domenica 18 ottobre 2009

Stele di Nora: tutta un'altra storia

La Stele di Nora è divenuta, come si sa, da diverso tempo, quasi un vessillo dei ‘fenicisti’, un pezzo forte e un documento di prim’ordine della civiltà dei cosiddetti Fenici e della loro grande capacità e forza di espansione nel bacino del Mediterraneo Occidentale. Per via anche del parere e del pronunciamento degli studiosi del Corpus Iscriptionum Semiticarum, il documento, rinvenuto nel lontano 1773 dall’abate H. Hintz , ha assunto, dal punto di vista epigrafico e paleografico, quasi le certezze di un dogma. Sarebbe ‘fenicio’ per alfabeto, per lingua, per argomento.
Non così però la pensava, con la sua traduzione del 1837, W. Gesenius, il geniale fondatore della lessicografia moderna ebraica, che leggeva nell’enigmatica scritta della stele ‘aba shardan (padre dei sardi) e non ‘ b shardan’ (in Sardegna). E come ‘padre Sardo’ intendeva (1831) quella contestata sequenza della seconda e terza linea anche l’Arri, un altro celebre orientalista del tempo. Da quando però, nel 1948, Dupont -Sommer con una lettura epigrafica che molti ritengono al limite dello scandalo, e con la sua ‘lettura’ del dio ‘Pumay’ (peraltro contestatissima da non pochi studiosi della Civiltà fenicia: Gras, Rouillard, Teixidor, ecc.) ha gonfiato le vele fantasma dei ‘Fenici’ colonizzatori del Mediterraneo e della Sardegna, non si discute più e guai a chi osa frapporre altre vele a quel ‘vento’. La regata, per taluni, ormai è da ritenersi solo una comoda passeggiata e il vincitore ha già vinto.
Sennonché le cose vanno diversamente, molto diversamente, secondo quanto scrive Gigi Sanna nel suo “La stele di Nora – Il dio il dono il santo” appena pubblicato e sul punto di essere presentato.
La Stele di Nora – scrive Gigi Sanna – è, insieme alle tavolette di Tzricotu (con le quali condivide chiari identici ‘principii’ e modalità di scrittura), un bellissimo documento attestante il ruolo dell’’altissima e raffinatissima scuola scribale nuragica della Sardegna della fine del Secondo Millennio a.C., non di quella ‘fenicia’.
Lo dimostrano, senza margini di dubbio, le recenti scoperte della scrittura e della lingua nuragica; il rinvenimento di testi (come quello dei ‘cocci’ nuragici di Orani) con segni alfabetici e contenuto identici a quelli della stele norense; la rilettura del documento in base a nuove stupefacenti scoperte epigrafiche, scoperte che spingono nella direzione di due letture aggiuntive rispetto alla ‘normale’ lettura retrograda; la conferma dell’esistenza di una scrittura nuragica ‘numerica’ a rebus, che dà un significato eccezionale nella storia della scrittura (anche perché del tutto imprevedibile) al documento; l’inopinata comparsa del nome di un ‘santo’ nuragico, oggi santo celeberrimo cristiano dell’Isola, alla fine della scritta, che fa scendere definitivamente dal piedestallo il falso Pumay.
Di tutto ciò (ma anche della storia della stele, delle sue varie interpretazioni epigrafiche, delle traduzioni di studiosi dell’Ottocento e del Novecento) si parlerà Sabato 31 Ottobre alle ore 18 in Oristano (Aula del Consiglio Comunale, piazza Eleonora). durante la presentazione del libro di Gigi Sanna La Stele di Nora/ The Nora Stele, PTM ed. Ottobre 2009.

