tag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post2474269707318601067..comments2023-06-15T16:08:56.080+02:00Comments on gianfrancopintore: Sardi, sardiani, shardana, tirreni e fenicizuannefrantziscuhttp://www.blogger.com/profile/11211077047558056167noreply@blogger.comBlogger74125tag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-75726678398274062052010-04-08T12:43:29.231+02:002010-04-08T12:43:29.231+02:00Obiezioni confuse? O proposte pericolose? Profes...Obiezioni confuse? O proposte pericolose? Professore, Lei ha fatto scuola dai Gesuiti. LEI E' UN GESUITA. Si tenga ben stretto il suo ILP.E qui chiudo<br /><br />alberto areddualberto aredduhttps://www.blogger.com/profile/16530554687353775589noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-38713786713183139782010-04-08T11:18:25.017+02:002010-04-08T11:18:25.017+02:00@ Illiricheddu
da Massimo Pittau
Certo, ad obiezi...@ Illiricheddu<br />da <b>Massimo Pittau</b><br /><br />Certo, ad obiezioni troppo confuse io non so rispondere e forse non sa rispondere nessun altro.zuannefrantziscuhttps://www.blogger.com/profile/11211077047558056167noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-90198343841350038742010-04-07T20:05:15.077+02:002010-04-07T20:05:15.077+02:00Caro prof.,
Lei nel sito dice che la pronuncia è:...Caro prof.,<br /><br />Lei nel sito dice che la pronuncia è: Orot(t)eddi, nel saggio del 1997: Orotheddi, ora quale è quella giusta? Lei stesso mi sta dicendo che -rt- si alterna con -rth- , ma qui c'è la /o/ davanti, se ne rende conto? Mi sa spiegare perché c'è una /o/ inusitata ? E mi sa spiegare perché essendoci tale /o/ si ha anche una pronuncia con -rth- (che non è più foneticamente giustificata, essendoci appunto la /o/ ?). Veda, la pronuncia locale, lei mi insegna, è più sincera di qualche trascrizione spuria, come quella del da Lei citato toponimo di Ortelli. Indi io ne deducevo e ne deduco che FORSE Orotelli può risalire a ORO (tantissimi toponimi ci sono con "Oro", o no?) + thelle (non c'è un cognome misterioso siffatto?). Non sarà giusto? Non mi fascerò la testa prima che una profonda disamina sull'evoluzione dei toponimi locali sia stata avviata (oggi come sappiamo manca una ricerca storiografica in proposito).<br /><br />Comunque la discussione dalla quale qualcuno ci ha deviato, era un'altra: Tertenia ha a che fare con Tyrsenia ? Io sostengo di no, per ragioni fonetiche, Lei per altre ragioni (perché le cade il quadro che si è costruito addosso) sì. Terti, Teltoro, Tertillo (chiaramente dai suffissi sostratici le seconde due) costituiscono CHIARAMENTE un insieme ou tout se tient, insieme a Tertenia, nella quale località peraltro Mastino e Ruggeri trovarono un'epigrafe di tale Ursuccur Tertelli, e ne dedussero che indigeno doveva essere, rifacendosi alla radice Tert-. Perché il personaggio non si chiamava *Tusselli, posto che l'evoluzione -rs- a -rt- Lei me la pone in epoca romanza? Vediamo se ha una risposta stavolta. <br /><br />Come Lei ben sa, nel mio libro un'intera paginata è dedicata alla Sua bibliografia, giacché ho letto gran parte di quel che ha scritto, ora apprezzandola ora criticandola. Diversamente nei Suoi prossimi libri ne sono pienamente sicuro, non ci troverò neanche mezzo riferimento a quanto da me detto su eni, alase, desulo, nuoro, e sa perché ?: non perché fa fatica aggiornarsi (le volevo spedire un contributo su "eni", che non ha voluto -lo so le avrebbe fatto male, sapere che dei montanari albanesi usano parole simili al sardo) ma perché le cadrebbe il mondo che si è costruito addosso. Glielo dico, amichevolmente e amaramente, ha sbagliato pista, i Lidi non c'entrano nulla con la Sardegna. In trenta anni di studi Lei non ha trovato una parola che una, una corrispondenza che una, tra il lidico e il paleosardo. Gli Illiri invece c'entrano eccome, e nel prossimo libro ce ne saranno di cose nuove...<br /><br />Comunque saluti, e non se la prenda a malealberto aredduhttps://www.blogger.com/profile/16530554687353775589noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-62438966593036274172010-04-07T16:13:35.893+02:002010-04-07T16:13:35.893+02:00dal prof Massimo Pittau
A Illiricheddu
