mercoledì 11 maggio 2011

7 commenti:

maimone ha detto...

Peccato non poterci essere. Purtroppo a quell'ora (dalle 15:30 fino alle 20:00 circa) sono impegnato in una riunione di lavoro. Mi viene impossibile rinviare all'ultimo momento una riunione concordata e convocata un mese fa, proprio dal sottoscritto. Sarà per un'altra volta

Anonimo ha detto...

Peccato, Maimo'. Ho pensato proprio a te. Volevo farti vedere un bel po' di documenti. Ben 30 degli 80 di cui si potrebbe parlare. 30 delle 'patacche' a cui si riferisce chi proprio dei documenti non sa nulla. Anche perchè i suoi interessi sull'epigrafia sono zero. Ma parla per aiutare chi si è impantanato in modo ridicolo e non sa come uscirne. Diventando, naturalmente, ridicolo a sua volta.

francu ha detto...

Ben fatto, Gigi.
Anche a me piacerebbe leggere un bel resoconto, come dice Aba.

maimone ha detto...

@ Gigi Sanna

Tu vai avanti, con me o senza di me. Anche perché non devi convincermi. Io capisco la posizione iniziale dell'Archeologia Ufficiale tutta improntata alla prudenza, soprattutto quando ci si trova a reperti "fuori contesto". Non la capisco affatto quando i reperti si moltiplicano a macchia d'olio e, soprattutto, si scopre che diversi di quei reperti sono stati trovati proprio da loro e tenuti nel silenzio più assoluto. Questa non é più prudenza ma colpevole omertà che alla lunga si ritorcerà contro di loro. Io da canto mio credo nel "molzense e imparende". Fino a pochi mesi, ad esempio, non sapevo manco cosa fosse un aleph, ma sto recuperando il ritardo con celerità.

Anonimo ha detto...

Beh, il resoconto è scontato. Inizierà più o meno così: alla presenza del Capo dell'Istruzione colonialista dello Stato e dei più alti funzionari dell'Istituto Italiano di VEraStoria e di VeraProtostoria si è svolto l'atteso incontro con il 'cialtrone' innominabile, nonchè incallito pattaccaro sardista di protobarbaricino, di protoogliasrino e di protochissaché. Erano presenti anche le più alte autorità in campo superaccademico e superarcheologico, delle quali, in prima fila, una occupava, chissà perchè e come, due poltroncine invece della solita una. Nella sala gremita non poteva non notarsi la bella presenza di 'Cantuseudiaderupaguleggiamabae beccia' ( non la solita 'giaseupaguleggia' che è rimasta a Parma per non sappiamo quali allergie)...

O piccioccus, po fortuna scideus arrì de su macchimini e tocat, medas bortas, a da girai a bottu!

alberto areddu ha detto...

Auguri per la conferenza, ma ribadisco, per quel che mi riguarda, che dando le epigrafi come autentiche, e dando per buona la traduzione attuatane, che ci parla dello Yahwè mesorientale, beh tutto questo poco torna con quel che si sa sul mondo paleosardo, per il quale io non posso pro domo mea che ribadire la sua totale europeicità e linguistica, e culturale e antropologica.Sorry, dunque

Gigi Sanna ha detto...

Spiacente, ma dovrai rassegarti anche tu. Hai una sola possibilità: riuscire a confutare ottanta e più documenti. E devi trovarne altri ottanta diversi per fare 'scienza' diversa. Bada però che Tzricotu (e non solo) attesta la presenza (per me maggioritaria) della componente indoeuropea. Ma sono altri documenti, sulla presenza dei quali sono certo.che la confermeranno o meno.
E cosa si sa del paleosardo? Me lo sai dire? Non crederai alle fantasie sul basco-sardo e alla 'risoluzione del rebus'?
Non crederai davvero ad un'altra Mongolfiera?