27 commenti:

  1. La notizia della presentazione del libro sulla stele di Nora mi fa davvero piacere e dunque tanti complimenti a Gigi Sanna! Chi lo ha edito? Così l'acquisto!
    Visto l'annuncio è un evento epocale che non voglio perdermi. Sarà la volta buona e finalmente mi avvicinerò alla scuola scribale nuragica!
    Peccato non essere in Sardegna il 31 ottobre. Già ho fatto uno strappo per esserci il 23 ad Ozieri(biblioteca) dove alle 17 presenterò con l'Autore, Massimo Pittau, il libro "Sardus Pater e i guerrieri di Monte Prama", mentre il 24, sabato, intera giornata, sarò ad Isili dove ci sarà il "Convegno interdisciplinare sulla Sardegna nuragica" organizzato da Mauro Zedda. Tutti avvenimenti che attestano il contributo alla riscruttura della civiltà nuragica!
    Ringrazio Pintore che mi ha permesso di segnalare anche questi due eventi che mi stanno a cuore, mentre per la Stele mi dovrò accontentare di leggere lo studio di Sanna!
    Franco Laner

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  2. Lo ha pubblicato ( vedo che ti è sfuggito durante la lettura del post) la PTM di Mogoro, azienda ormai notissima per la pubblicazione di testi riguardanti la lingua, la storia, la società (e la cultura in genere della Sardegna). Auguri per i due imminenti convegni.

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  3. Pierluigi Montalbano18 ottobre 2009 alle ore 13:41

    Sono felice che il movimento archeologico sardo sia in fermento. Ogni studioso potrà presentare idee nuove e sottoporle al giudizio della comunità scientifica (che spero partecipi). Visto che la stele di Nora è stata commentata da tanti luminari (e fin da qualche lustro) ritengo che "capire e spiegare" la scrittura fenicia sia più complesso di quanto sostengono quegli autori che vedono nella stele un semplice esercizio didattico.
    Un'anteprima per noi bloggers?

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  4. "Lo ha pubblicato....."

    Prof. Sanna, quindi è già disponibile presso le librerie?

    M.P.

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  5. Gentile P.M (ma perchè non mette la firma per esteso?). Grazie per l'interessamento. Nelle librerie non so dirlo quando ci sarà(forse alla fine della settimana prossima)ma di certo l'editore ci terrà a metterlo a disposizione del pubblico il giorno stesso della presentazione.

    Per Montalbano. L'anteprima è già nel post originale per gli amici e i frequentatori del Blog. Forse, data la delicatezza degli argomenti, è stato detto persino troppo. Non credi?

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  6. tanti auguri a Gigi Sanna per il suo libro, il gruppo ricerche lo segue da vicino,presenzierà con i suoi rappresentanti all'aula comunale nella data ed ora comunicata

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  7. machiavelli, continui a dire che la stele è fenicia?

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  8. Tanti auguri professor Sanna per la sua nuova pubblicazione.Spero faccia bene a tanti.

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  9. Pierluigi Montalbano19 ottobre 2009 alle ore 10:19

    Caro Piero, machiavelli (che per chi non lo sapesse sono io) dice che la stele è scritta a caratteri fenici...e che i fenici sono una civiltà...e che i sardi erano parte integrante di quella civiltà...ossia: la stele è sarda, scritta con la lingua internazionale dell'epoca, la lingua di chi navigava. Per chi conosce il portolano il discorso è semplice. Per chi ha esperienza di mare...è ancora più semplice.