1) Io, Nuo...dal prof <b>Massimo Pittau</b><br /><br />A Illiricheddu<br />1) Io, Nuorese, confinante (laccanarju) di Orotelli non ho mai sentito e tanto meno scritto la forma *Orotedde.<br />2) Come avevo scritto nella mia prima opera «Il Dialetto di Nùoro», che è del 1956, in tutto il centro montano il nesso –rt-/-rth- si alterna indifferentemente.<br />3) Certo che i toponimi Telti e Tertilo mi hanno detto qualcosa: io li ho già spiegati in termini neolatini (I Nomi di paesi ecc. pg. 207, e L’origine di Nùoro – I toponimi della città e del suo territorio, Nùoro 1996, pg. 137). E in una terra completamente latinizzata in senso linguistico, come è la Sardegna, la spiegazione etimologica di un toponimo in termini neolatini è immensamente “più economica” e quindi più probabile e più verosimile che in termini illirici.<br />4) Nel mio sito www.pittau.it c’è la mia ultima spiegazione del toponimo Orotelli. Io non mi vergogno affatto di avere cambiato idea circa la spiegazione di appellativi e toponimi sardi: è segno che mi so sottoporre ad autocritica ed autocorrezione. Peggio per chi non sa fare questa operazionezuannefrantziscuhttps://www.blogger.com/profile/11211077047558056167noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-44967010510492111162010-04-06T21:00:14.403+02:002010-04-06T21:00:14.403+02:00Vorrei chiudere qui la discussione su Tertenia, ri...Vorrei chiudere qui la discussione su Tertenia, rimandando per un breve spuntino di acustiche simiglianze, poco tirreniche e molto balcanico-slave a: <b> http://www.fallingrain.com/world/a/T/r/t/ </b><br /><br /><a rel="nofollow"> http://www.fallingrain.com/world/a/T/r/t/ </a>alberto aredduhttps://www.blogger.com/profile/16530554687353775589noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-62294725047745084412010-04-06T16:38:19.042+02:002010-04-06T16:38:19.042+02:00La pronuncia del digramma -th- attestato nella scr...La pronuncia del digramma -th- attestato nella scripta medievale, (diamo per buono quindi che esistesse, e conseguentemente fosse simile alle odierne realizzazioni dei dialetti centrali) è di una fricativa interdentale: su thiu, dicono in Barbagia 'lo zio', mentre nel logudorese comune dicesi: su ttiu, nel campidanese : su tziu, in zone ogliastrine: su siu.alberto aredduhttps://www.blogger.com/profile/16530554687353775589noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-61337984067043958472010-04-06T16:05:13.830+02:002010-04-06T16:05:13.830+02:00Beh è semplice e complesso allo stesso tempo. Se l...Beh è semplice e complesso allo stesso tempo. Se la pronuncia fosse Orothedde/i (Pittau 1997), significherebbe che la parola può derivare da un medievale Orothelle (finora è solo attestato un ambiguo Ortelli, http://www.pittau.it/Sardo/chrysopolis.html), se invece la pronuncia è Orot(t)edde (come adesso Pittau riporta) l'ipotesi che derivi dal medievale Orothelle si riduce (nel senso che bisognerebbe indagare se nel paese di Orotelli, o nei pressi si è conservata la -th- originaria come -tt-). Al postutto, io ricollegavo il secondo segmento -thedde al cognome medievale Thelle, che ha dato oggi Zedda, Tedde; e che secondo me potrebbe avere a che fare con l'alb. thelle 'scuro, profondo'.alberto aredduhttps://www.blogger.com/profile/16530554687353775589noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-12101203948811640902010-04-06T12:03:33.557+02:002010-04-06T12:03:33.557+02:00Quindi,arguisco, che Tertillo, Terti non Le dicono...Quindi,arguisco, che Tertillo, Terti non Le dicono nulla, e pervicacemente sostiene la sua idea.La ringrazio per la precisazione,riguardo Tissi,ovviamente uno non può stare a seguire tutti gli aggiornamenti posti in coda peraltro ad un vocabolario non deputato all'esame dei toponimi.Ho visto che ha aggiornato altre cose. Io seguendola avevo scritto che la forma Orothedde era utile in chiave illirica, ma ora vedo dal suo sito, che *Orothedde non esiste proprio (ma Lei l'aveva riportata nello studio del 1997) e che in loco si dice Orotedde.Siccome qui nel sito c'è qualcuno di quelle parti si potrebbe sapere se si pronuncia lì o altrove: Orothedde oppure Orotedde?alberto aredduhttps://www.blogger.com/profile/16530554687353775589noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-86319780689697674192010-04-06T11:37:07.183+02:002010-04-06T11:37:07.183+02:00dal prof Massimo Pittau
