lunedì 9 giugno 2008

Caro Pittau: rispondiamo ad Usai? Caro Laner: sì.

L'architetto veneziano Franco Laner, ordinario di tecnologia dell'architettura presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, e il linguista e glottologo sardo Massimo Pittau, inviano questo scambio di mail per la pubblicazione. Chi segue questo blog sa che qui la censura non è di casa.


di Franco Laner e Massimo Pittau

Franco Laner - Carissimo Massimo, ho letto questo blog e ho pensato che l'archeologo Usai non si sia dimenticato della batosta che si è presa quando tu sei intervento a Paulilatino, spiegandogli perché i nuraghi non possono essere fortezze. Ricordo anche che davanti ad una platea di 300 persone, voleva spiegarci i massimi sistemi dell’archeologia. Anche se non era stato invitato – che sbadati - era venuto con un cd già confezionato.
Devi cliccare su questo sito http://gianfrancopintore.blogspot.com dove c'è uno scritto appunto di Usai.
La frase che ho letto è la seguente: “Chi vuole documentarsi su un falso accertato e di dominio pubblico consulti nel volume 9 (tomo 2) della serie "L'Africa Romana" (Sassari 1992) gli interventi di Massimo Pittau (pp. 637-644) e di Lidio Gasperini (pp. 645-649): il primo dilettante di lingua ed epigrafia etrusca, il secondo specialista della materia. Buon divertimento”.

Massimo Pittau - Carissimo Franco, In sole quattro righe guardate che cosa è riuscito ad infilare questo ameno personaggio:
1) L’Usai dice una falsità quando parla di un «falso accertato e di dominio pubblico». Quella mia relazione su una iscrizione trovata ad Allai io l’ho presentata subito dopo nel Sodalizio Glottologico Milanese – uno dei più autorevoli di tutta Europa - ed è entrata pacificamente nei suoi Atti ufficiali (vol. XXXIII-XXXIV, 1992 e 1993, Milano 1994, pagg. 200-210).
2) L’Usai dice un’altra falsità quando sostiene che Lidio Gasperini è uno “specialista di lingua etrusca”, mentre in realtà egli è uno “specialista di lingua latina”, che di lingua etrusca non si è mai interessato a livello scientifico.
3) L’Usai non ha nemmeno saputo leggere il testo che ha citato. Infatti, nella diatriba sorta fra me e il Gasperini circa l’autenticità di quella iscrizione, l’ultima battuta del Gasperini è questa: «Agli specialisti di epigrafia etrusca di pronunziarsi!». Con la quale frase il Gasperini ha implicitamente riconosciuto di essersi intromesso nella questione senza una effettiva “competenza specialista nella materia” e quindi arrendendosi e gettando le armi di fronte al contendente.
4) Ma se non aveva alcun diritto di intervenire sulla autenticità di una iscrizione etrusca l’”epigrafista latino” Lidio Gasperini, a molto maggior ragione non ha alcun diritto di intromettersi nella questione l’Usai, dato che egli è un “archeologo” e tra l’archeologia da una parte e l’epigrafia e la connessa glottologia dall’altra esiste un oceano di differenze! Quando pertanto egli definisce me dilettante di lingua ed epigrafia etrusca, non solamente formula questo grave giudizio da “totale incompetente”, ma lo fa anche con molto dubbio senso dell’onestà umana.
5) Potrei anche elencare i meriti che ho acquisito sulla “lingua etrusca, con la pubblicazione di ben 7 (sette) libri su di essa, fra cui il primo e finora unico esistente Dizionario della Lingua Etrusca (di 525 pagine), le conferenze che sono stato chiamato a tenere in varie località della Toscana e del Lazio e le numerose interviste giornalistiche, radiofoniche e televisive che mi sono state fatte; ma se lo facessi dimostrerei di dare importanza e peso al pittoresco personaggio Usai.
6) Perché l’Usai se l’è presa con me ex abrupto, cioè senza alcuna mia provocazione? Probabilmente per questo episodio. In un convegno di cultori e amanti della civiltà nuragica svoltosi a Paulilatino circa un anno fa, in un suo intervento che doveva essere breve come tutti gli altri, egli si è presentato al pubblico dicendo che avrebbe tenuto una lezione su che cosa sia l’”Archeologia”. Ovviamente egli si è attirato la immediata e forte reazione del pubblico presente, che alla fine non lo ha lasciato neppure parlare. In un mio successivo intervento di risposta alle obiezioni che anche lui aveva fatto alla mia precedente relazione, in cui è arrivato anche ad ironizzare sulla mia “vecchiaia” (ho infatti 87 anni), ho avuto modo di affermare che il pesante giudizio di “incompetenza archeologica” con cui egli aveva bollato tutti i presenti in effetti non toccava me, che sono un linguista e non un archeologo. Però ho stigmatizzato quel giudizio fortemente negativo che l’Usai aveva pronunziato anche rispetto a numerosi presenti, i quali invece avevano ampiamento dimostrato coi loro studi e coi loro scritti di saper esprimere giudizi autorevoli in tema di civiltà nuragica. Ma se è certo che in quella occasione l’Usai ha fatto una figura molto meschina di fronte ad un numeroso ed autorevole pubblico, non se la doveva prendere con me, ma doveva fare il mea culpa per il modo in cui si era infilato nel convegno illudendosi di recitare il ruolo del “maestro”.