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  10. Amici cari, vi ringrazio tanto per l'attenzione ma non vorrei che questo mio libro provocasse, sin dall'inizio, senza neppure essere visto e letto, alcuna 'disamistade', neppure da clubs calcistici, tra assertori della nuragicità della stele e tra coloro che hanno sostenuto e sostengono ancora che è fenicia ( o di altri ancora). Così stiamo tutti al palo.Universalmente ridicoli. Io pubblico i miei studi e l'esito delle mie ricerche, in fondo sempre molto, ma molto modeste, per unire e non certo per dividere; anche perchè è tutta una vita (non ci vuole molto a capirlo) che vado pubblicando, come altri del resto, lo stesso libro del 'Forza Paris'. Se con l'esegesi del testo mi fossi reso conto che il documento è fenicio, questo avrei dovuto ammettere, riconoscere subito, per quella 'onestà intellettuale' di cui tanto si parla ma spesso solo a chiacchiere. Posso anche sbagliarmi ma per me Rampinu riporta una scritta etrusca in caratteri greci. Se c'è l'etrusco, etrusco sia. Posso sbagliarmi ma Su Nuraxi di Barumini riporta una scritta nuragica semitica di ispirazione palestinese. Se c'è semitico nuragico, semitico nuragico sia. Posso sbagliarmi, ma la Stele di Nora presenta una scritta in alfabeto semitico di tipologia cosiddetta fenicia, ma con 'identità' nuragica. Se c'è ancora semitico nuragico, nuragico sia. Il 'Fortza paris', ovvero la tensione nostra collettiva, non è mirato a proiettarci come i più belli e i migliori degli altri nella scena del mondo (questo è il 'nazionalismo' sardo becero, assurdo, che rischia sempre di allontanarci dalla comprensione e dalla sensibilità soprattutto di chi sardo non è) ma al recupero integrale, con lavoro certosino, di quella che chiamiamo giustamente (e abbiamo tutto il diritto di chiamare) la nostra 'identita'. Con tutto quello che di bello e di brutto, di esaltante o di meschino ci possiamo trovare andando a ritroso nel tempo. Con tutto quello quindi che va valorizzato, e nel migliore dei modi, e con tutto quello che invece, una volta storicizzato (compreso nel contesto), va lasciato perdere.
    Non vorrei che nel 'pensare di noi stessi' ci fosse niente di strumentale, niente di più di quello che possiamo 'oggettivamente' documentare, altrimenti si cade nel difetto che tanto biasimiamo negli altri. Ai 'feniciomani' infatti,legittimamente potrebbero aggiungersi ed affiancarsi (con le conseguenze che si possono immaginare sul piano della credibilità) i 'monomaniaci' del 'tutto nuragico'.

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  11. Grazie per l'informazione e tanti auguri per il libro (che spero di poter leggere presto)!

    Nessuna difficoltà a firmare per esteso (rimango comunque un anonimo):

    M.P. = Marco Pinna

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  12. Abbasso l'EGOPATIA,viva il Raziocinio scientifico!

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  13. Caspita, tre tomi per parlare di un pezzo di pietra con incise poche lettere. Chiedero' al mio libraio se accetta un pagamento rateale di 15 anni. Per il precedente Sardoa Grammata ho acceso un mutuo decennale.
    Eh si, per la cultura si fanno questi sacrifici.
    Mario Serra

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  14. I tomi sono pure 6,se vediamo quelli riflessi.

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  15. Solo che quelli riflessi si leggono al contrario.

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  16. No, caro Mario Perra, il tomo è solo uno. Se poi intendi fare lo spiritoso 'isapidu' vieni il 31 ad Oristano e vediamo per benino tre cosine:
    1) se sei veramente Mario Perra
    2) se davvero si tratta di una 'pietra con incise poche lettere'.
    3) se devi accendere davvero il mutuo

    Se tutto questo dovesse corrispondere al vero ti regalerò il libro,anzi te ne regalerò tre. Ma no, 33 oppure 3333. O 3.333.333 o... Vieni, vieni: perchè sarò io a pagarti questi ultimi anni del mutuo. Mamma mia! A motivo della tua 'cultura' acquisita con tanti sacrifici non vorrei che domani o dopodomani ci perdessi tutto e bussasse a casa tua l'ufficiale giudiziario. E mica riflesso!

    Tenedi a contu

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  17. Mario Serra è un simpaticone,con l'unico problema,che quando beve troppo vede triplo,anziche doppio.
    Poi va a rompere nei blog, soprattutto a scocciare le persone serie,che di sentire panzanate non hanno ne il tempo,ne la voglia.
    Tutti lo conoscono come anonimo;come anonimo risulta il suo dire,poichè egli lo svuota da qualsiasi contenuto.
    La provocazione è il suo mestiere,dato che non ha altro da dire.
    Insomma passa da un post all'altro,
    divertendosi ad attaccar briga.Questo è il suo spasso,che si vuol fare.
    Certo che leggere il libro di gigi sanna male non gli fà,se vuole se lo può leggere anche tre volte.
    Se ha dei dubbi anche di più.

    anonimo stufo

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  18. Senta sig. Sanna, è vero o non è vero che Sardoa Grammata costa 80 euro? Bene, lascia che le dica una cosa con tutta sincerità: trovo vergognoso che si faccia pagare un libro quanto un articolo di lusso. A quelle cifre ho visto veramente poco nel campo dell'editoria se si escudono certi volumi della Treccani e le versioni lusso di opere immortali della letteratura e della saggistica.
    Stia bene.
    Maria Serra, non Perra...
    Perra è qualcun'altro... di qualcosa.