@ Illiricheddu
Per quanto...dal prof <b>Massimo Pittau</b><br /><br />@ Illiricheddu<br />Per quanto riguarda Tissi Lei ha sorvolato che nel 1997 io premettevo l'avverbio "Forse". Poi ha ignorato che nel mio "Dizionario della Lingua Sarda - fraseologico ed etimologico", pag. 767 del II volume, che è del 2003, ho presentato una differente soluzione etimologica, senza premettere "forse".zuannefrantziscuhttps://www.blogger.com/profile/11211077047558056167noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-42885018850703497632010-04-05T18:05:05.297+02:002010-04-05T18:05:05.297+02:00@ Pittau
Ah, se ha piacere, Le spedirei un contri...@ Pittau<br /><br />Ah, se ha piacere, Le spedirei un contributo di E. Cabej (che mi è costato un occhio della testa far venire dall'Albania) sulla parola enje 'tasso'. Le interessa?alberto aredduhttps://www.blogger.com/profile/16530554687353775589noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-57582312283096481452010-04-05T17:50:00.854+02:002010-04-05T17:50:00.854+02:00Dunque, arguisco, Lei sta proponendo uno sviluppo ...Dunque, arguisco, Lei sta proponendo uno sviluppo "originale" (che nessuno, né io né la buonanima del Wagner) possiamo mettere in crisi, appunto perché è "originale": però se è "originale", Lei dovrebbe argomentare o: <br /><br />a)"lo sviluppo -rs- in -rt- è del tutto anomalo anomalo, diversamente da quel che io Pittau, ho innanzi detto, ma per ragioni di ricostruzione storica, credo soddisfacente tenere in considerazione la possibilità che da Tyrsenia si giunga a Tertenia. Riguardo ai toponimi del tipo: Tertillo, Terti questi non hanno nulla a che fare con Tertenia, ma andranno riconsiderati diversamente"<br /><br />oppure:<br /><br />b) "ci sono altri toponimi sardi che han seguito lo stesso criterio (altri -rs- originari che han dato in buona messe di casi :-rt-/-rth-), e adesso ve li elenco..."<br /><br />Lei mi dirà che non sono io a dover dire quel che Lei deve dire, sta di fatto che Lei stesso ha proposto, se non sbaglio, per Tissi uno sviluppo (che reputo ragionevole) da Thyrsos, e qui come la mettiamo ? O è sbagliato il secondo o lo è il primo. Riguardo Ollolai che non ha dato Oddoddai, in qualche accenno del mio libro ho richiamato la fonetica storica albanese che non conosce una regola precisa per la /l/, cioè dalla liquida originaria ie. si hanno esiti sia di geminata che di scempia, che poi palatalizza, e la cosa pare ripresentarsi anche in sardo (le richiamo il caso per il sardo di Cellefane > Chilivani/Tzeddiani).<br /><br />Per quanto riguarda l'onomastica mia personale, a lungo ho lasciato il mio cognome, ma siccome dà fastidio di esser eliso (è capitato)in qualche mio commento, ho notato che lasciando Illiricheddu, me la prendo un po' di meno.alberto aredduhttps://www.blogger.com/profile/16530554687353775589noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-88560107023463880662010-04-05T16:49:35.533+02:002010-04-05T16:49:35.533+02:00dal prof Massimo Pittau
A Illiricheddu
1) Nella S...dal prof <b>Massimo Pittau</b><br /><br />A Illiricheddu<br />1) Nella Sua frase «il nesso -rs-, che solitamente dal latino si risolve in -ss-» l’avverbio “solitamente” è un intero poema contro di Lei: “solitamente” non significa “sempre”.<br />2) Una volta chiesi al grande Max Leopold Wagner perché mai il toponimo “Ollollái” (questa è la sua esatta pronunzia) non si fosse trasformato in “*Oddoddái” ed egli mi rispose: «Perché mai? Non è detto che le norme di trasformazione fonetica fra il latino e il sardo debbano valere anche per i relitti del sostrato prelatino e protosardo». Se Le interessa Le mando la copia della lettera del Wagner.<br />Ma perché non si firma Alberto G. Areddu? Teme di perderci di dignità?zuannefrantziscuhttps://www.blogger.com/profile/11211077047558056167noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-85572998114077385042010-04-05T13:35:18.845+02:002010-04-05T13:35:18.845+02:00Leggo con un po' di ritardo la risposta del Pr...Leggo con un po' di ritardo la risposta del Prof. Pittau, riguardo la forma "Tertenia". Ecco la parte dove vorrebbe illuminarci: <br /><i> "Sul piano fonetico faccio osservare che è del tutto noto nella lingua sarda lo scambio delle vocali /i/ ed /e/ quando sono in posizione protonica e anteprotonica e inoltre che la consonante /t/ tende a spirantizzarsi quando ha vicina una /r/, per cui è facilmente ipotizzabile una forma *Terthenía.