Franco Laner - Che bella risposta. Suona come una legnata sui denti, ma fa molto più male.
Non voglio entrare nel merito, perché farei l'errore di "pisciare fuori dal vaso" come dicono a Venezia. Continuamente l'Usai dice che lui lavora anche il sabato e la domenica: nessuno gli hai mai rinfacciato il tempo e perciò sa molto di excusatio non petita. Ma se da tanto tempo dedicato allo studio vien fuori con queste portate, è meglio che passeggi.
Il guaio di molti archeologi, non solo sardi, è che hanno "potere", ovviamente non quello culturale, quanto quello di veto su molte questioni territoriali et similia. Perciò sono coccolati ed adulati. La maggior parte di loro fa il mestiere senza passione. In questi ultimi 50 anni di archeologia nuragica, non hanno partorito nemmeno un topolino e le novità sono per la maggior parte dovute a studiosi di altre discipline, a cominciare dal formidabile apporto di un linguista del tuo calibro.
Caro Massimo, io direi che è ora di smetterla col buonismo: mettiamo in rete questo nostro scambio di pareri e vediamo se gli amici di Usai lo lasciano solo o non ricorreranno ad una sottoscrizione di firme, di recente memoria!

1 commento:

  1. Sig. Laner,
    aspettavo di catturare la sua attenzione già da tempo!
    Avrei giusto qualche domanda da farle...
    Lei ha sicuramente una competenza di architettura moderna indiscutibile, come i suoi titoli attestano, ma ne ha altrettanta sulle strutture antiche?
    Mi spiego meglio, pensa di aver la competenza di esprimersi in merito alla simbologia dei pozzi sacri in Sardegna?
    Pensa che la sua "guida" - Il tempio a pozzo di Santa Cristina - sia uno stumento valido per la comprensione di questi monumenti?
    ...solo dopo aver enunciato "fantasiose teorie" sulla congiunzione SOLE-TERRA LUNA gonfia il galleggiante della salvezza che la potrà riportare a galla da una misera discesa verso il ridicolo dicendo: - diventa irrilevante l'osservazione che se il pozzo fosse stato coperto, il sole non sarebbe potuto entrare. In discussione è viceversa, la ragione dell'orientamento e della pendenza, non se il pozzo fosse coperto o privo di copertura!-.
    Da questa frase pongo la mia domanda: quindi lei pensa che il pozzo di Santa Cristina sia stato ricostruito correttamente, è da per scontato che la gradinata fosse così lunga?
    Lei pensa che il pozzo simbologicamente rappresenti la Tanit? Ma questo pozzo o i pozzi in generale?
    Dov'è il vestibolo e dov'è l'impianto di canalizzazione?

    Spero in una sua risposta.

    Cordialmente
    Mirko Zaru

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