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  19. Cara Maria o caro Mario. Perra o Serra. Io non so se Lei, come dicono, sia un simpaticone o un rompiballe. Credo però che lei non abbia tutti i torti nel parlare di prezzi alti ( soprattutto di questi tempi) nell'editoria; ma non si rivolga a me quanto alla casa editrice S'Alvure. Io come Lei, purtroppo, compro libri a prezzi altissimi, soprattutto se sono dei saggi. Vada ad acquistare i due volumi di linguistica di Mario Alinei e poi mi dica sugli 80 euro di Sardoa Grammata! Di S'Alvure c'è l'indirizzo in Internet e potrà spiegarle, se vorrà, i motivi del prezzo stabilito cinque anni fa, quello che lei giudica esorbitante. I prezzi li fanno gli editori, mica gli autori che contano a tal proposito come l'asso di bastoni.
    Ricordo che ad un mio timido accenno di protesta per quanto riguardava il prezzo, l'editore, oltre ad avermi snocciolato ben bene i costi dell'intrapresa (e i rischi elevatissimi), mi disse: 'non vorrai davvero che un lavoro come questo, che ti è costato dieci anni di fatica, io lo venda ad un costo inferiore rispetto a certi libri fotografici di ogni genere, che si fanno in una settimana, foraggiati dalla RAS, dalle provincie e dai comuni?'.
    Quindi non so proprio se si possa parlare di 'vergogna'. Penso proprio di no. C'è libro e libro. Quanto agli 'articoli di lusso', anche questo potrebbe essere in fondo un articolo di lusso, pur non essendolo (sono d'accordo con lei). Non è indispensabile. Se può comprarselo bene, altrimenti lo prenda in prestito in biblioteca. Lo fanno in tantissimi, come vedo nella mia Oristano. Credo che tutte le biblioteche dell'Isola lo possiedano. Lo può avere per 15 0 20 giorni gratuitamente.
    Comunque, Maria o Mario, se il 31 verrà in Oristano ( la 'cultura' stavolta le costerà solo il prezzo della benzina)avrà una sorpresa: La Stele di Nora costa, da quello che so, solo 20 Euro:quanto due pizze con un po' di pomodoro. Dal momento che le pagine in tutto sono 250 ( con la traduzione in inglese) spenderà meno di dieci delle vecchie lire per pagina. Le pare 'vergognoso'? Ma ripeto, io non c'entro. Potevano essere anche 40 o cinquanta euro.Oppure Ottanta. Certo, so che molti si fanno i libri e poi se li vendono.Fatti loro. Ma non è proprio il mio caso. Mi creda.

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  20. carissimi, sul prezzo del libro potrò dire la mia (visto che sono alla pubblicazione del mio 6° libro, anche in diverse lingue). Il prezzo è una scelta, spesso comandata dall'Editore (ma ora Giggi avrà più libertà, è entrato nella Nostra famiglia della PTM). Altre volte è l'autore a esprimere un parere (ma decide sempre l'editore). Si hanno due VIE. Una è quella del libro prezioso di CONSULTAZIONE, che avrà IL SUO PREZZO giusto, ma non avrà molte copie vendute, salvo non sia un "Umberto Eco". LL'altra via è quella del libro di DIVULGAZIONE. Di prezzo contenuto e di lettura "leggera". Solo LETTURA, il contenuto non è certo inferiore per informazioni e materiale fotografico documentario. Il prezzo accessibile del libro di divulgazione consente una maggiore vendita e il risultato (per l'editore è uguale). Personalmente ho scelto l'ultima soluzione per i miei libri, con il risultato che "I popoli del Mare è alla OTTAVA edizione (più quella in francese)e gli altri libri si esuriscono in qualche mese (i calcolatori in una SETTIMANA terminò la prima edizione nel luglio dello scorso anno).
    Non vedo quindi perchè predersela con l'autore per un eventuale prezzo alto. le coseguenze le "paga" lui, buone ocattive che siano. CHI ha il diritto di vietare tale libertà?
    Non ho capito quanto costerà il nuovo libro di Gigi, ma sono sicuro che la PTM avrà in casa un altro best seller di qualità.
    ATRAS BORTAS!
    LEO