</i>" <br />Allora, caro Prof., qui nella seconda sillaba di Tyrsenia c'è una bella /s/ e non una /t/, anzi abbiamo il nesso -rs-, che solitamente dal latino si risolve in -ss- ( pessighe <PERSICA; cossu < CORSU), <br />anche nei probabili prestiti integrati (iscassu < scarso). Se andiamo a guardare nei toponimi indigeni o così reputati vediamo che è successo lo stesso: Sosso < Sursitani, Tissi < Thyrsos (Pittau, 1997); aggiungiamo che non abbiamo alcuna attestazione medievale *Terthenia, e ne ricaviamo che il Pittau ha preso un granchio (e se lo è voluto democraticamente dividere con noi)alberto aredduhttps://www.blogger.com/profile/16530554687353775589noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-50782224290734528582010-04-03T13:31:54.281+02:002010-04-03T13:31:54.281+02:00da Massimo Pittau
Alla Gent. Dott.a Aba Losi
non ...da <b>Massimo Pittau</b><br /><br />Alla Gent. Dott.a Aba Losi<br />non lo so riguardo alle scienze esatte e a quelle naturalistiche, ma riguardo alla scienze umanistiche vale il criterio della maggiore o minore economicità: tra una o più ipotesi si deve optare per quella “più economica”, che vuol dire “la più probabile”, “la più verosimile”. E la mia ipotesi su Tertenia è enormemente più economica e cioè più probabile e verosimile della Sua che invece fa riferimento all’ugaritico.<br />I Nuragici hanno costruito 7 mila “torri” (tyrseis); almeno una parte di loro erano – secondo la testimonianza di Strabone - “Tirreni”; la Sardegna è stata chiamata “Tyrsenía” da Stefano da Bisanzio, è bagnata dal Mar Tirreno, aveva come dirimpettai i Tirseni/Tirreni od Etruschi. Tutto al contrario il mondo ugaritico era distante – se non vado errato – 3.000 chilometri. Dunque….<br />Oltre a tutto ciò, il problema della vocalizzazione negli alfabeti delle lingue orientali è un vero “dramma” della scienza linguistica…..zuannefrantziscuhttps://www.blogger.com/profile/11211077047558056167noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-19585133535179311632010-04-02T15:55:44.409+02:002010-04-02T15:55:44.409+02:00dal prof Massimo Pittau
Per rispondere ad alcune ...dal prof <b>Massimo Pittau</b><br /><br />Per rispondere ad alcune insistenti obiezioni che mi sono state fatta, pubblico l’intera appendice di un mio recente libro, ampliata con una piccola aggiunta. Massimo Pitttau<br />Tertenia [Tertenía, Tertení(e)] (villaggio dell'Ogliastra merid.). L’abitante Terteniesu.- L’appellativo tyrsis, tyrris, turris «torre» ci è arrivato scritto in veste greca e in quella latina, ma sia Dionigi di Alicarnasso (I, XXVI, 2) sia lo scrittore bizantino Tzetzes (Lycophr., Alex. 717) ci dicono che era un vocabolo etrusco. D’altronde l’etnico che ne è derivato Tyrsenói, Tyrrenói «Tirseni, Tirreni» era il vocabolo con cui unanimemente gli antichi Greci chiamavano gli Etruschi. E lo stesso etnico lat. Tusci ed Etrusci in realtà non è altro che lo svolgimento di Tyrsenói, Tyrrenói, ma con un differente suffisso, secondo la trafila Turs-ci, E-Trus-ci (DETR 419).- <br />D’altra parte è un fatto che l’autorevole geografo e storico greco Strabone (V, 2, 7), parlando degli abitanti indigeni della Sardegna, dice esplicitamente che «erano Tirreni». Questa notizia trova una forte e chiara conferma nel significato dell’etnico Tyrsenói, Tyrrenói, che gli antichi e anche quasi tutti i linguisti moderni interpretano come «costruttori di torri». E questa era una denominazione che, in tutto il bacino del Mediterraneo antico, non si adattava a nessun altro popolo meglio che ai Nuragici, quelli che hanno costruito più di 6 mila “torri nuragiche”, moltissime delle quali ancora nel presente contribuiscono a caratterizzare il paesaggio della Sardegna. Anzi in origine i veri e propri Tyrsenói, Tyrrenói erano appunto i Nuragici e solamente in seguito la denominazione passò anche agli Etruschi della Toscana e del Lazio settentrionale, in virtù della comune origine dei Protosardi e degli Etruschi dalla Lidia, in Asia Minore, e della loro stretta parentela.