giovedì 17 gennaio 2008

Gli etruschi di Allai. La soprintendenza indaga

Ho avuto modo ("Tzicotu e il soprintendente", vedi qui sotto) di segnalare il cambiamento di stile del nuovo soprintendente archeologico ad interim, Azzena. Uscire dal fortino senza porte né finestre della Soprintendenza e mescolarsi con le curiosità di noi poveri mortali è un buon segnale. Ce n’è un altro (indefinibile, come dirò) che va nella direzione giusta.

Riguarda il ritrovamento nelle campagne di Allai di un piccolo giacimento di reperti che, secondo chi li ha trovati, sono riconducibili agli etruschi. Ad Allai, segnalò il professor Massimo Pittau, fu ritrovata una ventina di anni fa una stele scritta specularmente in etrusco e in latino. Denunciò allora Pittau il disinteresse della Soprintendenza. Al ritrovamento di questi nuovi reperti, la reazione di qualche archeo-burocrate, che neppure si prese la briga di andarli a vedere, fu che certamente si trattava di un falso. I cronisti locali si indignarono per questa fatua supponenza, interrogandosi sul come si potesse permettere un funzionario di bollare come falsa una cosa neppure vista.

La notizia è che, intorno al 20 gennaio, la Soprintendenza farà “un sopralluogo” ad Allai. La parola “sopralluogo” tradisce ancora una prevenzione di tipo giudiziario, quasi che il comune di Allai avesse bisogno non di esperti ma di pubblici ministeri e/o giudici per le indagini preliminari, ma già è qualcosa passare dal pregiudizio circa la falsità alla decisione di andare ad indagare.

PS. – Nessun giornalista, dei tanti cui ho spedito la notizia ("La stele di Nora? A Parigi", vedi qui sotto), che io sappia ha segnalato il trasferimento nella capitale francese di uno dei reperti più importanti della storia sarda. Né si è fatto dire se, per caso, il governo sardo fosse stato informato del prestito di un reperto che appartiene alla Sardegna e alla sua storia. Né si è premurato di sapere se questa stele (fenicia come dicono alcuni, tutta sarda come affermano altri) sia stata adeguatamente illustrata nel museo che la ospita o se sia finita nel calderone indistinto di “La Méditerranée des phéniciens”, titolo della mostra dell’Istituto del mondo arabo che la ospiterà sino al 20 aprile.

Chi sa se ai loro colleghi toscani, per dire, sarebbe passato inosservato il prestito di una stele etrusca per una mostra, che so?, sui fenici nel Mediterraneo. Io dubito che sarebbe successo. Ma, si sa, gli etruschi erano etruschi, mica fenici come i sardi.

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