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  21. D'accordo, Sanna, la sua risposta è abbastanza persuasiva.
    M.S.

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  22. @ Maria Serra
    Credo, ma se sbaglio mi scuso in anticipo, che nella sua protesta per il prezzo di Sardoa Grammata ci sia un paradigma errato della cultura. E di quella sarda in particolare.
    La cultura - secondo questo paradigma - dovrebbe tendere al costo minimo e quella sarda al costo zero.
    Un libro pompato, costruito e pubblicizzato dai media costa poco e vende indipendentemente dalla qualità che, in un libro così, è l'ultima delle preoccupazioni. Un libro che sai in partenza non entrerà nel circo mediatico, che sai sarà ostacolato in ogni modo nella sua circolazione fuori della cinta daziaria sarda, o non si pubblica, o se ne fa un fascicolo a circolazione interna senza foto, né grafici, né costose impaginazioni o, appunto, costerà molto.
    Gigi ha spiegato una cosa che un minimo di buona fede avrebbe indotto a considerare: il prezzo di un libro lo fa un editore. Credo che a Gigi sarebbe piaciuto molto di più se Sardoa Grammata costasse 5 euro, ma un editore non è una Dama di San Vincenzo e non si rassegnerebbe a perdere 75 euro per copia venduta.
    Ma c'è un dato ancora più importante: perché un'operazione culturale come quella fatta da Sardoa Grammata dovrebbe approdare in libreria come se si trattasse di un libro di Moccia? O di due pizze e mezzo, che è poi lo stesso?
    Se ci abitassimo a considerare la produzione di cultura una questione maledettamente faticosa e costosa, lei si sarebbe risparmiata una non eccelsa indignazione e io questa risposta.
    E magari avremmo potuto discutere sulla qualità del libro in argomento.

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  23. Ecco, hai detto bene Gianfranco, tornare all'argomento. Pierluigi ha parlato (e parla da tempo) di una certa quale cultura 'fenicia' che si è sviluppata e trasmessa nel bacino del Mediterraneo. Io nei suoi numerosi interventi non ho aperto bocca perchè preferivo, per essere più convincente,attendere l'uscita del libro sulla stele. Qualcuno non ci crederà ma Pierluigi, in un certo senso, ha ragione: c'è una cultura specificamente orientale di popolazioni semitiche (gli alfabeti semitici ne sono una spia determinante) che si sviluppa anche e soprattutto nel bacino occidentale del Mediterraneo. In genere senza colonizzati nè colonizzatori. Proviene in massima parte dalla Siria -Palestina con diversi punti di irradiazione (Ugarit, Biblo, Sidone, Tiro). Ora, che noi la chiamiamo 'siria' o 'cananea' ( termine molto più preciso e che preferisco) o 'fenicia' in fondo la cosa non cambia di molto. Come non cambia di molto le cose il dire che i Sirii e non i Fenici (lo avevano già notato alcuni storici romani) hanno inventato l'alfabeto di tipologia cosiddetta 'fenicia'.
    Quello invece che Pierluigi non vede (nè può vedere) è che quel 'portolano' di cui parla non c'entra per nulla con il documento norense. La scritta è lo sviluppo in senso sia alfabetico che linguistico di altri alfabeti e di altre parlate che in Sardegna sono giunte proprio nel periodo della nascita degli alfabeti consonantici semitici. La scritta poi è prettamente religiosa e non attiene nè ai traffici nè ai commerci da e per la Sardegna. Interessa il Sardus Pater ed un suo figlio che a Nora (e non solo)faceva miracoli. Incredibile? Pazzesco? Cercheranno di spiegarvi l'assurdità i relatori, che sono bravi, credetemi, e qualificatissimi: perchè usano da sempre il rigore ed il metodo della scienza. Quello che si basa, soprattutto sul 'verosimile' e sul 'razionale' offerto dai documenti.
    Una cosa però vorrei aggiungere: per fortuna la Stele di Nora ha duecento anni e non l'ha trovata qualcuno di qualche paese, ieri o avantieri, altrimenti in certi ambienti si sarebbe già gridato al 'falso'. Perchè è il metodo del falso accademico 'a priori' che doverosamente lo impone. Non avete letto? Persino in questo Blog? Speriamo ora che non sospettino del padre Hintz e anche del sottoscritto. 'sedicente' studioso, 'certificatore' di falsi (nuragici, pitici di Glozel,etruschi di Allai o di Rampinu). Figuro losco da tenere a distanza, da mettere in cattiva luce e, forse da... incriminare. E come no? Ma per la morale e i veleni qui e là siamo 'fratelli' d'Italia. Purtroppo! 'Forza paris' quindi con il gaddaroballismo! Sterco asinino o da muli a volontà! Così siamo tutti belli, pettinati e profumati.