- <br />Gli antichi autori greci chiamavano l’Etruria Tyrsenía, Tyrrenía (Erodoto, Platone, Aristotele e altri); però è un fatto che Stefano da Bisanzio chiama anche la Sardegna Tyrsenía quando, parlando delle Baleari o Gimnesie, le definisce «isole tirreniche» e «isole attorno alla Tirsenia» (perì ten Tyrsenían). In questo passo è evidente che la parola Tyrsenía adoperata da Stefano da Bisanzio si riferiva alla vicina Sardegna e nient’affatto alla lontana Toscana (cfr. M. Pittau, Storia dei Sardi Nuragici, Selargius, 2005, pag. 90).- Tutto ciò premesso, dico che questa antica denominazione greca della Sardegna viene confermata in maniera stringente, chiara e perfino stupefacente dal nome del paese dell’Ogliastra meridionale Tertenía, che io interpreto essere nient’altro che lo svolgimento dell’antico toponimo Tyrsenía, da intendersi come «città dei Tirseni o Tirreni», cioè «città dei costruttori dei nuraghi». Sul piano fonetico faccio osservare che è del tutto noto nella lingua sarda lo scambio delle vocali /i/ ed /e/ quando sono in posizione protonica e anteprotonica e inoltre che la consonante /t/ tende a spirantizzarsi quando ha vicina una /r/, per cui è facilmente ipotizzabile una forma *Terthenía.- <br />Io ritengo pure che sia fondata la tradizione popolare secondo cui il paese di Tertenia in origine era sulla costa del Mar Tirreno, nella zona di San Giovanni di Sarrala e che sia stato spostato verso l’interno nell’Alto Medioevo, allo scopo di sfuggire alle continue e feroci incursioni dei pirati saraceni. Tyrsenía/Tertenía sarà stata sulla costa di quello che già in antico si chiamava «Mare Tirreno» (Tyrrenikòn pélagos), il quale, per le considerazioni su espresse, in effetti significava «Mare Nuragico», cioè mare percorso e dominato dai “costruttori delle torri nuragiche”.- <br />La più antica attestazione del paese di Tertenia che sono riuscito a rintracciare, si trova negli elenchi delle Rendite pisane nel Giudicato di Cagliari agli inizi del sec. XIV (Artizzu, 71): Villa Tertenie. Il paese poi è citato nella Chorographia Sardiniae (220.11) di G. F. Fara (anni 1580-1589) come oppidum Tertaniae della diocesi di Suelli.-zuannefrantziscuhttps://www.blogger.com/profile/11211077047558056167noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-59098231068626146912010-04-01T10:18:10.159+02:002010-04-01T10:18:10.159+02:00Non dimentichiamo lo spillone in pasta vitrea blu ...Non dimentichiamo lo spillone in pasta vitrea blu di Gonnosfanadiga...identico a quelli trovati in Egitto.Pierluigi Montalbanohttps://www.blogger.com/profile/00281002581296200973noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-54410523777845994172010-04-01T09:36:31.175+02:002010-04-01T09:36:31.175+02:00Si, ed anche a Othoca. Da contesti abitativi ne ri...Si, ed anche a Othoca. Da contesti abitativi ne ricordo almeno uno dal Nuraghe Sirai di Carbonia.Phoinixhttps://www.blogger.com/profile/01273782458937261273noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-24100237209711710282010-04-01T09:34:21.734+02:002010-04-01T09:34:21.734+02:00@ Phoinix
Ricordo spilloni "nuragici" a ...@ Phoinix<br />Ricordo spilloni "nuragici" a Tharros, ma pure a Bithia. Conferma?DedaloNurhttps://www.blogger.com/profile/09133814003497431237noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-24160984688533967272010-04-01T08:51:19.340+02:002010-04-01T08:51:19.340+02:00Questo commento è stato eliminato dall'autore.alberto aredduhttps://www.blogger.com/profile/16530554687353775589noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-34469499937272411342010-03-31T13:25:08.111+02:002010-03-31T13:25:08.111+02:00...SEGUE
