tag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post349712553140829928..comments2023-06-15T16:08:56.080+02:00Comments on gianfrancopintore: La Dea di Sardarazuannefrantziscuhttp://www.blogger.com/profile/11211077047558056167noreply@blogger.comBlogger6125tag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-67388312195521011862011-08-05T16:39:17.061+02:002011-08-05T16:39:17.061+02:00sul mio piccolo sito è ora presente l'intera n...sul mio piccolo sito è ora presente l'intera nota titolata:<br />la dea di Sardara, mikkelj.mikkelj tzorodduhttps://www.blogger.com/profile/05230758993316146306noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-83418816444761603372011-08-01T22:27:51.110+02:002011-08-01T22:27:51.110+02:00Sono perfettamente d’accordo sul fatto che compene...Sono perfettamente d’accordo sul fatto che compenetrare i sentimenti, le tendenze, le manie, le esplosioni geniali, gli schemi mentali, le illusioni del pensiero paleolitico e neolitico dei nostri simili, risulti a noi praticamente impossibile. Le elucubrazioni di tutti, compresa la Gimbutas (ma del sottoscritto in particolare) si fondano soltanto sul parziale possesso di pochissimi dati, essendo esito di personali percorsi in cui l’intuizione è madrina del procedere. <br />D’altro canto, l’approccio del singolo è condizionato non tanto dalla sua formazione culturale di base, ma dall’obiettivo che sta perseguendo il suo momentaneo principale impegno di indagine, sulle cose del passato, non necessariamente legato al presente contesto. Pertanto, ciascheduno vorrà vedere confermate le tappe del suo procedere, portando dei risultati personali.<br />Ma, ben al di là del qualunquismo che può leggersi in queste parole, credo sia necessario che tutti diano il loro, certo sempre fondamentale ed onesto, contributo, gettando nella tenzone tutto il peso della personale esperienza.<br />Saltando a piè pari la prima parte del tuo scritto, carissima Bellamente, riguardo quanto indichi su “analogie e differenze” (nella figura di Sardara il segno a Y è similmente tenuto tra le due mani che si congiungono, ma è fuori dalla figura, non dentro come nell’ altra), osservo che a mio modo di vedere gli aspetti che tu richiami, sono posti esattamente al contrario. Infatti, mentre il bucranio abbracciato dalla dea di Sardara è totalmente inserito nel complesso raffigurativo tanto da sparire alla vista perché soverchiato dalla presenza delle mani, nel caso della dea di Mas Caplier, il bucranio è totalmente esterno alla figura nel suo insieme, tanto è vero che sembra appoggiato sopra, a posteriori (la qual cosa da un punto di vista pratico, sembra ovviamente impossibile), dallo scultore neolitico, quasi a voler manifestare la presenza di un pensiero che vola al di sopra del messaggio contenuto nella essenza stessa del menhir.<br />Riguardo l’appellativo “segno solare” che tu usi per i cerchi concentrici con punto centrale, come dicevo un attimo fa, questa definizione è la spia di una tua preparazione, che forse ha nulla a che fare con stimoli, credenze, immagini dell’area culturale (meglio sarebbe usare il plurale) che ha partorito quell’insieme figurativo che ho definito la dea di Sardara.<br />Anche il seguito del tuo dotto discettare, è figlio del tuo diversamente indirizzato, ma per altri versi molto encomiabile, impegno rivolto alla Sardegna, del quale sono il primo fra tutti ad apprezzare acume e profondità.