interno del Golfo di Oristano.
    Non dobbiamo consentire che si crei un precedente, altrimenti domani dovremo subire un possibile Golfo di Moratti o un parco di Berlusconi! Lasciamo la geografia dei nomi così come l'abbiamo ricevuta dai nostri avi...e inseriamo i fenici nella grande storia dei sardi...non viceversa.

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  29. @ Mauro:
    temo che in questa e altre settimane, causa allestimento mostre varie avrò poco tempo...
    non far troppo affidamento sul mio aporto, ma inteverrò al solito come posso!

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  30. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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