In altri casi i nuraghi erano ancora in ......SEGUE<br /><br />In altri casi i nuraghi erano ancora in piedi e funzionanti. A Monte Sirai il primitivo luogo di culto del nuovo insediamento fu installato all'interno di un nuraghe, e se p vero che lì vi venne collocata una statua di culto della dea astarte, è pur vero che viu furono deposti anche i ben noti bronzetti che hanno forti caratteri nuragici. Poi c'è la ceramica che ci parla di questo. Forme sarde, locali, presenti seppur in forma minoritaria all'interno dei panorami culturali in esame. Le conferme stanno arrivando sempre più. Se a sant'Imbenia tutto il materiale trovato fosse stato privo di riferimenti "esterni", cioè ceramica fenicia e greca, forse si sarebbero datati quegli orizzonti al bronzo finale. La presenza di sicuri agganci cronologici ci dice invece che siamo nel IX e nell'VIII. E al di fuori dell'isola ugualmente così, stessi contesti a Cadice, Utica, Siviglia, Mozia, Cartagine. Gli ultimi ritrovamenti di Malaga, ancora inediti, dicono altrettanto, copn associazioni tra skyphoi a meandri del medio-geometrico greco, red-slip fenicia e brocche askoidi nuragiche (quelle forme più evolute e tipiche dell'età del ferro con cerchielli, moduli decirtivi a spina di pesce etc). Quindi certamente il grosso della popolazione delle città sarde era formato da genti autoctono, che tra l'altro arrivarono a concepire forme urbanistiche evolute (muri rettangolari con alzato in mattoni crudi) anche in altre aree non direttament einteressate dalla presenza fenicia, come ad es.: a Santi Brai di Furtei, Monte Zara di Monastir etc. (anche lì solo grazie ai materiali greci ed etruschi rinvenuti...se no chissà a quando sarebbero stati datati). Ovviamente poi, nel centro della Sardegna, nei medesimi orizzonti cronologici ci fu qualcosa di diverso, i villaggi dell'età del Ferro erano ancora legati maggiormente alle esperienze pregresse di età pre-protostorica, basti vedere Serra Orrios o Sa Sedda e sos Carros ed altri. Io penso che seppire per via indiretta anche la conoscenza del sardo-sardo nuragico e basta possa giovarsi dei progressi (soprattutto diacronici) fatti grazie allo studio della sola componente fenicia. Che non può e non deve essere esclusa come almeno una delle concause della sopravvivenza della "stirpe umana" sul nostro suolo tra IX e l'arrivo di Cartagine. Sarà cartagine a scardinare definitiva,ente questa nuova età delle aristocrazie, a da lì in poi certamente tutta la Sardegna non venne sottomessa, ma cambiò molto, in termini almeno di mobilità autonoma e transmarina.<br />Spero di aver esposto in maniera comprensibile, sono ancora così tanti gli argomenti da affrontare che, se Lei vorrà, potremo discutere una prossima volta.<br />Solo un ultimo tassello: perché i materiali fenici non potrebbero essre frutto di commercio? se noi guardiamo a tutti i contesti sardi di età storica ciò può essere valido per i materiali greci o etruschi, giacché poche sono le anfore e pressoché uniche le attestazioni di sola ceramica da simposio, legata ad una moda del consumo di vino (che come tale attechische appunto presso le aristocrazie autocelebrantisi e in cerca di legittimare il loro potere crescente). Di contro la gamma dei prodotti fenici (anche solo a voler guardare i materiali e non il bagaglio tecnico-culturale-religioso etc.) è vastissima: anfore (prodotte in loco: chi è il nuragico che si mette dall'oggi al domani a produrre anfore come quelle che eistevano a Tiro e a Cartagine e a Lixus nello stesso momento?), pentole (chi è che compra una pentola?un oggetto di lusso si, ma una pentola?), vasi in red-slip (chi è che sa fare la red-slip, classe ceramica fenicia per eccellenza?), tripodi, mortai e bacini di tipologia fenicia (chi è che abbandonerebbe in fasi produttive tradizionalisti i "suoi" strumenti in favore di altri di diversa tipologia nati ed elaborati nella fenicia?). I quesiti sarebbero molti di più. Purtroppo le risposte non sono mai altrettanto numerose. Ma si lavora per questo!<br />Cordialmente.Phoinixhttps://www.blogger.com/profile/01273782458937261273noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-3013401815713659132010-03-31T13:24:37.735+02:002010-03-31T13:24:37.735+02:00A Tzoroddu non rispondo. Rilegga quel che ho scrit...A Tzoroddu non rispondo. Rilegga quel che ho scritto in passato se vuole, gli argomenti sono gli stessi. Con un invito però: mi mostri quali sarebbero le sue prove e mi mostri tutte le facce delle centinaia di studiosi, mica sardi, che quando trovano le stesse brocche fenicie che abbiamo in Sardegna, mettono un cartellino con su scritto "brocca sarda". E un altro invito è quello di farmi leggere le sue argomentazioni. Naturalmente può immaginarsi che non ho intenzione di sborsare neanche un nichelino per acquistare alcunché.