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  24. Caro Professor Sanna,debbo dire, anche intromettendomi,che mi sento di darle ragione,su quanto da lei asserito.Ritengo che,molti,pensano che lo studio e la ricerca,siano bruscolini,che si mangiano la mattina a colazione.Non considerando il grande lavoro e sacrificio,spesso di decine di anni,che sta dietro a pubblicazioni librarie.Certo,per chi la ricerca non la fa,è molto semplice esporre critiche o affermazioni gratuite,sul lavoro degli altri.Io penso che qualsiasi studio sia perfettibile,e possa essere criticato.Certo è che,chi può criticarlo,deve almeno essere all'altezza.Per altezza io intendo,che deve perlomeno avere conseguito un titolo pari,a colui di cui si vuole criticare lo studio.In caso contrario criticare è vano,ridicolo e inutile.La critica poi non deve essere priva di spessore,ma,deve dire,almeno qualcosa in più dell'argomento criticato.
    Ad esempio vedrei alquanto, meschino colui che non avendone preparazione,potesse criticare un fisico nucleare.Molti fisici odierni non azzardano critiche nei confronti di Isaac Newton,pur se hanno titolo,poichè al riguardo di quanto lui detto non possono dire niente di meglio.Lo stesso Einstein,cita i suoi predecessori come giganti,su cui lui stesso si è appoggiato per formulare le sue teorie.
    Una critica positiva,o una constatazione intelligente,detta con i giusti propositi,può in ogni caso essere utile ad alcuni studiosi(non è il suo caso),per aggiustare il tiro,su determinate considerazioni.Brutto è,però,che detti studiosi non facciano da soli dette considerazioni.
    L'ambiente di oggi è che tutti si sentono studiosi,e pur di far passare le loro banali idee,spesso commisurate al proprio grado di preparazione,si zuffano e si bisticciano verbalmente.Sta di fatto che i figli di mamma si battono per ciò che credono,i figli di padre lo stesso,chi avrà ragione? Chissa.............

    Salude e Vida

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  25. Pedru Seli ha detto......
    Nella questione della lamentela sul prezzo esoso,io concordo con l'anonimo.Su un altro blog in una discussione sulle pietre di Allai,ho letto la medesima storiella,quasi con le stesse lettere (pari pari).Però là il nome non era mario-a serra,ma ben altro.

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  26. Per Salvatore Fadda,
    si sta riferendo a sé stesso quindi... ben venga l'autocritica!

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  27. Caro anonimo
    Se avesse il coraggio(ma non ce l'ha) di firmarsi,forse capirei perchè la mia critica la colpisce tanto.La colpisce e non la digerisce,così la rispedisce indietro.Non è difficile comunque capire chi lei sia caro anonimo, basta seguire il raglio e si arriva all'asino.E gli asini che ragliano come lei,sono noti.Perciò si goda la sua replica asinina,la biada era anche per lei.Mica per pochi.

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