martedì 3 marzo 2009

Libro, libro mio ma quanto mi costi

di Francu Pilloni

In un post dei giorni scorsi, Alberto Areddu osserva (con disgusto) da un punto di vista culturale i paradossi editoriali delle “fanzine” sarde, fenomeni che assumono l’aspetto di vere e proprie scorrerie se vengono analizzati in campo più propriamente economico. Scorribande che non violano nessuna legge penale o fiscale, tanto per essere chiari, ma che sempre bardane sono.
Siccome i paradossi di cui si parla sono libri, è curioso vedere quanto costa oggi in Sardegna la produzione industriale di un libro medio, di circa 160 pagine, copertina a 4 colori, testo di un colore senza foto, rilegato con cucitura a filo refe in brossura (cioè non con copertina rigida), formato di circa 15x20 cm (o 14x21, oppure 13x22, o pressappoco)...

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8 commenti:

  1. Bravo Franco, un bellissimo pezzo.Nel momento opportuno. Hai fatto bene ad entrare anche nel dettaglio, perchè certuni, se non spieghi i conti per benino, non credono all'incredibile. Tutti gli editori(e gli autori)piccoli e grandi dovrebbero sottofirmare il tuo articolo e spedirlo, nel più breve tempo possibile, alla Regione. Con la speranza che 'lassù' qualcuno finalmente senta, finalmente capisca e finalmente agisca di conseguenza. Soprattutto che 'sentano' i sardisti, dentro o fuori che siano dalla Giunta. La loro incisività (compresa quella del rossomoro all'opposizione)sul piano della cultura in generale, si vedrà anche e soprattutto sulla svolta che si saprà dare alla politica dell'editoria in Sardegna.

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  2. Questo per quanto riguarda l'editoria tradizionale.Ricordiamo inoltre che i grossi marchi dell'editoria italiana stanno in piedi anche e in alcuni casi SOLO per via della grassa torta delle edizioni scolastiche.Senza questo furto legalizzato ai danni delle famiglie qualche soldino in piu' resterebbe nel budget per l'acquisto di libri altri.Diciamoci pure tranquillamente che molti di quanti hanno figli a scuola e che spesso devono fare una finanziaria(non sto' esagerando,io avevo una libreria e ne ho fatte tante di pratiche)per poter acquistare tutti i libri,non spenderebbero 1 euro per leggere qualcosa di diverso dal Corriere dello sport o Novella 2000,e qui non ci piove,ma questa grossa grassa torta dal momento che c'e'potrebbe allora essere tutta nostra per cio' che riguarda le nostre scuole,o perlomeno la torta dovrebbe essere suddivisa.I colossi, in tutti i settori,esistono sempre per la mano invisibile non del mercato ma piuttosto dello Stato.Lo so mi sto discostando un pochino dal discorso ma non piu' di tanto vedrete.Come gli editori grossi rastrellano il mercato isolano togliendo ossigeno alle iniziative autoctone,cosi' il mercato dell'editoria legata alla scuola, che in teoria dovrebbe ossigenare perlomeno il libraio, spesso e sempre maggiormente avviene tramite un filo diretto tra distributore e professore,quindi saltando la libreria.Questo discorso e' l'altra faccia della medaglia in quanto anche laddove ci siano delle entrate potenziali che diano i mezzi per stare in piedi e poter affrontare e organizzare con serenita' delle iniziative atte alla promozione del libro sardo per esempio,anche queste pian pianino vengono rosicchiate dall'alto.Gira la voce da anni oramai che addirittura gli editori scolastici vorrebbero stampare e inviare direttamente nelle classi,togliendosi anche il costo del distributore di zona.Figuriamoci! Anche questa e' colonizzazione non solo culturale ma economica.Scusate se sono uscito un po fuori dal discorso ma sono tutti tasselli dello stesso puzzle.

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  3. Dice Pilloni che "Il costo totale va da un minimo di 2.500 a un massimo di 4.500 euro" per poche copie (1-300). Sinceramente mi pare eccessivo, e ciò impedirebbe qualsivoglia pubblicazione se non dei più abbienti. Oggi fortunatamente ci sono editrici on demand che per molte meno lire ti pubblicano un libro (rilegato e col codice sbn). Va detto che nonostante ciò, questo non ripaga del lavoro a monte che c'è stato per scriverlo. Ma questa è un altra questione. a. areddu

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  4. Francu Pilloni scrive:

    No, caro Areddu, non ho esagerato.
    Ho provato a fare un preventivo on line (www.book-on-demand.it) che, per un libro di quelle caratteristiche (160 pagine 15x21, cop. a colori, carta comune di 80 gr, brossura) mi dà 5,72 euro per ciascuna delle 300 copie richieste o, se ne faccio stampare 500 copie, euro 4,62 ciascuna, a cui si aggiunge la spesa del trasporto (15 euro a pacco, cioè circa 0,3 a volume) che dopo la somma fanno 4,92 e 6,02, che sono appunto i 5 o 6 euro a copia, come ho scritto. Con una differenza o due:
    a) non sono sicuro che il libro sia cucito o solamente incollato;
    b) l'impaginazione è automatica: si lascia al parere dell'autore giudicare se ci sono o meno errori (e quanti degli autori sanno come s'impaginano i libri?);
    c) la carta è quella più scarsa, cioè 80 gr, pari a quella che usiamo per fotocopiare o per la stampante.
    Risulta chiaro che la produzione in tipografia artigiana tradizionale è certamente un'altra cosa.
    E si è messo in conto che la stampa viene effettuata chissà dove, forse in Romania, forse in su corru de sa furca, mentre io parlavo di scrittori e editori sardi fra i quali, quelli piccoli e piccolisssimi, spesso sono anche tipografi?
    Comunque, arriali in prus, arriali in mancu, le iniziative editoriali legate a quotidiani o settimali sempre bardane legali restano.

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  5. Caro Pilloni, ho fatto un altro preventivo presso un'altra editrice on demand, sempre coi tuoi stessi criteri (300 copie;160 pp.; filo-refe; 15-21; sbn) il risultato è:
    1350 E. per un costo a copia di 4,50 (+ 60 di spedizione). Controlla su http://www.autorinediti.it/
    saluti.a.areddu

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  6. Siamo sempre intorno ai 5 euro, se non sbaglio. Lo hai scritto per darmene conferma o per indicarmi uno stampatore meno caro?
    Ti ringrazio comunque, ma i miei libri li stampo in Sardegna, perché voglio che siano sardi anche in questo.
    A mellus intendi.

    Francu Pilloni

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  7. scrive a. areddu:
    liberissimo di fare quel vuoi, quando affermi:

    "ma i miei libri li stampo in Sardegna, perché voglio che siano sardi anche in questo."

    con la postilla che credo che tu sia editore, della APE Sardinia(http://www.apesardinia.it), e quindi sei pour cause interessato alla stampa in loco, e anche come direttore di Paraulas. O mi sbaglio?

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  8. Ti sbagli.
    Sia Paraulas che i miei libri sono stampati a Dolianova da Grafica del Parteolla, di cui non sono socio. Questa è stata anche l'editore dei miei primi sei libri e anche dell'ultimo.
    Non parlavo come parte in causa se non come scrittore.Infatti so di molti scrittori e poeti amici miei che l'edizione se la pagano da soli, come dice anche Michele Zoroddu, e il problema sta non tanto su quanto si guadagna, ma sul come recuperare i soldi investiti.
    E quando la Regione finanzierà la letteratura sarda, bisogna che si ricordi anche chi questa letteratura produce.
    Saluti.
    Francu Pilloni

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