<br /><br />Al Prof. Pittau rispondo che lo ringrazio per la stima, più che reciproca e che entrerò nel vivo del punto più importante sottolineato: erano o no in piedi i nuraghi quando vi sorserò attorno questi insediamenti? E ovviamente, era in piedi anche le comunità umane relative?<br />Caro Professore, purtroppo devo essere nudo e crudo e confidarLe che molti dei problemi cronologici tuttora esistenti, sono dovuti a differenti visioni (che si stanno pian piano uniformando) tra datazioni rialziste e ribassiste, le prime tradizionalmente accettate dagli studiosi di presitoria e le seconde proposte tra gli studiosi di protostoria e di età storica. Questo perché avviene? Innegabilmente è dovuto al progresso delle conoscenza, che per quanto concerne la cultura materiale greca o fenicia è molto più avanti di quanto non lo sia lo studio della cultura materiale nuragica. Detto questo, gli studiosi di cose fenicie sono stati i primi a interrogarsi sulle cronologie dell'età nuragica, o meglio su quelle manifestazioni di cultura materiale nuragica che si ritrovano in contesti ben datati e ben databili, proprio grazie al materiale fenicio e greco coevo. Gli studiosi di archeologia fenicia sono stati i primi, in realtà, a porsi questo problema e negli ultimi anni, in parte, lo hanno anche già risolto. Già Bartoloni, Bernardini ed altri si interrogarono anni fa su cosa ci facessero vasi bollilatte nuragici nel tofet di sant'Antioco, urne a gomito rovescio tra le pentole di Bitia, stiletti nuragici a Tharros e Othoca. Tutti questi e altri oggetti di tipologia sardo-nuragica sono stati inizialmente interpretati come il riemergere di un sostrato, come la presenza di elementi sardi nei nuclei urbani di nuova fondazione etc etc. Ma ciò perché, naturalmente, tali forme ceramiche, oggetti di bronzo etc etc. godevano e godono tuttora di datazioni che sono molto più alte di quelle fornite dall'evidenza dei contesti. In altre parole è grazie ai materiali fenici e greci rinvenuti in associazione che è possibile datare con più precisione i coevi reperti nuragici. Pertanto è naturale pensare che quando i fenici arrivarono in Sardegna non la trovarono popolata di fantasmi, ma popolata (meno che nell'apogeo nuragico che ha "prodotto" l'edificazione dei nuraghi)di quelle comunità che superarono la profonda crisi che attanagliò il mondo nuragico alla fine dell'età del Bronzo,uscendone con un nuovo rinnovato vigore nel segno delle aristocrazie (ed è in questa ottica sociale che a parer mio si spiegano molto bene sia la bronzistica che la statuaria nuragica). Sono questi gli interlocutori con cui si confrontarono i fenici quando arrivarono in Sardegna. Le sedi dei nuovi insediamenti erano certamente già frequentate da epoca precedente, ci sono le torri a dimostrarlo, ma molto spesso erano già crollate o in disuso, proprio perché non c'era necessità di rinnovarle poiché stavano nascendo nuove realtà, frutto della collaborazione e del milieu culturale scaturito dall'incontro con queste genti del mediterraneo orientale, che potevano vantare almeno un secolo di contatti precedenti (suppondendo dagli inizi del IX fino alla metà del VIII sec. a.C.). <br /><br />SEGUE...Phoinixhttps://www.blogger.com/profile/01273782458937261273noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-29658973947538439902010-03-31T12:39:19.278+02:002010-03-31T12:39:19.278+02:00Vorrei aggiugere che le LEGGI fonetiche se si chia...Vorrei aggiugere che le LEGGI fonetiche se si chiamano leggi, una ragione ci sarà, controvertirle al solo fine di dimostrare una propria particolare tesi, ci immette su un brutto canale, quello della arbitrarietà delle proprie opinioni. Credo che da un luminare come il Pittau non ci si dovrebbe aspettare tanto, anche perché poi i suoi libri vanno sul mercato editoriale,li leggono anche i ragazzini, mica rimangono a stagionare invenduti. O mi sbaglio?alberto aredduhttps://www.blogger.com/profile/16530554687353775589noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-76567682947239837292010-03-31T12:34:13.027+02:002010-03-31T12:34:13.027+02:00Riguardo Tertenia (su cui: http://www.pittau.it/Sa...Riguardo