mercoledì 11 giugno 2008

Ebbene sì: S. Cristina m'emoziona. Zaru meno

di Franco Laner


Rispondo mal volentieri alle sollecitazioni del sig. Mirko Zaru, per i seguenti motivi:
1. Il tono delle richieste non è sicuramente quello di chi vuol capire, bensì quello di provocare ed offendere. Il riferimento al pallone gonfiato non mi si addice, poiché, conoscendo la gravità, so bene che se si dovesse bucare, mi farei male cadendo in terra. Anche per questa ragione non sono così presuntuoso come cerca di dipingermi
2. Non la conosco, perciò non so come parlarle. Generalmente cerco -per deviazione professionale- di mettermi al livello del mio interlocutore. Ho cliccato su "Mirko Zaru" e ne è venuto fuori un sito molto articolato. Si va dalla pubblicità che assicura un guadagno di 300,00 euro/giorno (ritengo questa affermazione amorale, in un momento in cui è difficile guadagnarne 30) alla descrizione dei monumenti nuragici. Non ho trovato nemmeno una riga originale (confesso però di non essere riuscito a leggere più di due pagine), ma ripetizioni acritiche di quanto altri hanno già detto. Legittimo, ma inutile.
3. Non mi sono fermato più di tanto, proprio per difficoltà di lessico impiegato. Cosa significa ad esempio, proprio a proposito del pozzo di S. Cristina le frasi che scrive: "Gli elementi litici che compongono il monumento isodomo, grazie alla loro inclinazione, sono posti in modo tale da formare dei filari concentrici aggettanti, che rispettano le leggi della distribuzione del peso applicata al triangolo. Nel basamento cilindrico, dove poggia la tholos, ogni elemento rientra rispetto al precedente della stessa distanza che sporge dall'asse..."
Di quale distribuzione di peso parla rispetto a quale triangolo? Deduco che per lei la statica sia un optional. A quale asse si riferisce? Forse alla perpendicolare? Ma nemmeno la geometria, allora, è il suo forte.
Ma perché dunque dovrei rispondere ad uno che scrive -per non dir niente o risulta incomprensibile e che sostiene che la sacralità dell'acqua deriva dal fatto che è fondamentale, utile, per l'uomo del nuragico? Non c'era problema d'acqua e non confonda sacralità con utilità.
4. Infine ho difficoltà a capire come mai abbia aspettato 4 anni (la guida è uscita nel 2004) a rivolgermi le domande: ho sempre risposto a chi mi ha chiesto spiegazione o mi ha rivolto critiche. Ho cambiato visione su molte cose, perché mi piace capire, perché so che non esistono verità assolute, perché mi piace ascoltare ed imparare. Purtroppo mi irrigidisco coi presuntuosi.
Vengo alle risposte. A lungo ho parlato col prof. Atzeni sul restauro da lui diretto. Nessun concio è stato aggiunto. Quelli segnati li ha riposizionati. Stimo -e l'ho scritto- quello del pozzo un restauro esemplare. Se qualche concio non fosse al suo posto, se la "vera" del pozzo è stata reinterpretata, così come la doppia muretta che delimita ed avvolge la scalinata, il pozzo è capace di restituire, o rinnovare, forte emozione. Ho scritto che se quand'anche fosse falso, l'emozione che suscita è totale. E se un monumento emoziona, dona già moltissimo. Contrariamente e pesantemente ho criticato invece il restauro di Su tempiesu.
Nella Guida sul pozzo, che non ha la pretesa di una pubblicazione scientifica, indugio su alcune suggestioni -dichiarate- che derivano dalla mia cultura, sensibilità e conoscenza. Nessuna pretesa di condivisione, ma pretesa di dar la mia ragione ad un'opera di architettura. L'intento ultimo dello scritto è quello di tentare una valorizzazione alta, che facesse leva sull'indubbia sacralità e simbolicità del monumento.
Scriva lei perché questo straordinario monumento valga la visita. Giuro che sarei contento di imparare qualcosa. In questi quattro anni studiosi di varie discipline mi hanno indicato altre suggestioni, particolari, osservazioni: li ringrazio.
Ringrazio anche lei, che nonostante tutto, ha fatto pubblicità al mio scritto, dettato non solo da impegno architettonico, culturale e storico, ma soprattutto dettato dal tentativo di valorizzare un'altra Sardegna. Non quella dei chierichetti (per usare la definizione di Frau). Ma anche e soprattutto senza l'obiettivo della maglia rosa, che lascio tranquillamente indossare sia a lei, sia a qualche suo compagno che appare nel suo sito.

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