<br />Riguardo, invece, la tua affermazione di sabato, in cui confessavi di non accettare una divinità solo femmina o solo maschio, ribadisco la “mia” certezza che nella figura che rappresenta la dea di Sardara non vedo tratti caratteriali maschili. Però, col senno del poi, essendomi venuto in mente l’aulete itifallico di Ittiri, riprodotto per lustri in modo da nasconderne i seni, mi sono anche ricordato del frammento di fiasco dal collo “senifallico” del Taramelli, anch’esso proveniente dal pozzo votivo di sant’Anastasia. Ebbene, vista con l’ausilio di questa clamorosa testimonianza, certo la tua affermazione non trovo affatto peregrina, per quel periodo culturale (non sappiamo quanto lungo e articolato) che si focalizzava anche sul pozzo sacro di Sardara, ferma però restando, la cristallina femminilità della dea di Sardara. <br />Ma, per quanto attiene alla ricerca sul percorso seguito dall’esperienza religiosa dell’Homo sapiens (come tratteggiato nella nota che apparirà sul sito), credo che la manifestazione che scopriamo sia sul bronzetto sia sul collo del fiasco, possa essere una recente impostazione di alcuni nostri antenati (perché non ho motivo contrario a credere vi fosse in tal epoca mancanza di libertà d’espressione), seguita - a far data dal neolitico antico, in cui l’antico predominio della donna (sapiens) venne messo in discussione – ad un predominio dell’uomo. E, certo questi sono miei personali pensieri.<br />Grazie, mikkelj.mikkelj tzorodduhttps://www.blogger.com/profile/05230758993316146306noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-8088470684890718722011-07-31T23:39:22.252+02:002011-07-31T23:39:22.252+02:00francu,
l’esaltazione della funzione di “prendere ...francu,<br />l’esaltazione della funzione di “prendere in se e portare a compimento la nuova vita” della dea di Sardara (e ti sono molto grato per aver accettato, tu per primo, questo appellativo), cioè il suo raddoppio grafico, è appena visibile (da qualsiasi fotografia disponibile) ed appena, appena anche sulla figura posta sul sito del nostro Ospite: ove immaginassimo la parte inferiore del bucranio abbracciato dalla dea, avente una sezione quadrangolare, allora la facciata adiacente a quella ove sono chiare le dieci tacche, (restituita fotograficamente due millimetri più in alto, lungo tutto il piano inclinato) porta anch’essa le altre dieci tacche, delle quali, solo le due centrali sono visibili anche sul sito di Gianfranco. mikkelj<br /><br />Bellamente,<br />non so dove, l’archeologa lituana, parli di “androginia per la dea uccello”. Ma, ribadisco che, per mio conto, in questo contesto, non leggo tratti del sesso maschile nella rappresentazione della dea di Sardara. <br />Riguardo la caratteristica grafica del doppio (ciò che tu chiami “doppiezza”), sono intimamente convinto esso rappresenti la esaltazione del significato primo del segno singolo (il bucranio ovvero la capacità inseminatrice, le dieci tacche ovvero la raccolta del seme, che si finalizza nel portare a compimento la nuova vita). Ma, il segno del due, cioè il doppio segno, cioè le due linee, rendono pregni i ventri degli esseri su cui sono impresse: esso è pertanto la grafia essenziale per comunicare una gravidanza. E, la gravidanza, in senso lato, non è altro che il processo necessario alla creazione della comunità. E, tale processo reiterato, è necessario per rendere numerosa la stessa comunità. Quindi questa “doppiezza” nel caso della dea di Sardara, possiamo anche vedere come una invocazione alla dea, orientata ad ottenere la crescita numerica della comunità, finalizzata ad aumentarne, in prospettiva, la potenza. In ultima analisi, la “doppiezza”, cioè il segno del due, è esso stesso la sintesi della potenza creatrice della dea, di Sardara in questo caso. mikkelj.mikkelj tzorodduhttps://www.blogger.com/profile/05230758993316146306noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-24131890600553028772011-07-30T10:16:55.572+02:002011-07-30T10:16:55.572+02:00per Bellamente.