Tertenia (su cui: http://www.pittau.it/Sardo/tertenia.html) mi domando come da Tyrsenìa si possa giungere a Tertenìa/Tertanìa. Da tale etnonimo potremmo solo avere: *Tussenìa. Io invece richiamerei l'aggettivo albanese ter-te (ricordate gli aggettivi in -te, di Gur-tei?), che vale 'duro, secco, asciutto', e nella serie si infilano Terti (oggi Telti), Tertillo ( Nuoro), Teltoro (Buddusò). Meno spettacolare ma anche meno improbabile che sia così.alberto aredduhttps://www.blogger.com/profile/16530554687353775589noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-7070989641822014182010-03-31T12:09:27.237+02:002010-03-31T12:09:27.237+02:00C'è un altro saggio scaricabile sui sea people...C'è un altro saggio scaricabile sui sea people, non so se lo avete già segnalato:ecco qua, di KRISTIN ROMEY, THE VOGELBARKE OF MEDINET HABU: etd-tamu-2003C-ANTH-Romey-1.pdf sulla tipologia delle navialberto aredduhttps://www.blogger.com/profile/16530554687353775589noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1182610305629149569.post-57010086958930804242010-03-31T11:53:32.758+02:002010-03-31T11:53:32.758+02:00dal prof Massimo Pittau
La ringrazio vivamente Ph...dal prof <b>Massimo Pittau</b><br /><br />La ringrazio vivamente Phoinix per la disponibilità che ha dimostrato nel rivelarmi il Suo nome e, a maggior ragione, per la stima che nutre nei miei confronti. Siccome io frequento ancora il Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari, se mi vede, mi fermi. Per parte mia chiederò di Lei al fine di conoscerLa di persona.<br />1) È evidente che io non ho avuto mai alcun dubbio sul fatto che il grande Sabatino Moscati e pure il suo allievo ed egregio collega Piero Bartoloni conoscessero meglio di qualunque altro la differenza tra i Fenici da una parte e i Punici o Cartaginesi dall’altra. Però è un fatto che entrambi hanno pubblicato una cartina geografica degli “insediamenti fenici e cartaginesi”, che non solo è errata, ma è fortemente frastornante. Dovrebbero essere soprattutto gli archeologi semitisti a sostenere e a divulgare quella importantissima distinzione, altrimente si rischia di constatare che anche benemeriti appassionati di storia sarda dicano che in Sardegna esistono “tonnellate di reperti fenici”.<br />2) A proposito di Sabatino Moscati, Lei di certo non lo sa perché è troppo giovane: 42 anni fa, S. Moscati, nella divulgatissima rivista “STORIA” della Mondadori (n. 246 maggio 1978, pp. 123-4) fece una abbastanza lunga presentazione dell’”opera di un autorevole linguista, Massimo Pittau, “La Sardegna Nuragica”, soltanto astenendosi alla fine dal prevedere quali sarebbero state le conseguenze della mia opera in ordine alla caratterizzazione della “civiltà nuragica”.<br />3) Lei non è stato chiaro su un punto molto importante: i nuraghi che si trovano nelle strette vicinanze degli insediamenti fenici erano ancora funzionanti oppure no? In altre parole, la civiltà dei Nuragici esisteva ancora nei secoli VIII-VI oppure no? E stia attento a non rispondere di no, perché allora si porrebbe questa domanda: «A chi i Fenici vendevano la loro mercanzia? Ai sassi, agli alberi, ai cinghiali?». A me invece appare del tutto evidente che pure quel fenomeno del commercio dei Fenici in Sardegna era fiorente in quanto anche la civiltà dei Nuragici era ancora fiorente e fiorentissima.<br />4) In generale io respingo come fortemente errata la tesi di quegli storici ed archeologi che sostengono che la civiltà dei Nuragici sia durata solamente fino all’arrivo dei Cartaginesi in Sardegna. Questi studiosi vengono ocntraddetti dagli storici antici, greci e latini, che riferiscono che i Cartaginesi dovettero lottare a lungo contro gli Indigeni, non riuscendo a conquistare mai la parte interna e montana dell’Isola. E questi non erano di certo dei fantasmi….<br />Anche il mio collega ed amico Giampiero Pianu, archeologo classico, per reagire alla sparizione totale dei Nuragici di fronte alla supposta generale invadenza dei Fenici e dei Cartaginesi nell’Isola, ha creato una felicissima espressione, che adotto pure io: dunque “I NURAGICI ERANO UN POPOLO DESAPARECIDO”!zuannefrantziscuhttps://www.blogger.com/profile/11211077047558056167noreply@blogger.com