Per quanto concerne la definizione...per Bellamente.<br />Per quanto concerne la definizione di dea di Mas Caplier, fu la Gimbutas, in illo tempore, a concepirla, proprio in virtù della presenza del bucranio.<br />Fra il serio e il faceto, dirò che relativamente alla dea di Sardara, io la vedo intrisa di una bellezza irraggiungibile (e ringrazio francu per essermi solidale). Forse perché me ne sono innamorato e l’amore è cieco? Non solo, ma anche perché, nel pur suo inestimabile valore, giace negletta e prigioniera in un museo. Non apprezzata. Sempre maltrattata. Anche da te, pur Bellamente, che oggi la hai definita dai lineamenti mostruosi. Una lacrima mi scende lungh’essa la non glabra guancia.<br />L’ipotesi androginica rigetto in modo rigoroso, stante la pluralità di esclusive femminili attribuzioni, non ultima la reiterazione delle dieci lune di gestazione.<br />Relativamente alla possibile doppia funzione espressiva del bucranio, ma soltanto in certi precisi ambiti (ed accetto come valido il tuo aggettivo, andando ben oltre, individuando una dinamica interpretazione della grafia, che vede l’iniziale indispensabilità del toro, seguita e cancellata poi (nel leggibile testo) dall’inarrestabile manifestazione della grandiosità della dea che fa nascere la vita e tutto ciò che segue), mi sono già espresso, per quel poco ch’è di mia conoscenza, anche in questo contesto. <br />Riguardo la duplicazione delle tacche, dovresti osservare una foto della dea di Sardara così come riprodotta per esempio su Ichnussa, mentre leggi la mia indicazione sul contributo.<br />Ciao, mikkelj.<br /><br />per francu.<br />Il tuo accenno a Leonardo, nel suo concetto più intimo, è presente (pur se non indirizzato alla dea di Sardara, in linea diretta) nell'articolo, da cui ho estratto il presente contributo, che pubblicherò appena possibile sul mio piccolo sito.<br />I "cerchielli che sono sempre in numero di tre", non sono (ancora) riuscito a leggere, la qual cosa, certo difficilissima, sarebbe aiutata ove riuscissimo a dare una parvenza di "tutto tondo" cioè immaginare una rotondità della figurina basandoci sul contesto visibile.<br />Un saluto cordiale, mikkelj.mikkelj tzorodduhttps://www.blogger.com/profile/05230758993316146306noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-85498092902157517472011-07-30T10:04:27.831+02:002011-07-30T10:04:27.831+02:00Non ho detto che è bello, ma che non mi pare mostr...Non ho detto che è bello, ma che non mi pare mostruoso. A ben vedere, neppure la Gioconda ha un volto "bello", ma interessante sì.<br />Lo so che lo hai chiesto a Micheli, io le ho lette sulla sinistra, appena sopra quei due "occhi" da tre cerchielli che paiono gli occhi di una civetta, ma forse sono solamente la "messa a video" dell'ecografia alla pancia della dea di Sardara.<br />Nel neolitico latitava la tecnologia non la fantasia.francuhttps://www.blogger.com/profile/02161977752253438976noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-20629874538641897612011-07-30T09:22:21.825+02:002011-07-30T09:22:21.825+02:00Grazie, Micheli.
A leggere te mi pare di scorrere...Grazie, Micheli. <br />A leggere te mi pare di scorrere una poesia di uno di quei poeti (che poi sono i soli a meritarsi il nome) che sanno esprimere con chiarezza quanto tutti sentiamo dentro confusamente.<br />Contrariamente ad Aba, a me la faccia della dea di Sardara non pare mostruosa; se mi è possibile osare, direi che esprime gli stessi segreti non confessati della Gioconda di Leonardo. Basta vederne il sorriso.<br />A proposito delle tacche, ripetute, in numero di 10 per indicare i cicli lunari, hai notato gli altri numerosi cerchielli, ai polsi e altrove, che però sono sempre in numero di tre? <br />Certo che l'hai notato, naturalmente; volevo chiederti se hai supposto qualcosa in merito o è tutto ancora avvolto nella "complessità" che, come dici, non riusciamo a penetrare?<br />Insomma, hai capito che sono curioso e me ne frego della geometricità dei segni perché, qualunque segno tu tracci su qualsiasi supporto, è comunque geometrico. Anche le semplici barrette, anche i triangoli scaleni.<br />Mi rode ancora aver visto che nella dea francese, le tacche sono sempre e solo 4, 8 quando ripetute.<br />Mi pare difficile associarle alle lune di gestazione, diversamente avremmo fatto uno scoop: gli altichi celti nascevano tutti settimini.<br />La cosa è improbabile, ma darebbe conto della fisiologia cerebrale di taluni discendenti odierni, aderenti o sospesi dalla Lega Nord.francuhttps://www.blogger.com/profile/02161977752253438976noreply@blogger.com